Si muore di povertà

Se gli incendi sono di uomini disperati

Questi suicidi d'indigenza sono oramai all'ordine del giorno nella nostra società

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Da gennaio a oggi,  siamo venuti a conoscenza di moltissimi suicidi dovuti alla povertà.

Si parla di pensionati, industriali, artigiani, operai oberati in profondità dai debiti, che decidono di farla finita.

Tutto ciò dipende dai fallimenti governativi precedenti e attuali, che stanno facendo precipitare l’Italia in uno scoscendimento senza, per ora, possibilità di salvezza.

Il nostro Paese è molto più addietro rispetto alle più grandi potenze economiche europee e mondiali, e con l'aumento delle tasse, il costo della vita sempre più alto, l’assenza di liquidità e la mancanza di lavoro, inducono gli italiani a soffrire condizioni umilianti e avverse, nelle quali la parola d’ordine è sopravvivere.

Alcuni, non ne sono capaci e, come un italiano di 40 anni, che dopo essersi cosparso di liquido infiammabile, si è dato fuoco venerdì sera davanti al Parlamento, in piazza Montecitorio, a Roma, cercano rifugio nell’ unica possibilità di salvezza: la morte.

I motivi di quest’ultimo gesto restano ancora ignoti, ma sicuramente non si distaccheranno dalle solite argomentazioni: tasse inique, situazioni degradanti, etc etc.

Gocciolando sangue, per uno status economico in cui versa la Nazione con previsioni di pesante dissesto, recepito sempre maggiormente come un'immemore vergogna, a causa del mancato ottenimento del programma di una vita, certuni, quelli che non vedono più nessun orizzonte di aspettativa, si snaturano fino a diventare delle vittime senza possibilità, punite con la morete da un’ organizzazione economica che non li garantisce più.

Siamo, pertanto, tutt’oggi, a definirli suicidi d’indigenza, e queste persone, siano esse artigiani, operai, industriali o impiegati, costrette -a causa della disperazione- a cessare l’attività imprenditoriale,  a chiudere il negozio o, come per certi pensionati, a vedersi ridurre la propria retta mensile nonostante il carovita in irrefrenabile aumento.

Una triste esistenza che estesamente avanza in una società che, indifferente e offuscata, non intravede la tangibile drammaticità in cui, passo dopo passo, si sta incanalando.

Intanto, però, nel totale disinteresse, tra i tanti milioni di euro dilapidati inutilmente, tra gli scandali sui rimborsi elettorali, e altre porcate simili, vagano gli spettri delle vittime dei suicidi d’ indigenza cui, al momento presente, nessuno ha voluto dar credito.

Proseguiremo su questa strada?

Io, credo, che continueremo con l’impassibile e sdegnosa soluzione di officiare i loro funerali in forma solenne, quando va bene, come per le vittime di guerra, ossequiate da questo o quel politico di turno, e definite Esequie di Stato.

Ecco quale sarà la soluzione a tanto dolore.