Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il direttore Generale Rai Gubitosi, Mario Monti e la sede Rai di Viale Mazzini
Sconcertante, vergognoso, repellente, disonesto, sì anche disonesto. Nell’era Monti che promette a tutti tagli sanguinari, per la prima volta dopo tanto tempo, il Direttore Generale della Rai (scelto direttamente dal premier in barba alla regola) viene assunto con un contratto a tempo indeterminato.
Ma non era Monti che irrideva il posto fisso, non erano i suoi ministri che trattavano da mentecatti i poveri cittadini che chiedevano quel po’ di certezza per guardare al futuro senza l’ansia del domani?
L’articolo che leggerete di seguito, di Enrico Paoli per «Libero», vi racconta l’ultima vergogna di questo governo che non sono non ha messo l’Italia al riparo dagli attacchi del terrorismo finanziario, non solo ci ha fatto declassare ancora più pesantemente da Moody’s , non solo non ha fatto abbassare lo spread che anzi si è alzato, ma ora è chiaro non ha nessuna intenzione di tagliare i privilegi di Stato, ovvero gli stipendi dei cosiddetti supermanager.
Anzi addirittura li assume a tempo pieno, così se Gubitosi si dovesse rivelare non all’altezza, o magari il compito che gli è stato affidato si rivelasse una mission impossible, lui avrà comunque uno stipendiuccio garantito fino alla pensione di 650mila euro all’anno che gli garantirà una pensione che, anche con il retributivo, si farà beffe di quella che noi suoi coetanei non avremo.
Naturalemnte per mantenere lo stipendio di Gubitosi occorrerà far fuori tutto l’esercito di precari a poche centinaia di euro al mese, i collaboratori numerosi professionali, ma non garantiti da chicchesia..
È la spending review, bellezza!
Signore e signori va ora in onda, a reti unificate, lo schiaffo agli italiani. Per i contenuti altamente provocatori del programma mandate i bambini a letto e i disoccupati al mare.
Perché la sobria Rai voluta dal sobrio presidente del Consiglio, Mario Monti, ha sobriamente assunto, con un contratto a tempo indeterminato da 650 mila euro all’anno e non con un mandato a tempo, il nuovo direttore generale, Luigi Gubitosi.
E così, in tempi di spending review, di manovre economiche da «tempo di guerra», di spread alle stelle e stipendi alle stalle, la Rai assume un manager esterno per sostituire Lorenza Lei, al quale riconosce lo stesso compenso del direttore uscente.
Già perché anche la Lei, a suo tempo, con un altro blitz in consiglio, aveva fatto salire il proprio stipendio da poco meno di 400 mila euro all’anno a 650, come adesso manterrà, anche se dovesse restare a guardare in attesa di una sistemazione.
Domanda semplice semplice: perché a Gubitosi, essendo un esterno alla Rai, non è stato fatto un contratto a tempo, legato al mandato, invece di una assunzione piena? Un bel triennale, come è stato fatto con Mauro Masi e Flavio Cattaneo prima non andava bene.
Perché questo trattamento di favore, in barba a tutte le regole? Qual è l’arcano? Davvero non si poteva fare diversamente? Quando scadrà l’incarico (sia naturalmente, e cioè fra 3 anni, che prima) Gubitosi continuerà a percepire dall’azienda di viale Mazzini 500 mila euro annui, mentre perderà i 150 mila dovuti quale indennità di carica.
Ma, soprattutto, come farà il Dg, assieme al presidente del Cda, Anna Maria Tarantola che ha messo a segno il blitz introducendo l’argomento compensi a sorpresa salvo poi dirsi disposta a rivederlo, a giustificare i tagli e le drastiche riduzioni che dovrà fare per ripianare i conti della Rai?
E con che faccia il sobrio governo dirà agli italiani che il Canone, ovvero la tassa più odiata, si pagherà sobriamente con la bolletta per evitare l’evasione, visto che questa è l’idea dominante?
Altro che fiction, qui siamo davvero alla commedia degli errori, e degli orrori.
E allora le parole del consigliere di amministrazione, Antonio Verro, che si è astenuto al momento della ratifica di Gubitosi, suonano come musica.
«In un contesto difficile, in cui tutti quanti siamo chiamati a fare sacrifici più volte richiamati dal governo», afferma l’amministratore di viale Mazzini. «avrei auspicato maggiore sobrietà sulle clausole relative al compenso del nuovo direttore generale».
Peccato che nessun altro consigliere ha sentito il bisogno di esternare il proprio “disagio” per questo blitz. Evidentemente l’ipotesi che i primi tagli riguardino proprio le spese del consiglio di amministrazione (3 milioni di euro all’anno per le segreterie dei consiglieri, spese di rappresentanza e auto blu), deve aver indotto i componenti del cda a votare Gubitosi per una evidente captatio benevolentiae e non certo per la logicità del contratto.
Contro il quale si è espresso anche il rappresentante della Corte dei Conti che prende parte alle sedute del cda. L’argomento del contratto di Gubitosi, infatti, non era all’ordine del giorno ed è apparso come «un incidente di percorso», ragione per la quale il rappresentante della magistratura contabile si è riservato un «approfondimento» sulla questione del tetto allo stipendio. Tanta sobrietà vale un sobrio accertamento della Corte dei Conti. Nel frattempo, italiane e italiani, lo schiaffo è servito. Ma con stile vellutato.
Enrico Paoli, «Libero», 18 luglio 2012
Inserito da Loredana il 18/07/2012 19:16:44
...siamo in ritardo per il Pesce d'Aprile, vero? Per una manciata di secondi mi sono voluta illudere che la notizia fosse uno scherzo, e che il Prof. Monti fosse dotato di quel senso dell'umorismo dell'assurdo che a me piace molto. Quindi, come ho avuto occasione di dire già altrove sulla rivista, bisogna che tutto cambi affinché nulla cambi? Il Principe di Salina è il vero saggio in Italia, quello che ha veramente capito la nostra fondamentale natura debole. Non ho parole sufficienti per esprimere quello che sento, se non una grossa meraviglia, ancora una volta, di fronte all'illimitatezza della cattiveria di chi ci governa, che sia tecnico o politico. Seppellire i cittadini di tasse, fino a portarne alcuni davvero al cimitero, strozzarci e terrorizzarci con questa infernale parola "spread" (che in inglese si usa anche per esprimere il contagio), e poi evitare accuratamente di tagliarsi gli stipendi da sceicchi, evitare di punire i tesorieri ladri (Belsito e Lusi sono in prigione, forse?), e poi ricoprire di soldi un tizio per fargli fare il direttore generale della Rai, per me equivale a sadismo all'ennesima potenza. Il rispetto che potevo avere ancora per questo tecnico cuore di serpente di pietra, sta calando a vista d'occhio. Qualcuno sa come si fa a restituire una cittadinanza che sta diventando peggio di un marchio d'infamia?
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