Moda cool dell'estate

T-shirt politicamente scorrette sul litorale di Fregene

Un giornalista romano ha deciso: basta articoli ed editoriali affido la protesta alle magliette

di  Totalità

T-shirt politicamente scorrette sul litorale di Fregene

Le T-shirt che impazzano sul litorale di Fregene

Sembra che gli italiani siano sempre meno affezionati all'euro. Anzi, diciamocelo chiaramente, stiamo tutti cominciando a pensare che la dannata moneta unica si nata male e gestita peggio, abbandonata alle speculazioni finanziare senza il supporto di un'Europa politica che sapesse far fronte unitario, opponendosi ai mutevoli, capricciosi, quanto terroristici umori dei mercati internazionali.

Di conseguenza in tutti si diffonde la sensazione, purtroppo suffragata dai fatti, di aver perso la sovranità nazionale (con la Merkel che ci dice anche che tipo di tasse mettere, dove tagliare, ecc), di essere ormai un paese in vendita (più che una sensazione è una certezza) da passare sotto il lettore ottico per avere l’indicazione del prezzo.

Queste le cose le scriviamo sui giornali, le sentiamo continuamente da tutti i mezzi di informazione, rimbalzano nelle nostre vite come un refrain lugubre che sembra ormai metabolizzato.

Certo, se vi fate un giro sui social network è evidente che gli italiani non hanno digerito affatto la situazione sempre più drammatica nella quale ci troviamo, nascono miriadi di gruppi di protesta contro le tasse, contro l'euro, contro lo strapotere finanziario delle banche internazionali, e tutto il resto che ci affligge e promette di farlo per lungo tempo e con sempre maggiore forza.

Però la sensazione diffusa è che le proteste siano inutili, voces clamantes  nel deserto dell’attenzione ufficiale. Altro che la solitudine dei numeri primi, qui siamo alla solitudine del cittadino.

E allora uno che di giornalismo se ne intende, uno che per il mestiere che fa è abituato a frequentare I nostri potenti-impotenti ha pensato bene di affidare la sua protesta che è quella di tutti noi, il suo sconcerto, che è quello di tutti noi, la sua voglia di mandare al diavolo quell politicamente corretto che ci ingessa in ipocrisie insopportabili a delle magliette.

Sì, avete letto bene: inutili gli articoli, i saggi, i proclami, i programmi politici, le denunce documentate, le inchieste. Il nostro giornalista ha affidato la sua/nostra disillusione e denuncia alle t-shirt.

Le classiche magliette sulle quali gli stilisti ci hanno abituato a leggere o vedere le scritte e immagini più improbabili, talvolta di gratuito cattivo gusto, altre banalmente romantiche o con messaggi più o meno ammiccanti, nelle mani del giornalista romano sono diventate ill titolo di un editorial o quello dell’apertura di un giornale.

Il marchio da solo spiega tutto: sul fondo di un codice a barre stampato sul tricolore si legge “Since 1861” e sotto la scritta: Made in Italiano.

Il resto oscilla fra protesta arrabbiata “Fuck Euro”, e la dolente riflessione scaturita dall’uccisione del bimbo cinese a Roma quest’inverno: “Roma Kriminale”, o l’ironia sul modello italiano nel mondo: “Italiano come Al Capone e Rocky Marciano”.

Il regista Enrico Vanzina sempre attento a umori e malumori italiani, a vizi (tanti) e virtù (poche) di una società alla deriva l’ha segnalata ieri sul Messaggero fra le buone notizie di questa estate, almeno per il litorale romano dove le magliette sono in vendita con grande successo.

E allora si pone la domanda, moda effimera di Fregene 2012, o nuovo veicolo di protesta cool?

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