Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Se provate a digitare su Google la parola Stomp, cercandone il significato, scoprirete un mondo. Perché Stomp (letteralmente “calpestare”), non è solo uno spettacolo bello e intenso da vedere, ma è una sorta di messaggio universale. Con la sua combinazione di teatro, danza e musica, suoni, colori ed emozioni, questa produzione pluripremiata - che continua a richiamare pubblico in tutto il mondo – è portatrice di messaggio atavico, ancestrale, quasi primordiale, ma talmente attuale e vivo da ridurre ai minimi termini un bel po’ di concerti rock, buoni solo per ingrossare il conto in banca di star da troppo tempo sul viale del tramonto.
Dovrebbero fargli pagare il pedaggio anziché riconoscere loro milionari cachet. Madonna, la pseudo cantante ovviamente, per tutti.
Stomp , infatti, di scena al teatro Brancaccio di Roma sino al 13 maggio e dal 15 al 27 a Milano al teatro Nazionale, pesca il nocciolo dello spettacolo, il filo conduttore di uno show fuori dagli schemi convenzionali, dalla realtà quotidiana, quella in cui viviamo tutti i giorni. E così bidoni di tutti i tipi diventano i tamburi di guerra dell’Africa, con quel ritmo martellante che prende alla pancia e smuove la testa, le pentole e i lavabi della cucina sono le campane dei campanili, i tubi di gomma vibrano come le foglie al vento, la sabbia diventa il sottofondo strusciante dei pensieri. Eppoi le mani, anzi il battimani.
Un momento dello spettacolo
Usato in tutte le sue declinazioni. La sinistra battuta sulla destra, o viceversa, lo schioccare delle dita, il palmo della mano battuto sul petto, o sulle guance, colori di un arcobaleno sonoro del quale rincorri la scia, senza trovare mai la fine. Tutto talmente contagioso da far diventare protagonista anche il pubblico, che applaude dall’inizio alla fine. Un po’ a comando, seguendo il leader di Stomp, un po’ a soggetto, seguendo il proprio istinto.
Gioia, dolore, vibrazione, commozione, fanno rumore, suonano con le mani, come se fossero i richiami della foresta. Niente trucchi, solo artigianalità pura, manualità fatta musica. Stomp è tutto questo. Trasforma scope in strumenti, battiti di mani in una conversazione, bidoni della spazzatura in percussioni; il disordine della vita urbana diventa fonte di stupore e ritmo contagioso.
Lo spettacolo visto a Roma, in procinto di conquistare Milano dopo aver girato più di 40 Paesi, nasce a Brighton (Inghilterra) nel 1991 dalla creatività di Luke Cresswell e Steve McNicholas, ed ha trionfato in questi ultimi anni nei più importanti festival e teatri del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo. Sfidando continuamente ogni convenzione sui confini di genere, trattandosi di uno spettacolo senza trama, né personaggi né parole, Stomp è la dimostrazione di come il ritorno alle radici sia più forte della ricerca e delle presunte sperimentazioni. La natura dell’uomo, ridotta all’essenziale, batte la natura del tempo, alla disperata ricerca della novità per non essere superato. E un po’ come se dal passato, arrivare un invito a staccare la spina, quella delle chitarre elettriche sin troppo amplificate per essere vere.
Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 10:44:21
Xs235New@163.com
Inserito da Loredana il 05/05/2012 16:34:08
Energia e creativo ritorno alle origini, ecco quello che ho pensato vedendo un assaggio del loro spettacolo in televisione...dal vivo devono trasmettere vita allo stato puro.
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