Olimpiadi di Londra 2012

Dai primi Giochi Olimpici del 776 a.C. agli attuali

Considerazioni politiche, etiche e morali sulla manifestazione sportiva più importante del mondo

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Dai primi Giochi Olimpici del 776 a.C. agli attuali

Giochi Olimpici Antichi

Le questioni politiche sono spesso puntellate da un numero di considerazioni morali ed etiche e, nel caso dei Giochi olimpici, tutto quanto non è un’eccezione.

Per esempio, prima di decidere di partecipare alle Olimpiadi una Nazione può avere bisogno di considerare la legittimità, di riservatezza e libertà, molto dimezzata nel periodo temporale dei Giochi.

In alternativa, potrebbe essere necessario -ospitando un evento di simili proporzioni- valutare il merito di investire in fondi pubblici quando, tanti altri problemi sociali, avrebbero bisogno di assestamenti immediati. 

Sarebbe anche molto utile considerare esplicite politiche come il prezzo dei biglietti per ogni singola gara, che potrebbero essere inaccessibili a molte persone, se la massimizzazione del profitto fosse l'ambizione principale, o, cosa più importante, i sistemi di rilocazione per chi arrivasse dall’estero, che possono colpire un gran numero di appassionati viste le varie dislocazioni delle gare.

Chiaramente, i Giochi Olimpici non avvengono in isolamento da altri affari sociali ed è inderogabile contestualizzare ciò che accade alle Olimpiadi nei più ampi processi di un discorso morale e d’azione organizzativa.

Ad esempio, il successo dei Giochi di Pechino 2008, si è verificato in un contesto di crescita sia della Cina come superpotenza economica, sia della crisi del credito occidentale, che ha paralizzato parte dell'economia globale, rivelando le eccessive indennità corporative, il debito pubblico fuori controllo, e le pratiche senza scrupoli all'interno dei mercati monetari.

Inoltre, tali Giochi di quattro anni orsono, hanno provocato preoccupazioni internazionali circa le condizioni di sfruttamento del lavoro, mentre si sono alzate le proteste in tutto il mondo per la conosciuta violazione della Cina dei diritti umani individuali, il suo ruolo nel Darfur e l’ occupazione del Tibet.

A proposito di questi temi, molti gruppi di pressione hanno sostenuto che, invece di migliorare la situazione, i Giochi Olimpici esacerbano le ingiustizie dei vari Paesi ospitanti, e richiedono l’immediata necessità di una riforma etica. 

Pechino non è unica in questo senso; come abbiamo visto in precedenza molte preoccupazioni per la giustizia sociale si sono evidenziate in numerosi altri giochi, tra cui Vancouver 2010, menzionando uno degli eventi più recenti.

Indipendentemente dalla posizione che ognuno di noi assume su tali questioni, possiamo considerare i Giochi Olimpici come un'impresa intrinsecamente morale con dimensioni uniche e globali.

Inoltre, come la spinta verso la trasparenza istituzionale e la responsabilità sono diventate dominanti aspettative pubbliche, così a certe istituzioni come il CIO è richiesta una dimostrazione di consapevolezza delle proprie responsabilità etiche.  

Intorno alla fine del millennio, questa tendenza ha colpito il CIO direttamente, soprattutto per le accuse di corruzione che gli sono state addebitate nei confronti dei suoi membri in merito a una serie di gare a Salt Lake City 2002, durante i Giochi Olimpici Invernali.

Nello stesso periodo, lo sviluppo di nuove tecnologie ha fatto si che le società si confrontassero con nuovi dilemmi morali per il futuro della civiltà. 

In particolare, la crescita di Internet, la realizzazione del progetto Genoma Umano e gli innumerevoli dibattiti sul cambiamento climatico hanno sollevato interrogativi circa ogni luogo dell'umanità nel mondo.

Questi eventi hanno creato nuove considerazioni etiche per la società, a cui il movimento olimpico non è stato immune. Così, l'ascesa di nuovi mezzi di comunicazione ha trasformato l’usanza con cui gli appassionati si avvicinavano sino ad allora ai  Giochi Olimpici, rischiando di minacciare la fondazione economica del movimento Olimpico, a causa della diversità di espansione del valore intrinseco del giornalista, a favore del contenuto dei media ora diviso e monetizzato al massimo.  

I Giochi olimpici nacquero nel 776 a.C., in Grecia, nella città di Olimpia per tributare omaggio alle divinità.

Da tale data vennero celebrati ogni quattro anni fino al 393 d.C., quando l’imperatore Teodosio ne sancì la chiusura poiché ebbe a definirli spettacoli pagani.

Questi Giochi furono molto amati e apprezzati, rappresentando un fondamentale momento d’incontro tra i popoli.

Affinché fosse permessa la presenza degli atleti alle gare fu decretata la “tregua sacra”, un intervallo d’interruzione di tutti i conflitti guerreschi.

Le Olimpiadi avevano altresì un'importanza strettamente religiosa, dal momento che erano dedicate al grande Zeus, statua del quale era presente nel centro di Olimpia.

A dissomiglianza dei Giochi olimpici moderni, esclusivamente gli atleti liberi che parlavano greco avevano il permesso di presenziare a tutte le varie celebrazioni.

Ne erano estromessi gli schiavi e le donne, alle quali non era permesso nemmeno il ruolo di spettatrici.

Si dice che tutto ciò dipendesse dal fatto che gli atleti partecipavano interamente nudi.

Venivano considerati Giochi Olimpici "internazionali" in quanto partecipavano ellenici dalle varie città stato e colonie della Grecia.

Oggi, invece, lo sport con il professionismo a così alti livelli, il perfezionamento e le immense quantità di denaro indotte dalla pubblicità e dai mega diritti televisivi, è molto dissimile dalle competizioni dell’antichità, contornate di una sacra aura.

Gli atleti odierni, i campioni per quanto sia, rientrano integralmente nel cosiddetto show business, della gigantesca industria dell’esibizionismo e dell’intrattenimento, e sono sempre più frequenti i molteplici transfert degli atleti dalle sfide sportive al mondo della televisione del cinema, della politica e dei media in genere.

Il primo in ordine di tempo fu Jonnhy Weissmuller, nuotatore olimpionico nel 1924 , che divenne il famosissimo Tarzan filmico.

In ogni caso oggi lo sport, nonostante il turbinio di soldi, sovvenzioni e risvolti economici che gli girano intorno, è ancora capace di veicolare valori alti quali l’equità, l’educazione, il riguardo per l’avversario, il fair play, la rilevanza dell’applicazione e dello sforzo nella concretizzazione individuale, ideali adatti a digrossare le giovani generazioni, diversamente rappresentate, oggi come ieri, dall’aggressività e dall’indisciplina.

I Giochi Olimpici, secondo l’intuizione del barone de Coubertin, possiedono valori educativi unici.

Inoltre le competizioni sportive all’interno di essi, permettono l’incontro di persone di nazionalità diverse e tendono alla distensione e alla pace internazionale.

Salvo, poi, il solito gesto inconsulto, come quello del 5 settembre del 1972, durante le olimpiadi di Monaco, quando il mondo rimase sconvolto, da uno degli attentati più impressionanti della storia di una manifestazione sportiva.

Il gruppo palestinese Settembre Nero fece un blitz nel villaggio olimpico, sequestrando 9 atleti israeliani.

Il gruppo palestinese ebbe a chiedere per la liberazione degli ostaggi, la scarcerazione di 234 palestinesi detenuti nelle carceri di Israele.

Le contrattazioni fallirono penosamente, e nello scontro a fuoco tra forze dell’ordine e sovversivi, perirono tutti e 9 gli atleti, un poliziotto bavarese, e 4 dei rapitori.

I rimanenti sequestratori vennero in seguito arrestati dalla polizia tedesca.

Tale atto terroristico, comprovò che le ostilità tra Paesi, ed etnie, non individuano confini e possono perciò colpire all’improvviso senza che nessuno se lo aspetti.

Si trattò della prima azione estremistica, dove vennero sfruttate in totum le capacità dei mass media come canale di diffusione di notizie.

Con la speme, che tali aberranti eventi non abbiano a ripetersi.

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