Miti d’oggi

Tra sessuomania e sessuofobia … nessuna terza via?

I giovani si abituano a concepire la sessualità esclusivamente come un gioco della promiscuità se si vuole rispettare i modelli correnti

di Domenico Del Nero

Tra sessuomania e sessuofobia … nessuna terza via?

Spunta, a quanto pare anche sulle nostre colonne,  una polemica tra chi ama dettagli e particolari osé  e chi invece preferirebbe farne a meno.   Spirito libertino e acidità vittoriana tornano a incrociare penne e spade? Impostata così, la questione è forse un po’ troppo semplice. Non c’è dubbio che come sovente accade si sia passati da un eccesso all’altro: se prima un solo accenno  (non parliamo di immagini!) a una natica poteva costare un processo  per pubblica immoralità, d’altra parte oggi se non si va a frugare sotto le alcove sembra non ci sia sale: un romanzo, un film o anche semplicemente un articolo non sono degni di tal nome se non c’è almeno un accenno alle affinità ormonali, non importa se etero, omo  o ….  stereo, purché ci siano.

Si potrebbe anche tutto sommato liquidare la cosa come una questione di gusto e di carità, anche se, dato il soggetto, non si può aggiungere l’aggettivo cristiana: nonostante il sesso oggi non sia più un tabù, sembra che le frustrazioni continuino ad abbondare. Non si capisce altrimenti  la spasmodica curiosità di conoscere non solo chi sia l’ultimo amante di questa o di quella attricetta  o tronista da strapazzo (di tutti i sessi, compresi quelli “nuovi” o sdoganati; qui la par condicio è davvero la regola), ma anche possibilmente l’entità e la qualità delle prestazioni. La letteratura da parrucchiere (con tutto il rispetto per la categoria, s’intende) insomma lievita più che mai, con duelli all’ultimo preservativo. E d’altronde, se tanta gente vive di questo, perché negargli di conoscere gemiti e sospiri altrui, visto che forse non può averne (o è palesemente insoddisfatta) dei propri?  O per esser cinici sino in fondo: se è questo che piace e tal dei tempi è il costume, perché non approfittarne?  Del resto, non è proprio la politica a darci il “buon” esempio in proposito?

Certamente. C’è però un piccolo particolare che forse non sarebbe male ignorare, soprattutto da parte di tante signore disinibite (tipiche di certi  salotti radical – chic e rosa shocking, ma ormai un po’ di tutti i colori)  a cui piace ostentare una grande apertura mentale e forse non solo mentale: ma quelli sono per l’appunto affari loro. Ed è l’immagine e il messaggio che una certa “letteratura” e una certa filmografia, pubblicità etc. … trasmettono e che si può chiamare il “consumismo corporale”.   Infatti è ormai avvenuto un distacco quasi totale tra affettività e sessualità, per cui all’amore a prima vista si è sostituito il condom (quando va bene!)  al primo incontro. Ora questo può anche essere legittimo, per quanto discutibile, tra persone perfettamente adulte e consenzienti;  un pochino meno, forse, quando si tratta di ragazzi, che si abituano a concepire la sessualità esclusivamente come un gioco, al quale è del tutto indispensabile giocare  nel modo più promiscuo possibile se si vuole per l’appunto rispettare i modelli correnti. Salvo lamentarsi poi con somma ipocrisia di un venir meno di determinati valori, (o dell’aumento inversamente proporzionale di determinati malanni, specie quando si fa a meno pure del preservativo)  del crollo della  solidità dell’istituto familiare, dell’eccessiva “faciloneria” dei giovani etc etc.  dimenticando che i nostri ragazzi non fanno altro che adeguarsi anche in questo ai modelli che vengono loro presentati.

Una domanda  sorge spontanea : è davvero positivo tutto questo?  Non si tratta di riproporre modelli di castità o verginità prematrimoniale ai quali neppure gli stessi cattolici in buona parte credono più e che comunque meritano rispetto anche se non li si condivide, specie quando sono vissuti consapevolmente e con coerenza.    Si tratta semplicemente di domandarsi se sia davvero positivo l’aver trasformato la sessualità  da un fatto privato e legato almeno in buona parte all’affettività  in  una sorta di pubblico certame a punti, magari  nel modo puramente  meccanico  del Casanova di  felliniana memoria.

Invocare  l’icona di Woodstock  sembra un po’ patetico.  I figli dei fiori di quei tempi sono abbondantemente sfioriti , oltre a tutto senza aver prodotto poi grandi frutti.  I giovani di oggi non hanno certo bisogno di simili punti di riferimento, dato ma non concesso che la maggior parte di loro sappia di cosa si parla.  Per la maggior parte di loro – ragazzi e ragazze,  che sono forse quelle che di più ci hanno rimesso in questa mercificazione -  il sesso è semplicemente il piacevole soddisfacimento di un bisogno corporale. Esattamente quello che diceva Epicuro, il quale però per l’appunto bandiva con l’intolleranza che lo distingueva qualsiasi “compromissione” sentimentale. I Futuristi volevano uccidere il chiaro di luna, i contemporanei sono stati ancora più radicali …. E si badi bene, nessuno nega che il sesso serva anche  a soddisfare un bisogno corporale: ma se è solo questo, non si capisce il  motivo della “santificazione”, se poi come secoli di cosiddetta civiltà e soprattutto arte fanno pensare,  è  anche altro, non si comprende  la ragione di gettarlo dalle alcove (magari anche a quattro ruote) alle pubbliche piazze, reali e virtuali.

Non si offendano poi le femministe se le donne vengono  giudicate esclusivamente in base a determinate parti anatomiche: per “giocare” a quel tipo di gioco non sono necessari né cuore né cervello, ma altri “attributi.” Si potrebbe dire che mettere in  campo anche cuore e cervello rende il gioco più intrigante e appassionante ma non è certo questo che oggi interessa ai “padroni del vapore”; anzi, meno si pensa e meglio è.

E allora, cosa bisogna fare? Mettere le mutande anche ai cani, tornare ai tempi in cui certi pubblici ministeri (si taccia per rispetto il nome, parce sepulto)  ordinavano con farisaica untuosità di coprirsi a qualche signora dalla scollatura un po’ audace?  Dio ce ne scampi. La bellezza, anche quella del corpo umano, può sicuramente essere esaltata: ma proprio perché tale, non mercificata o avvilita con immagini o considerazioni da basso postribolo. Forse è troppo pretendere che i  fans  e le fans  del pettegolezzo patinato conoscano quel capolavoro di sensualità che è l’Inno a Venere di Lucrezio o il grande Mimnermo, ma non è necessario arrivare a simili altezze. Un nudo esibito sfacciatamente può essere soltanto volgare, in un contesto diverso può dare invece un tocco di bellezza e di sottile seduzione.   E anche alla sessualità, restituire un po’ di mistero e di discrezione; il confine tra  ammaliante erotismo e pornografia pecoreccia  c’è e non è poi nemmeno tanto sottile. Anche qui, è una questione di quali parti anatomiche si intende solleticare e se magari, per sbaglio, ci si ricorda che l’uomo e la donna (soprattutto la donna) sono anche qualcosa d’altro oltre  che ammassi  di carne in calore.

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da superetrusco il 07/08/2012 18:32:16

    Insomma: chi non tromba (scusate!) è perduto! Mi sembra che qui si equivochi il rosso dell'eros con qualche altro rosso ... ma comunque, aldilà di tutto questo: che ciascuno faccia quel che gli pare con chi gli pare (purchè magari consenziente) ci può anche stare...ma deve proprio sbatterlo sul muso agli altri? Anche il cibo è un piacere e una necessità, ma io non sento il dovere di andare a masticare sotto il muso degli altri!

  • Inserito da Fausto il 07/08/2012 18:10:55

    Moralisti a caccia della libertà umana hanno oppresso le masse per trarne profitto. La sessualità è categoria umana delegata a fornire un piacere, uno dei primi nella scala di valori concessi ai viventi. Condizionare tale piacere dettando se come quando si può esercitare è operazione contro i diritti umani. Tale oppressione ha deviato e condizionato miliardi di individui, danneggiando gravemente la loro vita. Tutto è cambiato dalla scoperta del software del corpo umano, il dna, nel 1965. Tutto quello che è stato detto prima da chiunque, specie filosofi, religiosi, legislatori, etc. non vale più. La natura umana deve essere rispettata e vissuta per quel che è. Nessuno osi più dettare i suoi convincimenti personali, derivanti da menti deviate, agli individui. L'oscenità è nel tentativo di imporre qualcosa a qualcuno per i propri subdoli interessi (religioni, legislatori), non nel mostrarsi nudi o nel far sesso con chi e come ci pare. Ogni moralismo è contro la vita, l'inquisizione cambia regia, passa agli "eretici" ai liberi pensatori. I dogmatici saranno avviati al rogo, dopo tortura, secondo loro usanze spacciate per giudizio divino (ogni dio inventato esprime la legge dell'inventore, miserabili). Si chiama legge del contrappasso.

  • Inserito da Fausto il 07/08/2012 18:07:42

  • Inserito da Loredana il 07/08/2012 12:40:05

    Trovare il giusto mezzo tra le due vie, sessuomania e sessuofobia: una bella sfida, ma si può fare...sfrondando gli eccessi, sia da una parte, sia dall'altra. Mi sono resa conto che il sesso è una cosa molto complessa, per poterla etichettare solo in un senso (estrema libertà/estrema sporcizia), e anche da trattare. Parlarne? Non parlarne? Evitare i doppi sensi? Esprimere liberamente le pulsioni, anche solo a parole? Credo che l'intelligenza, la sensibilità e l'attenzione verso chi c'è in quel momento, e in quale contesto ci troviamo, possa aiutarci a risolvere la questione. E anche un po' di umorismo, che stempera sempre gli animi e aiuta a vedere più punti di vista dello stesso argomento. E ammetto che parlare di sesso, qualche volta sia davvero una fatica improba...

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