Itaca: Forum dei lettori

Il pdl è morto, viva Itaca

Con l'annuncio del ritorno in campo di Berlusconi lo scenario si è chiarito e la strada diventa obbligata

di Giovanni  Graziano*

Il pdl è morto, viva Itaca

Berlusconi è di nuovo in campo ed è il candidato, o meglio l’autocandidato, del centro destra alle prossime elezioni politiche. L’annuncio è stato dato ad un giornale tedesco ed ha avuto risalto in tutto il mondo provocando effetti soprattutto sulla politica italiana che è tornata a dividersi tra i pro e i contro come solo il Cavaliere è in grado di determinare. Alle reazioni scomposte e fuori luogo registratesi nel campo avverso, hanno fatto da contro canto gli altrettanto fuori luogo entusiasmi palesati dai vassalli tornati in coro alla corte del re. Ovvio che non c’è da meravigliarsi, in diciotto anni Berlusconi ci ha abituati a questo ed altro, e chi davvero lo immaginava in panchina nelle vesti del padre nobile significa che non ha imparato minimamente a conoscerlo.

La delusione, però, è normale tra chi nel progetto del Popolo della Libertà ci aveva realmente creduto, il progetto di un partito organizzato e radicato, democraticamente partecipato, che per la prima volta nella storia metteva insieme la destra ed il centro in un unico contenitore, tra l’altro ampiamente premiato dagli italiani.

 Per costoro, pur accreditando come la migliore tra le candidature quella di Berlusconi, accettarne le modalità ed i termini dell’annuncio diventa un esercizio alquanto difficile. La solitaria e unilaterale autocandidatura, e per di più attraverso un’intervista ad un giornale, è uno schiaffo agli organi statutari del partito ed alla classe dirigente che li rappresenta. Quest’ultima ne esce fortemente ridimensionata, costretta, come è stata, a rimangiarsi in un istante tutte le determinazioni prese da un anno a questa parte e, fatto ancora più triste, lo ha fatto perfino con entusiasmo valendo in comunicazione la regola che ciò che appare è.

Naturalmente, come il suo solito, il Cavaliere ha finito per esagerare. Sempre in totale solitudine decisionale ha sentenziato che il partito cambierà nome e si chiamerà Forza Italia” recuperando lo spirito originario del 1994, l’anno del lancio della rivoluzione liberale. L’arrabbiatura degli ex AN è stata la naturale conseguenza anche se, ancora come il suo solito, Berlusconi ci ha messo meno di un attimo a rettificare con una nota che chiariva l’equivoco suscitato da una non corretta interpretazione delle sue parole.

Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato ma il più delle volte ci si prende ed io questa volta sono votato a pensar male.

Siamo sicuri che Berlusconi, da campione della comunicazione qual è, sia stato equivocato o davvero non pensa a ritornare se non a Forza Italia a qualcosa di simile? Siamo sicuri che non abbia calcolato le eventuali reazioni suscitate dal suo annuncio e soprattutto non abbia tenuto in debito conto il fatto che il PDL non è fatto di sola Forza Italia? Personalmente faccio fatica a credere al Berlusconi spontaneamente ingenuo.

Questa considerazione non può non fare il paio con le prime indiscrezioni apparse sui giornali sia per quanto concerne il voler proporre volti nuovi all’elettorato in luogo dei soliti che vediamo ogni giorno in televisione a dirci sempre le stesse cose, sia per quanto riguarda la vera intenzione dello stesso Berlusconi. Sapendo benissimo di non poter vincere, infatti, l’obiettivo sarebbe quello di prendere tanti voti da assumere una posizione forte per le trattative post elettorali in modo da condizionare il futuro governo che tra le sue possibilità ha anche quello di essere espressione di una grande coalizione.

La propensione verso una legge elettorale proporzionale, con le preferenze, ed il premio di maggioranza al primo partito e non alla coalizione è un chiaro indicatore in questa direzione. Il mosaico, inoltre, trova un nuovo elemento nel Forum degli Economisti, capitanato da Antonio Martino, guarda caso liberale e tra i fondatori di Forza Italia,  che già si è insediato a Villa Gisnetto con il compito di elaborare soluzioni economiche da proporre agli italiani come ricetta per uscire dalla crisi.

In estrema sintesi, pensando male, mi sento come se qualcuno avesse aperto la porta in attesa che io possa varcare la soglia ma in direzione uscita. Per un progetto quale quello appena immaginato la destra, che pure ha contribuito a fondare il Popolo della Libertà, non solo potrebbe non servire ma addirittura si rivelerebbe una “zavorra” a dirlo con le parole dello stesso Cavaliere.

Annunciando il ritorno a Forza Italia, di fatto Berlusconi ha scaricato gli ex AN e non è solo una questione di nomi con buona pace di Matteoli e delle sue improvvide osservazioni. Il nome del partito è sostanza, il nome di un partito del passato, con una propria storia ed una propria tradizione, è ancora più sostanza e questo Matteoli dovrebbe saperlo bene.

A questo punto ben vengano i faccia a faccia tra Alemanno e Berlusconi per capirne le intenzioni, ben venga la convocazione degli organi statutari del partito per discutere a mio avviso l’indiscutibile, ma un percorso va pure immaginato e da subito proprio per non rimanere prigionieri della melina berlusconiana che rubandoci tempo per l’avvenire ci toglie margini di manovra.

Una strada va intrapresa ma certamente non quella di fare i banchetti per la raccolta firme per il ripristino delle preferenze soprattutto se al gazebo poi troviamo La Russa, che del PDL ne è uno dei coordinatori, o la Meloni che pure fu ministro. E’ solo fumo negli occhi per distrarre l’attenzione dal cuore del problema.

E’ inteso che personalmente reputo i tempi maturi per una separazione consensuale pur rimanendo alleati e, magari, pur impegnandoci a sostenere la corsa di Berlusconi. Potrebbe sembrare un tornare indietro ma in realtà è guardare avanti, puntare lontano, prendere coscienza che con la candidatura di Berlusconi, maturata in quei termini e con quelle modalità, di fatto il PDL ha cessato di esistere e comunque non sopravviverà al suo fondatore. E’ più saggio e lungimirante ritornare tra i propri confini, recuperare una storia politica e riprendere la propria identità, quell’identità che è stata annacquata già per troppo tempo.

In poche parole “Torniamo ad Itaca”, incoraggiamo Marcello Veneziani e gli altri a ricostruire un tessuto connettivo culturale sul quale riedificare la struttura che tornerà ad ospitarci. La scialuppa è già salpata, magari i nostri ex colonnelli non sanno resistere al canto delle sirene berlusconiane ma il nostro popolo è già a bordo, forse non è mai sceso, e non ha bisogno della cera nelle orecchie e neppure di farsi legare.

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Gianluca il 01/08/2012 12:53:48

    Bell'articolo Giovanni. Personalmente ero scettico fin dal principio di quest'accozaglia di partiti e mai avrei voluto la scomparsa di AN. Resta il dubbio su chi realmente porti avanti i valori della fu Alleanza Nazionale, secondo me in questo momento nessuno (di certo non Storace). Bisogna però aprire gli occhi e capire che un ritorno ad AN è impossibile equivarrebbe a fare lo stesso passo indietro che si appresta a fare Berlusoni e che certo non gli gioverà.

  • Inserito da Cosma Ferrarese il 27/07/2012 14:49:55

    Dal momento che è stato lanciato un appello per "tornare ad Itaca e cacciarne i proci", mi sembra normale che quei proci non ne siano entusiasti e preferiscano illudersi al "canto delle sirene". È tuttavia inevitabile che coloro che hanno contribuito, sia pure con l'inerzia e le omissioni, a determinare l'attuale situazione di pressoché totale appannamento della destra (come si continua a definirla per convenzione), lascino il posto alle nuove generazioni. Ad eccezione, ovviamente, degli elementi validi ed affidabili che sappiano segnare la continuità con la nostra storia e la nostra tradizione e diano, allo stesso tempo, fiducia di affidabilità per il futuro. Quanto alla “separazione consensuale” già da lungo tempo avevo la netta sensazione che la destra fosse un corpo estraneo all’interno del PdL, come ho avuto modo di scrivere al direttore del Secolo d’Italia. Spero vivamente, almeno dopo l’asserzione di Berlusconi, che la nostra classe dirigente voglia prenderne atto. Il nostro popolo, invece, è già pienamente cosciente del fatto che l’ospite, dopo tre giorni, …

  • Inserito da Mauro Scarpitta il 26/07/2012 22:49:39

    Dopo tanti interventi illustri (Itaca sì/no/forse)mi sorge spontanea una domanda: ma quale Itaca si va cercando? In Italia esiste da 5 anni (li ha compiuti oggi)un partito,La Destra di Francesco Storace, che ha raccolto in modo assolutamente legittimo l'eredità del Movimento Sociale Italiano e di quella parte di AN che non ha ritenuto di indossare la livrea di Arcore per poi farsi mettere in mobilità. E nel grande casino della politica attuale ha individuato l'elemento centrale: la questione della sovranità nazionale, economica e monetaria. Tralasciando le inutili e stucchevoli tiritere dei letterati sempre cavillosi e puntigliosi tranne quando vi è in vista qualche prebenda.Adesso la scelta è chiara, senza se e senza ma. O si sta apertamente a destra o si continua a sostenere il governo dei banchieri. Tertium non datur. E sarà bene abche prestare molta attenzione: la spremitura fiscale è solo uno strumento; la strategia (enunciata esplicitamente) è la trasformazione antropologica e sociale dell'Italia. Ognuno scelga: o si prepara alla battaglia o, appunto, prende la barchetta e torna in pantofole ad Itaca, come Ulisse con il bottino raccolto.

  • Inserito da Loredana il 26/07/2012 17:15:54

    ...Berlusconi spontaneamente ingenuo? Sì, esattamente come uno vegetariano che, se ci pensiamo, esisteva solo nel mondo dei cartoni animati. Io continuo a pensare che questo ritorno in campo tanto strombazzato e rettificato, compreso di "ritorno alle origini" con Forza Italia, finirà in un'altra direzione. Personalmente condivido la stessa sensazione di chi scrive, quando vede la porta spalancarsi di fronte, ma con la scritta uscita. Secondo me, vi è stata un'uscita del buon senso generale, se c'è mai stata. A che molo si trova la scialuppa per Itaca, per favore...?

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