I libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie Aprile 2017

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie Aprile 2017

Ferdinando Cionti, Il patto segreto di Tangentopoli tra Pool e Pds (LibertatesLibri, pagg. 230, Euro 12,00)

Ferdinando Cionti, avvocato, incaricato dall’allora Presidente Craxi di verificare la legittimità dell’operato del Pool Mani pulite, ricostruisce gli avvenimenti di quegli anni e giunge alla conclusione che venne effettuato un vero e proprio colpo di Stato, con il quale si modificarono i rapporti costituzionali tra magistratura e politica, instaurando una egemonia della magistratura, tuttora vigente.
Secondo  Cionti  il Pool guidato dal procuratore Borrelli aveva bisogno di un alleato per ottenere l'abolizione dell'immunità parlamentare e sanare a posteriori i più gravi reati commessi. Questo alleato fu l'allora Pds, mortalmente minacciato dal crollo dell'Urss, e disposto ad accordarsi con Craxi pur di entrare nell'Internazionale socialista. Temendo che il suo disegno egemonico ne venisse bloccato, il Pool offrì al partito di Occhetto la distruzione di Craxi e del Psi, in modo che il Pds potesse prenderne il posto. Ecco il motivo dell'annullamento all'ultimo momento, da parte dei post-comunisti, del documento che avrebbe dovuto sancire nel 1992 «l'intesa fra tutte le forze di progresso», cioè l'alleanza col Psi. Ecco perché l'inchiesta riguardò solo esponenti marginali o miglioristi del Pds. E perché le migliaia di manifestanti spontanei in favore di Mani Pulite e contro Craxi furono quasi tutti militanti di quel partito.  

L’originalità  dell’analisi, i fatti documentati  e la sincera passione civile che animano queste pagine sono  un’occasione per conoscere più approfonditamente avvenimenti cruciali per la storia nazionale   e valutarli sotto il profilo giuridico – oltre che politico, com’è avvenuto prevalentemente finora – anche per inquadrare correttamente le vicende dei nostri giorni.

MONDO

Italico Santoro, Verso il disordine Globale ? L’Occidente, gli altri e il mondo che verrà (Mondadori, pagg. 256, Euro 21,40)

Il mondo attraversa una fase di grande turbolenza. Molti equilibri sono saltati. Si moltiplicano le tensioni politiche, economiche, militari. Si aggravano i principali problemi «globali»: l'esplosione demografica, le migrazioni di massa, il terrorismo, i mutamenti climatici, l'instabilità finanziaria. Il processo di globalizzazione è entrato in crisi, i mercati tendono a frammentarsi, riprendono forza le spinte nazionaliste. È possibile ricostruire un ordine prima che la situazione degeneri ulteriormente? Non sarà facile. I paesi emergenti sono in difficoltà. L'Europa è dilacerata al suo interno. Gli Stati Uniti sembrano riluttanti nei confronti di nuovi impegni internazionali. Eppure ancora una volta solo un Occidente coeso e aperto al dialogo con «gli altri», capace di accantonare le cicliche tesi decliniste e di rilanciare i suoi valori liberaldemocratici, potrà assumere il ruolo di guida e le responsabilità necessarie per affrontare un futuro incerto e superare con successo le sfide del XXI secolo.

ECONOMIA

Lorenzo Fioramonti, Presi per il Pil. Tutta la verità sul numero più potente del mondo (L’asino d’oro, pagg. 193, Euro 20,00)

Siamo circondati da statistiche sulla crescita economica. Quando sal­gono, tutti a celebrare. Quando scendono, si scatena il panico. Un numero in particolare detta legge nelle società contemporanee: il Prodotto interno lordo (Pil). I governi si inchinano ai suoi dettami, incentivando consumi a ogni costo, anche quando ciò significa la di­struzione dell'ambiente e l'aumento delle disuguaglianze. I media lo osannano come l'indicatore principe del benessere di una nazione. Ma cos'è davvero il Pil? Chi ci guadagna quando cresce e chi ci rimette? Lorenzo Fioramonti svela tutti i segreti del 'numero più potente del mondo'. Quei segreti che molti economisti e politici non vogliono farci conoscere.
Con una narrativa chiara e accattivante, l'autore racconta per la prima volta la storia del Pil e di come i suoi stessi creatori abbiano messo in guardia la politica sull'uso indiscriminato che se ne può fare. Presi per il Pil analizza pioneristicamente le falle, le omissioni e le conseguenze politiche di un modello di crescita che sta distruggendo il mondo.

SCUOLA

Marco Pappalardo, Diario (quasi segreto) di un prof. Pozioni e incantesimo per connettersi con gli adolescenti - Prefazione di Diego Fusaro (San Paolo, pagg. 216, Euro 14,50)

Un prof. Un sogno. Una scatola bianca. Gli studenti, la passione educativa, un diario personale, tanto divertimento. Questi, se ben dosati come in una pozione, possono essere gli ingredienti per fare di un anno scolastico un tempo speciale, persino magico e creativo. Nel pentolone si mescolano sapientemente la vita del prof. e quella degli studenti, il desiderio di far toccare il cielo con un dito attraverso l'affezione allo studio e la fatica quotidiana dello stare sui libri, la consapevolezza di svolgere una delle professioni più belle al mondo e la difficoltà di entrare nel vissuto degli adolescenti. Non dimenticate, avverte Pappalardo i suoi alunni, che c'è sempre l'opportunità di «rendere il mondo migliore di come l'avete trovato» e con il mondo anche voi stessi.

E poi aggiunge: scusatemi se non sono sempre stato all'altezza dei vostri sogni, dei vostri desideri, delle vostre domande di senso, perdonate le volte in cui ho cercato di farvi diventare dei "piccoli Prof." quando voi volevate essere "semplicemente voi stessi", unici e speciali.

CRISTIANESIMO

Angelo Scola, Postcristianesimo ? Il malessere e le speranze dell’Occidente (Marsilio, pagg. 144, Euro 14,00)

L’esistenza è destinata a rimanere un enigma incomprensibile? Siamo condannati al vuoto della solitudine? Se c’è un Dio, perché tace? Sono le domande radicali che si pone l’uomo contemporaneo. La società postmoderna in Europa si è allontanata dal cristianesimo che non è più, sociologicamente, la religione civile dominante, «ma non è detto – scrive il cardinale Scola – che sia venuto il tempo del “Postcristianesimo”. Ancora oggi ci sono donne e uomini che continuano ad attendere l’Altro che venga loro incontro, liberandoli da se stessi e restituendoli a se stessi, continuando a salvarli con la sua esistenza.
A questa tenace attesa si deve la forma interrogativa del titolo “Postcristianesimo?”, perché è proprio con quell’attesa che il cristianesimo vuole entrare in dialogo, per poter offrire una speranza per l’oggi e per il domani». Da qui un percorso di ricerca che attraverso le pagine di questo libro affronta molte questioni cruciali del nostro tempo: il rapporto con Dio, la paradossale libertà che ci paralizza, il valore che oggi assume la testimonianza dei cristiani.

PENSIERO FORTE

Francesco Giubilei, Storia del pensiero conservatore. Dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri (Giubilei Regnani, pagg. 558, Euro 22,00)

Il pensiero conservatore nasce alla fine del XVIII secolo in risposta alla rivoluzione francese e all'ideologia illuminista per contrastare la deriva progressista della società europea. Questo libro traccia la storia culturale del conservatorismo dalle origini ai giorni nostri soffermandosi sull'Europa centro-occidentale e sull'Italia: perché nel nostro paese non esiste un partito conservatore? Quali sono le cause e le motivazioni storico, politico, culturali? Analizzando le opere e i profili biografici di decine di pensatori conservatori, emerge un quadro organico del conservatorismo europeo. Essere conservatori non significa restaurare il passato in modo aprioristico o rigettare in toto le innovazioni, bensì riconoscere l'esistenza di valori indiscutibili su cui si sono basate per secoli le civiltà europee. Nel mondo contemporaneo dominato dal materialismo e dall'individualismo, dove i valori spirituali e il concetto di comunità sono ormai al crepuscolo, questo libro si propone come uno strumento per approfondire il pensiero non conforme da cui partire per rifondare l'Europa.

CONTRORIVOLUZIONE

Jean Ousset , L’azione. Manuale per una riconquista cattolica politica e sociale (Editoriale Il Giglio, prefazione di Miguel Ayuso, saggio introduttivo di Guido Vignelli, pagg. 232, Euro 15,00)

L’azione. Manuale per una riconquista cattolica politica e sociale è la prima edizione italiana del saggio di Jean Ousset (1914-1994), fondatore della Cité Catholique ed ispiratore in Francia, Spagna, Portogallo, America Latina ed Africa francofona di numerose associazioni e reti di formazione. Un piccolo gruppo che agisca come una élite irraggiante nella società può avere una efficacia decisiva. È indispensabile però che disponga, oltre che di una salda formazione dottrinale, di un metodo per l’azione civica, cioè politica nel senso classico del termine, e culturale. La strada che indica Jean Ousset non è quella di dare vita ad un’organizzazione complessa ed articolata che si ponga come una gerarchia parallela nella società, ma quella di un gruppo capace di rivitalizzare le gerarchie naturali, le associazioni, gli Ordini professionali, i corpi intermedi della società. Lo studio di Ousset fornisce indicazioni precise, che restano valide anche nell’era di Internet. La battaglia per un riconquista cattolica politica e sociale della società è possibile, ma per combatterla non basta la volontà, bisogna conoscere la tecnica di combattimento.

STORIA

Carlo Manghi, Ragazzi del ’99. Il racconto dei diciottenni al fronte – A cura di   Enzo Raffaelli e Lorenzo Cadeddu, (Gaspari Editore, Pagg. 95,Euro 16,00)

Il battesimo del fuoco dei Ragazzi del 1899 è databile nei giorni 16 e 17 novembre 1917, sul Piave, al «Molino della Sega». Nel 1918 furono 265.000 i giovani poco più che adolescenti, comandati da uffi ciali veterani a combattere le tre battaglie decisive: quella d’arresto, quella del Solstizio e quella di Vittorio Veneto. Il loro mito è sostenuto da una decina di medaglia d’oro e migliaia d’argento e bronzo, ma il loro racconto inizia solo ora... Il volume contiene il Memoriale inedito di Carlo Manghi, i nomi e le motivazioni dei decorati. I ricordi di un ragazzo del ‘99 di Carlo Manghi, sono una testimonianza della fine di una gioventù e di come in quegli anni i giovani italiani sentissero il senso di una patria da difendere.

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Francesco Bigazzi, Il primo gulag. Le isole Solovki (Mauro Pagliai, pagg. 128, Euro 12,00)

 

In mezzo al Mar Bianco, a 165 chilometri dal Circolo Polare Artico, sono situate le isole Solovki. Per secoli disabitate, meta solo di pescatori nei mesi estivi, nel XV secolo furono scelte dai monaci ortodossi per costruire un importante monastero. Proprio quel complesso religioso divenne nel corso del Novecento un triste simbolo di violenza: requisito dallo Stato nel 1923 con un decreto firmato da Lenin, dopo la fucilazione degli ultimi monaci fu infatti trasformato nel primo campo di concentramento sovietico, il gulag da cui trasse origine il progetto di sterminio di tanti figli della grande Russia.
Pagina dopo pagina, il libro ci fa entrare nella dimensione della tragedia e ciò che si avverte fin dall’inizio come ineluttabile… effettivamente si produce: dietro alla cortina fumogena dei “campi di rieducazione” si profila un mondo fatto di fame, odio, prevaricazione, banalizzazione della morte.

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Carlo De Maria, Le biblioteche nell’Italia fascista (Biblion, pagg. 362, Euro 25,00)

La politica bibliotecaria, l’amministrazione delle biblioteche, il controllo e la promozione della pubblica lettura rappresentano alcuni di quei «problemi specifici» che vanno adeguatamente approfonditi per ricostruire in maniera dinamica la realtà storica del regime fascista. L’attenzione inedita che il fascismo dedicò a tutte le biblioteche – da quelle governative, a quelle comunali e provinciali, fino alle minuscole “bibliotechine” scolastiche e rurali – trovava una precisa ragione nella complessa «funzione nazionale» che a esse veniva assegnata, nella quale si sommavano motivi di prestigio, di formazione culturale e di controllo sociale. Per molti versi, il governo fascista accolse per la prima volta esigenze ampiamente sentite dagli operatori delle biblioteche italiane, confermando una volta di più la necessità storiografica di riflettere sulle esperienze professionali delle élites tecnico-specialistiche e sul loro rapporto con la politica durante il ventennio fascista. Negli anni Trenta la riorganizzazione delle biblioteche popolari e il nuovo impulso dato alle soprintendenze bibliografiche delinearono “una via italiana alla biblioteca pubblica”, che rimaneva, tuttavia, inevitabilmente staccata da ogni idea di autonomia locale, allontanando drasticamente l’esperienza italiana dal modello anglosassone della public library.

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Gioachino Lanotte, Mussolini e la sua “orchestra”. Radio e musica nell’Italia fascista  (Prospettiva, pagg. 213, Euro 13,00)

E’ ormai noto come il regime abbia “corteggiato” canzoni e radio per la loro indiscutibile aderenza sociale e come, viceversa, abbia osteggiato con ogni mezzo la diffusione di materiali dal contenuto ideologico alieno ai principi fascisti o disfattista dell’immagine nazionale. Meno conosciuti, invece, sono gli esiti prodotti da queste azioni. Rispetto agli innumerevoli saggi che si sono occupati di accompagnare il lettore attraverso la società del Ventennio, questo libro torna sul tema del “consenso” con alcune peculiarità: l’utilizzo dei materiali dell’intrattenimento interrogati come veri e propri documenti; uno scrupoloso lavoro sulle fonti archivistiche; l’attenzione all’impatto e ai risultati – pur senza trascurare le strategie e le modalità organizzative – di “propaganda cantata” da una parte e censura dall’altra. Ma, al di là delle ingerenze di uno Stato che ambiva ad essere totalitario, fino a che punto i ceti medi, serbatoio sociale privilegiato da Mussolini per la costruzione del consenso, percepirono queste manovre come i disegni di un regime pronto ad usare ogni mezzo per imporre il conformismo? Fino a che punto avvertirono questa manipolazione di elementi del tempo libero come un limite alla libertà stessa? Fino a che punto vissero il tentativo politico di definire paradigmi culturali attraverso il coinvolgimento emotivo come una subdola operazione di “ingegneria sociale”? In definitiva, gli italiani sentirono il peso della dittatura o furono colpevoli di averlo alleggerito con la loro acquiescenza? Questo libro cerca di dare una risposta a queste domande e, anche se solo come lavoro di sintesi, ricostruisce un tratto di percorso importante di storia della radio e della musica leggera in Italia.

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Antonio Esposito, Giuristi e Stato corporativo (Novantico, pagg. 162, Euro 15,00)

L’obiettivo del presente saggio è quello di ricostruire l’esperimento corporativo in Italia durante gli anni del Regime fascista, dedicando un’attenzione speciale alla Carta del Lavoro, cardine di questo sistema. L’analisi degli avvenimenti e dei personaggi che contribuirono alla creazione dell’impianto corporativo si sofferma sull’aspetto giuridico e sui quei giuristi che non ebbero il semplice ruolo di tecnici, ma occuparono una posizione di primo piano nel panorama politico. Mussolini considerava l’ordinamento corporativo come la pietra angolare dello Stato fascista, l’istituzione che conferiva originalità alla rivoluzione; esso affondava le sue radici nel sindacalismo rivoluzionario di De Ambris – che lo inserì nella costituzione di Fiume -, e nel manifesto politico dei futuristi. La fortuna dell’idea corporativa si basò sulle lacerazioni sociali prodotte dal liberismo economico e sulla debolezza del sistema parlamentare. Con l’ordinamento corporativo si disciplinarono i rapporti tra Stato e gruppi d’interesse, si superò la distanza fra capitale e lavoro, fra Regime politico e società. La Carta del Lavoro - approvata nel 1927 - l’istituzionalizzazione delle Corporazioni e la successiva creazione della Camera dei Fasci furono le impalcature costituzionali del nuovo Stato fascista. Alfredo Rocco, esponente della destra nazionalista, avversario dell’individualismo liberale fu il più lucido sostenitore dell’intervento statale in economia, a difesa della Nazione. Il ruolo di Bottai, nel dibattito sul corporativismo, fu di primo piano sia per l’autorevolezza degli incarichi ricoperti, sia per la lucidità programmatica. Altro protagonista della riforma corporativa fu Carlo Costamagna, uno dei giuristi di punta del Fascismo.

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Junio Valerio Borghese, La X Flottiglia Mas. “Per l’onore d’Italia” (Effepi, pagg. 78, Euro 12,00)

Il Principe Junio Valerio Borghese scrisse questo breve memoriale, sulla nascita e l’attività della X Mas, mentre era nelle mani degli alleati nel campo di internamento di Roma e poi nel carcere di Procida. Nei venti mesi di vita della Repubblica di Salò la Xa si distinse per il valore e l’eroismo dei suoi combattenti, per la dedizione alla causa italiana e per l’attenzione alla popolazione civile. La prima difficoltà che il comandante Borghese dovette superare fu il preservare la sua indipendenza dai poteri militari tedeschi che arrivarono in un’occasione a tentarne l’arresto, poi difendersi anche dalle autorità politiche fasciste che ne avrebbero voluto lo scioglimento, il tutto mentre infuriava la lotta partigiana. Le migliaia di volontari affluiti nelle caserme della Decima favorirono la nascita del corpo di fanteria di marina, utilizzato sin dalla battaglia sul fronte di Nettuno. Tra i meriti della Xa vanno annoverati la mancata distruzione del porto di Genova – come predisposto dalla marina germanica -, la salvaguardia di strutture industriali e mezzi di trasporto (fra cui la Fiat) dalla furia teutonica e la lotta anti-slava nella Venezia Giulia contro le soverchianti truppe di Tito.

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Mario Avagliano e Marco Palmieri,  L’Italia di Salò. 1943-1945 (Il Mulino, pag. 490, Euro 28,00)

 Nei venti mesi che vanno dall’annuncio dell’armistizio, l’8 settembre 1943, all’uccisione di Mussolini e alla fine della guerra, nell’aprile del 1945, l’Italia non solo continuò a essere un campo di battaglia tra eserciti stranieri – gli Alleati che avanzavano da sud e i tedeschi che occupavano il centro-nord – ma diventò anche teatro di una sanguinosa «guerra civile» e «contro i civili», che vide coinvolti su fronti opposti coloro diedero vita alla Resistenza e coloro che rimasero fedeli al fascismo, aderendo alla Repubblica di Salò. Nel dopoguerra, però, il punto di vista resistenziale è stato oggetto di innumerevoli studi e ricerche e ha rappresentato una narrativa dominante. Al contrario, la vicenda dei tanti italiani che scelsero di combattere dalla parte sbagliata è rimasta a lungo marginale, finendo per rappresentare un vuoto, un autentico tassello mancante nel panorama storiografico e della memoria di quel complesso periodo, che segnò lo spartiacque tra la dittatura fascista e la democrazia. In particolare, restava ancora da scandagliare in profondità lo spettro delle motivazioni che indussero oltre mezzo milione di italiani – uomini e donne, spesso giovanissimi – ad aderire e combattere, in molti casi volontariamente, per la Rsi. Questa ricerca affronta sulla base delle fonti coeve disponibili – lettere, diari, testamenti ideologici, posta censurata, relazioni sul morale delle truppe e sullo spirito pubblico, notiziari della Gnr, note fiduciarie, carte di polizia e dei servizi segreti – e della memorialistica postuma, scevra dai condizionamenti politici che l’hanno caratterizzata e dalla pregiudiziale politico-ideologico-culturale che ha portato molti testimoni a tenere a lungo nascoste le tracce di un passato inconfessabile.

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Jan Mikrut (a cura di), Testimoni della fede. Esperienze personali e collettive dei cattolici in Europa centro-orientale sotto il regime comunista (Gabrielli Editore, pagg. 1248, Euro 54,00)

Nell’ultimo dopoguerra, nei paesi della zona sovietica, la Chiesa cattolica fu sottoposta a diverse forme di persecuzione religiosa da parte dei governi comunisti, talvolta molto raffinate, altre assai brutali. L’obiettivo del potere comunista era quello di annientare qualsiasi forma di religiosità, tanto più se organizzata e strutturata, che si opponesse alla visione atea della società che si pretendeva di costruire. Lo scopo di questo volume è ricordare e rendere presenti quelle persecuzioni, attraverso le esperienze personali o collettive dei protagonisti, raccontate sapientemente da storici provenienti dai paesi che le subirono. Il lettore si renderà subito conto di come il regime comunista in qualche modo si “inculturasse” nei diversi paesi che dominava, usando strumenti e metodi diversi per pervenire comunque allo stesso fine: non era la stessa cosa, per un cattolico, vivere in Polonia o in Albania… Però, nonostante tutto, dai racconti emerge con chiarezza che, pur in un clima sociale e politico ostile, i credenti hanno continuato a professare la loro fede in Cristo e nella Chiesa, spesso a costo della loro stessa vita.

MEMORIE

Michael "Dixie" Dickson, Bomber Renegade. Un soldato di Sua Maestà al servizio dell’IRA (Milieu, pagg. 173, Euro 15,90) 

Michael "Dixie" Dickson è stato un militare di Sua Maestà nelle Falkland appena riconquistate dagli inglesi. Lasciato l'esercito a ventiquattro anni e dopo una breve parentesi a Londra si trasferisce a Glasgow dove, frequentando la tifoseria del Celtic inizia ad avvicinarsi alla lotta per l'Irlanda unita. Coinvolto nelle marchin' band repubblicane tocca con mano le lacerazioni e gli odi settari che attraversavano l'Irlanda del Nord. Un crescendo di rabbia e consapevolezza lo spinge ad arruolarsi nell'Ira negli ultimi anni del conflitto, quando ormai il processo di pace è alle porte. Nel 1996 partecipa a una azione in Germania ed è costretto alla latitanza. Ottiene poi la cittadinanza irlandese che sfrutta per seguire le partite del suo amato Celtic. Arrestato a Praga nel 2002 sconta tre anni e tre mesi di carcere tra Repubblica Ceca e Germania, non facendosi mancare una breve evasione. Liberato nel 2006 è l'ultimo prigioniero repubblicano a uscire dal carcere per fatti direttamente connessi ai Troubles. Un memoir denso e senza compromessi, una vita raccontata senza tabù, vissuta sul crinale tra passione calcistica e politica. Nel CD allegato, come ideale colonna sonora, sono raccolte alcune delle più importanti canzoni repubblicane della tradizione musicale irlandese. Frammenti di storia e di memoria popolare, cantate da anni nelle marce, nei pub e negli stadi, e reinterpretate in esclusiva dai Glasnevin e da Gary Og. 

ORIENTE

Kaiten Nukariya, La religione dei samurai. Filosofia e disciplina zen in Cina e Giappone (Edizioni Mediterranee, pagg. 256, Euro 22,50).

Nel 1913, una dozzina di anni prima del celeberrimo tentativo di proporre il Buddhismo all’Occidente di D.T. Suzuki col suo fondamentale Saggi sul Buddhismo Zen (1927-1934), un altro importante studioso giapponese provò a fornire una lettura “nazionale” di questa religione, e dello Zen in particolar modo, che fosse tuttavia comprensibile e, nel contempo, suggestiva anche per il lettore straniero. Ecco che La religione dei samurai di Kaiten Nukariya, che qui si presenta in prima traduzione italiana e che venne molto apprezzato da Julius Evola, si attesta come un prezioso documento dal triplice valore: politico, religioso e storico. Partendo da un dettagliato resoconto sulla nascita e sulla diffusione di questa religione, l’Autore mostra come lo Zen possa essere una forma vitale per cimentarsi con l’esistenza, sia da un punto di vista strettamente spirituale, sia pratico. In appendice, è inclusa la traduzione dello stesso Nukariya del Gen nin ron (Saggio sull’origine dell’Uomo) del cinese Tsung Mih (774-841), che egli utilizza quale sostegno per le proprie tesi sul Buddhismo Mahayana e la sua corrente Zen.

ARTE

Simona Maggiorelli, Attacco all’arte. La bellezza negata (L’asino d’oro, pagg. 160, Euro 18,00)

La bellezza e la ricchezza espressiva dell’arte rupestre del Paleolitico è stata a lungo negata, tanto che lo scopritore di Altamira fu accusato di truffa. «La creatività è di dio», dicevano i religiosi. «I nostri avi non potevano avere un’arte così raffinata », sostenevano i positivisti annullando la fantasia delle prime artiste. Con autorevoli studiosi, da Clottes a Tattersall, e con il fondamentale contributo di Fagioli, Attacco all’arte è un viaggio attraverso epoche fra loro lontane in difesa del linguaggio silenzioso e universale delle immagini. Con l’antichista Ronchey, lo scopritore di Ebla Matthiae e il poeta siriano Adonis, l’autrice indaga l’iconoclastia cristiana e le devastazioni dell’Isis, individuando nella ‘diffidenza’ verso le immagini un tratto comune ai tre monoteismi. Non usano picconi come i wahhabiti, ma svendono il patrimonio storico-artistico e lo lasciano andare in malora: accade in Italia, dove il sistema di tutela negli ultimi quarant’anni è stato attaccato da politiche iperliberiste. A denunciare il tradimento dell’articolo 9 della Carta sono storici dell’arte, archeologi, urbanisti, da Settis e Montanari a De Lucia. Allargando lo sguardo al sistema internazionale del contemporaneo, infine, si prende in esame la ‘finanziarizzazione’ dell’arte che sembra aver prodotto una nuova forma di iconoclastia. Nella cosiddetta ‘società delle immagini’, in un mainstream che ancora risente del Postmoderno, non c’è spazio per la ricerca sulle immagini con un contenuto.

MUSICA

Eric Rohmer, Da Mozart a Beethoven (Mimesis, pagg. 190, Euro 18,00)

Eric Rohmer, appassionato di musica, in certi casi compositore di temi musicali per i suoi film, applica la propria “teoria delle forme” all’arte di Mozart e Beethoven. Seguendo un excursus storico, svolge un’analisi in cui il tecnicismo critico è costantemente mitigato da una scrittura che procede con l’enfasi e l’entusiasmo di un informale parlato. La musica, soggetto privilegiato, viene rapportata anche alle altre arti, ripresa secondo le parole e la prospettiva di filosofi, critici, musicisti, scrittori, pittori. Viene così a completarsi il pensiero del regista sviluppato nella raccolta dei suoi articoli (La celluloide e il marmo) riguardanti il rapporto tra le arti e il cinema: la musica è l’unica vera sorella del cinema in grado di cogliere il reale nel suo darsi, permettendo contemporaneamente, in maniera kantiana, un’apertura alla nostra libertà.

 

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