Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Siamo al paradosso, alla beffa, o forse semplicemente siamo in Italia dove tutti, dal primo all’ultimo cittadino di ogni età e formazione si proclama liberale e invoca il liberismo; protesta contro le tasse e l’aumento dei prezzi, e invoca il libero mercato e la altrettanto libera concorrenza.
Solo fin quando liberalismo, liberismo, libero mercato e concorrenza non toccano le sue tasche, perché in tal caso si mette in agitazione, protesta, minaccia serrate, o nella migliore delle ipotesi denuncia l’ingiusta situazione.
È il caso dei benzinai italiani che si dicono messi in ginocchio(!) dalla concorrenza di bassi prezzi fatta nei self service di Agip, ma anche in parte di altre compagnie, il sabato e la domenica.
Noi poveri automobilisti tassati e tartassati da tutti, ci mettiamo in fila ordinatamente e pazientemente per poter fare il pieno alla macchina risparmiando un po’, poi durante la settimana cerchiamo di utilizzarla con parsimonia. Già perché l’aumento dell’iva al 21% ha fatto aumentare tutto, e gli aumenti si sono scaricati interamente sul consumatore l’unico che ha come scappatoia solo la rinuncia all’acquisto.
Infatti se aumenta la tassa su qualcosa alla fonte, ci sarà il meraviglioso effetto domino, per cui tutti coloro che avranno a trattare la merce gravata di maggiore imposta si rivarranno dell’aumento dovuto allo Stato su chi viene dopo nella filiera: insomma dal produttore al consumatore tutti possono rifarsi del maggior prezzo aumentando a loro volta tranne ovviamente il consumatore.
Per rompere questo gioco al massacro del consumatore l’unica alternativa è che un produttore scommetta su un’imponente vendita che, senza la maggiorazione del prezzo, compensi il minor guadagno minuto.
Si chiama appunto concorrenza, mercato, anzi libero mercato.
I benzinai non ci stanno e minacciano serrate. Nessuno tocchi i nostri guadagni sembrano dire! Già, e gli statali che si sono visti diminuire gli stipendi sotto l’effetto dell’inflazione combinata con il blocco degli adeguamenti? E i pensionati che hanno visto bloccate le loro pensioni nonostante aumenti tutto ciò che è indispensabile, luce, gas, cibo?
E i cosiddetti esodati che hanno la prospettiva di non sapere come campare per i prossimi anni fino quando non gli erogheranno la pensione? E…
Non mi sembra sia necessario continuare, potremmo fare infiniti esempi riguardanti tutte le categorie che non hanno la possibilità di rivalersi su qualcuno quando i prezzi aumentano, e non si è detto dei poveretti strozzati da Equitalia!
Perciò, no, i benzinai non mi fanno pena, anzi mi sembra che in questo momento non siano esattamente la categoria più a rischio per la quale doversi preoccupare!Vego
Inserito da Loredana il 16/07/2012 17:08:15
...indubbiamente siamo in Italia. Finché possiamo parlare e dare aria alla bocca, ce la riempiamo di concetti belli e grandiosi come libero mercato. Quando li applichiamo, e ci rendiamo veramente conto di cosa voglia dire la concorrenza e il libero mercato (sforzo continuo di essere avanti rispetto ai propri concorrenti, tanto per iniziare), ci tiriamo indietro spaventati. Qualcuno ha iniziato a toccarci nelle tasche e nelle corporazioni, e questo ci ha fatto tanto male. Mi ricordo ancora all'inizio dell'anno, quando il governo Monti intervenne con una serie di misure: benzinai in sciopero, tir in sciopero, medici, farmacisti e qualche altro corporatizzato in sciopero. Cosa disse il Ministro dell'Economia in proposito? "Evidentemente siamo nella direzione giusta, perché abbiamo scontentato tutti..."
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