Editoriale

Alfano arranca, Bersani bleffa, Casini specula

i partiti tentano una reazione al governo Monti puntellato da Napolitano, ma i risultati...

Giovanni F.  Accolla

di Giovanni F.  Accolla

ersani ha detto che non vuol vincere sulle macerie del Paese. Generossimo! Ma chi gli assicura questa previsione di vittoria elettorale non è dato di saperlo.

Da dove gli viene tanta baldanza, neanche. E con quale legge elettorale vincerebbe, di grazia? Il Pd, è dato dai sondaggi più ottimistici al 26 per cento, quindi dovrebbe per forza ritirare fuori dall’album dei ricordi la foto di Vasto, ma chi, di quei signori all’epoca presenti, ancora avrebbe voglia di sorridere dinnanzi al fotografo per gli ipotetici manifesti elettorali?

Dentro all’attuale Pd, di fatto, ci saranno almeno dieci correnti, e Bersani ne rappresenta appieno e legittimante solo una, la sua. Bersani, è chiaro, bleffa. Di Pietro e Vendola sono i leader delle loro compagini, Bersani è alla guida di un partito assai composito: già quando senti Fassina in televisione blaterare di economia e stato sociale, te ne rendi conto. Sarebbe simpatico, in un eventuale talk show, invitare ad un confronto Enrico Letta, Fassina, appunto, magari Veltroni o Renzi e un radicale anche, perché no?

Se senti in giro, non c’è un esponente dell’ex Margherita che digerisca una sola parola pronunciata da Di Pietro, Vendola poi, alla sola parola D’Alema entra in delirio. E’ chiaro, Bersani bleffa. E, a dirla tutta, non sarei neanche tanto sicuro se egli potrà essere, stando allo stato attuale, il futuro candidato premier del centro (mah?!) sinistra. Ma questi del Pd hanno deciso che le primarie le fanno quando pare a loro? Forse. Visto che le perdono immancabilmente…

C’è un chiaro gioco delle parti tra Pd e PdL per allontanare l’amaro calice delle elezioni politiche e, nel contempo, per accreditarsi - con quel poco di elettorato rimasto all’ascolto -  quale forza più responsabile dell’altra. Con Monti, certo, ma alle nostre condizioni. A giù a dettarle, queste condizioni scialbe che al momento hanno cambiato ben poco il percorso del tecno-governo.

Tanto, ogni volta che Monti si trova in qualche difficoltà di percorso, accorre il presidente Napolitano a zittire i mugugni politici e antipolitici. Se esistono questi ultimi, gli antipolitici dico, visto che Di Pietro sull’antipolitica s’è costruito un bel partito carismatico e Grillo, di fatto, sta facendo lo stesso, con un programma incontestabilmente ancora più fasullo, ma con tanto più fango per tutti gli altri.

A tal punto molto più onesto pare Alfano (anche perché consapevole che il probabile vantaggio della sinistra si fonda  quasi del tutto sul discredito dell’ex Governo), il quale - povero figlio, di problemi interni anche lui ne ha più dei capelli in testa -  al meno prova a rimettere assieme i cocci in un progetto di alleanze più chiare. Se ci riuscisse, se riuscisse a convincere Casini alla coabitazione nella casa comune del PPE, tutto avrebbe un senso. Ma sembra una manovra ancora ardua. Manca dell’appeal necessario.

Alfano, per ora, non ha la forza capace di disarticolare il PD, attraendo gli ex-democristiani. Per far questo ha un Berlusconi di troppo. Il quale avrebbe, a mio avviso,  ancora la capacità, nonostante tutto, per rifondare con un certo successo elettorale (non più eclatante, ma significativo),  una Forza Italia modello ’94. Ma ci vorrebbe per il futuro un modello proporzionale. E non sembra ipotizzabile.

Più appeal  lo ha invece Casini con il suo partito della Nazione. A destra ha già più o meno ipnotizzato  un bel numero di ex (Pisanu; Scajola ecc.), a sinistra potrebbe a breve riuscirci, soprattutto se Bersani insiste con progetti di alleanze alla sua sinistra. Ecco, a conti fatti, la forza autentica di Casini è quella di poter radicalizzare a sinistra il Pd. Anche perché se Bersani (che fin ora non ha mai strizzato pubblicamente l’occhio all’ambizioso progetto partout) aderisse al partito della Nazione nel suo  raggruppamento ci sarebbero le barricate e, probabilmente una dolorosa scissione.

L’altro jolly di Casini sarà l’ingresso, già annunciato, di tecnici nel futuro esecutivo. Un’altra mossa, furba (una resa della politica, però), che serve, sostanzialmente, a sdoganare i politici i quali, nel frattempo  (nel clima del governo Monti), sembrano davvero inutili ai più. I tecnici donano, in sostanza, un crisma di operativa sobrietà che, parrebbe, piacere agli elettori. Al meno questo pensa Casini.

Alfano arranca, Bersani bleffa, Casini specula. ABC, dunque, in movimento ma ancora poco convincenti. Siamo fermi all’abecedario, insomma. Attendiamo i risultati delle Amministrative (la curiosità più grande è conoscere l’affluenza alle urne) con il governo Monti, nonostante persuada sempre meno, ancora ben in sella. Fino a quando i partiti, agli occhi degli elettori sembreranno peggio. Fino a quando? Ah, saperlo!

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Roy il 13/11/2023 10:39:29

    Alcuni punti molto validi qui. Apprezzo che tu abbia scritto questo articolo. If you are looking for companies or businesses for sale in Hungary this is the site.

  • Inserito da Loredana il 01/05/2012 15:44:48

    Specchio chiarissimo e limpido dell'attuale situazione politica italiana, questo articolo. Ne ho apprezzato OGNI parola!

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