Al cinema con Michele

Margin Call, la crisi economica tutta in una notte

L'elemento più sorprendente di questa pellicola è sicuramente la sua capacità di riprendere e raffigurare i vizi e le falle del mondo finanziario del 2008

di Michele  Cucuzza

Margin Call, la crisi economica tutta in una notte

Magari avessero le facce piacevolmente note e intense di Kevin Spacey, Jeremy Irons, Paul Bettany, Stanley Tucci e Demi Moore, i figuri che  - negli Stati Uniti -nel 2008, piazzando dalle loro banche di investimenti titoli-spazzatura, inzeppati di mutui subprime, scatenarono la grande crisi finanziaria, presto diventata economica e, altrettanto velocemente, trasferitasi sull'altra sponda dell'Atlantico, oggi in pieno sviluppo, nell'intreccio con una recessione della quale non si vede la via d'uscita.

 In ogni caso, i protagonisti di 'Margin call', film indipendente di J.C. Candore, nomination a Berlino, riproducono alla perfezione i famigerati operatori addetti, per esempio, alla 'Lehman brothers' che sperperarono miliardi di dollari, per finanziare operazioni di incredibile avventatezza e che non evitarono - nel loro caso - il fallimento, mentre in molti altri, obbligarono Washington a costosissime operazioni di salvataggio.

In una pellicola che dura una sola notte, a Manhattan, e dove non si vedono mai i cittadini comuni, le vittime di queste spericolate e perniciose speculazioni, la gente che ancora oggi soffre senza futuro e senza lavoro, ciò che domina è esclusivamente la mediocre rapacita' di questi operatori finanziari, che arrivano a spendere commossi mille dollari al giorno per il proprio cane malato (con tutto il rispetto per gli animali) e non fanno altro che chiedersi l'un l'altro: 'quanto hai guadagnato quest'anno?', in una sorta di competizione infantile  e crudele. 

Nessuno ha senso di responsabilità, autonomia di giudizio, capacità di dir di no, di interrogarsi sul proprio sconcertante operato (se non quando si ritrova cacciato via, con la famosa scatola di cartone in mano) e quando questo avviene, il sussulto della coscienza è subito sedato dalla promessa di un nuovo assegno milionario. 'Cosa vuoi che siano i soldi?', arrivano a chiedersi le menti del 'grande imbroglio', che ha lasciato sulla strada milioni di uomini in tutto l'Occidente, 'pezzi di carta per scambiarsi oggetti, vestiti, macchine, abitazioni'. 

Già, andatelo a dire a chi ci ha lasciato la vita oppure ha dovuto cambiar  vita, nella sofferenza e nell'umiliazione, per sé e per la propria famiglia. Ritmi lenti, tensione altissima, ottime interpretazioni ovviamente, in questo thriller dove gli assassini non ci sono e, se ci sono, la fanno franca alla grande,  mentre le vittime non si contano:  tante, tantissime, probabilmente  anche tra gli spettatori.

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