Editoriale

Il logo delle Olimpiadi, con quel disegno un po' così

Difficile da digerire all'inizio, pian piano lo abbiamo apprezzato

 

di  

ono passati ormai 5 anni da quando è stato mostrato il logo ufficiale delle Olimpiadi di Londra 2012 . 

Molti già lo conoscevano, altri lo hanno visto solo di recente, e dopo aver gustato la cerimonia di apertura, personalmente, mi ritrovo con una sorpresa, un cambiamento di opinione netto, una conversione assolutamente inaspettata!

Questo marchio che ha causato, all’inizio, sorpresa nel pubblico e che è arrivato ad unire vari gruppi per una petizione affinché fosse ritirato e sostituito, si è trasformato davanti ai miei occhi, nella rappresentazione perfetta di quello che è Londra, di ciò che rappresenta e della sua capacità di differenziazione che dimostra giorno dopo giorno nelle sue manifestazioni sportive.

Questo logo è stato ed è tuttora causa di controversie, deriso e disprezzato da molti, ma avendo vissuto un mio cambiamento personale di considerazione nel giro di poche ore, mi chiedo se tale sentimento abbia coinvolto anche il resto, o parte, della gente.

Per il sottoscritto, dopo attenta analisi individuale, il marchio ha seguito tutte le regole dell'innovazione e della creatività:

Liberandosi dallo stile segnato dai predecessori

I cerchi, simbolo dei Giochi Olimpici, sono stati introdotti in background, lasciando al logotipo di difendersi da solo.

Ha inserito i toni ispirati alla gamma CMYK ( l'acronimo per Cyan, Magenta, Yellow, Black, un modello di colore ... la quadricromia) evitando l'uso allettante e sicuro dei colori della bandiera della nazione, blu, rosso e bianco.

I colori della Union Jack, dobbiamo ammettere, sono stati la base di ispirazione di grandi progetti, oggetti e immagini, ma non vi è alcuna regola che stabilisce che, evitando l'ovvio, non possa conservarsi il sentimento di patriottismo, insieme ad alcuni degli attributi più rappresentativi della città anfitriona.

Il rischio dell’innovazione.

Di fronte al pericolo di fallire a causa della disapprovazione da parte del pubblico, gli organizzatori, con i designers, sono stati fermi assertori e sostenitori del progetto e della sua ragion d’essere.

Neanche si sono persi, o leggermente sfumati, gli obiettivi di marketing del progetto, davanti al desiderio di emergere e produrre un materiale differente e controverso. 

     

Nuovi sbocchi.  Questo design, (anche in previsione futura delle Olimpiadi) è riuscito a        rompere con la perpetuità delle forme e dimostrato, 5 anni dopo, che tale grafico libera orgogliosamente l’essenza di una città e ciò che vuole significare con i Giochi Olimpici.

Londra è una città chiassosa, piena di energia e di tendenze, interessante, culturalmente evoluta, sorprendente, eccitante, piena di gente ed esperienze diverse, audace ed a volte  perfino svergognata.

Ogni dettaglio della cerimonia di apertura, ha riflettuto i temi e le priorità chiave delle  Olimpiadi, basandosi sul dinamismo e lo sport, l'ispirazione, la gioventù e la trasformazione urbana. Tutte cose riscontrabili nel logotipo.

Concludendo, tale immagine, anche se non riusciamo ad interpretarla a prima vista, rappresenta, in maniera estremamente semplice, la scritta 2012 tracciata da una sorta di graffito.

 « Il sogno dell’artista è comunque quello di arrivare al Museo, mentre il sogno del designer è quello di arrivare ai mercati rionali» Bruno Munari. 

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