Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
lla fine la parata del 2 giugno si è fatta, fra polemiche e gaffe involontarie, i soldati hanno sfilato in ranghi ridotti, senza mezzi né fanfare. Come ogni anno me la sono guardata in televisione, ho invidiato le “sorelle” di Croce rossa nelle loro (nostre) divise bianche, ho ripensato con nostalgia alla prima volta che noi crocerossine sfilammo alla parata dei Fori imperiali portando la bandiera italiana concessa al corpo dall’allora presidente Cossiga, su sollecitazione del ministro della difesa Spadolini, che ce la consegnò in una bellissima cerimonia alla Cecchignola, la città militare di Roma.
Noi di Totalità.it per primi avevamo lanciato la proposta dirinunciare alla parata, rinunciare, non abolire, perché la rinuncia presuppone il sacrificio di qualcosa che ci è caro, ha un valore contingente legato all’emergenza che ha colpito il paese.
Il web ha rilanciato e diffuso, la politica si è impadronita dell’idea. Poichè i più veloci sono stati quelli del Sel con Vendola che lo ha twettato, la sinistra più estrema si è accodata forte del tradizionale antimilitarismo che la contraddistingue.
In un paese civile, dove la politica fosse una cosa seria i partiti avrebbero valutato la bontà o meno della proposta e l’avrebbero appoggiata o rifiutata.
In Italia no. In Italia l’hanno buttata in caciara, come al solito, e il ragionamento sterilmente ideologico di sciocca appartenenza ad uno schieramento che deve, comunque sia, fare l’opposto di ciò che fa lo schieramento avversario, ha prevalso. Così il centro destra, con l’unica lodevole eccezione del sindaco di Roma Alemanno che ha ragionato da vero politico e non da uomo di partito, ha difeso a spada tratta lo sfilamento rituale tuonando contro le solite sinistre marxiste, antimilitariste, antipatriottiche che avevano colto la palla al balzo del terremoto per mettere in discussione la parata del due giugno, con la scusa di risparmiare soldi da dare ai terremotati.
Risparmio insensato e inutile perché i soldi sono già stati spesi, e poi si tratta solo di tre milioni di euro, hanno controargomentato.
A parte il fatto che “solo” tre milioni di euro non risolveranno il problemi dell’Emilia, ma fra averli a disposizione e non averli qualche differenza crediamo ci sia, anche se non siamo economisti né ragionieri.
Ci dovrebbero spiegare perché il capo dello Stato –che non ha voluto rinunciare alla parata perché, ha detto, «la Repubblica deve dare conferma della sua vitalità» (ecco la gaffe: per il Presidente dopo 66 anni ancora non è un valore passato in giudicato)– ha ridotto il numero degli uomini, ha eliminato mezzi e fanfare, cioè ha risparmiato.
Delle due una, o il risparmio allora si poteva fare e valeva la pena farlo completo, o Napolitano ha scelto la strada dell’ipocrisia demagogica di dare un contentino a tutti.
In questo quadro gli unici che hanno fatto la figura peggiore sono quelli del centrodestra, imbecilli, tutti, dal primo all’ultimo che hanno ragionato con tanta grettezza, miopia, e impoliticità, perdendo un’occasione per dimostrare che quel che è buono va oltre le parti. Sarebbe stato bello e giusto che di fronte all’emergenza terremoto le forze partitiche (le chiamo così perché non meritano l’appellativo di politiche che allude a cosa buona e nobile) si fossero unite a chiedere la stessa cosa. E invece no, si sono voluti distinguere perdendo un’occasione d’oro per mostrare che la traversalità non si mette in campo solo per sostenere il delirante, vergognoso, e distruttivo governo dei tecnici.
E poi il Pdl si stupisce di perdere consensi.
PS. Abbiamo detto che è stato bravo Alemanno a distinguersi dal resto della sua parte. Poi però è inciampato anche lui. Alla parata che comunque si è tenuta non è andato.
No, caro Alemanno, non si fa così, se la cerimonia c’è, si presenzia, altrimenti con l’assenza si dimostra che la propria presa di posizione è ideologica e non di sostanza e che si è disposti alla ripicca se non si viene ascoltati.
Possibile che in questo paese i cosiddetti politici non conoscano l’abc del savoir faire istituzionale?
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Inserito da Gian Galeazzo Tesei il 02/06/2012 17:56:14
La decisione di Alemanno di non presenziare alla parata delude ed umilia. La scelta di Napolitano di confermare quella mezza cerimonia pur tra i tanti guai che ci stanno capitando era discutibile ma bisogna ammettere che era pur sempre una decisione difficile. Una volta presa, andava comunque rispettata dal Sindaco di Roma. Se non altro per rispetto ai uomini e alle donne che , in armi, col rischio costante della vita, difendono (ancora, direi, in questa torbida atmosfera di declino e di sospetto) l'onore e l'immagine di questa nostra sfortunata Baracca. Quanto al severissimo giudizio sul governo dei tecnici sono francamente meno d'accordo; è vero che Monti e Napolitano si stanno rivelando impari al compito perchè dotati di insufficiente coraggio. La drammaticità della situazione (con l'Europa tedesca sorda ad ogni anelito di solidarietà) imporrebbe provvedimenti ancor più drastici. Per onestà intellettuale occorre però avere il coraggio di indicarli questi provvedimenti. Dire che non dobbiamo ripagare il debito pubblico è soltanto irresponsabile.
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