Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
nche quest’estate il gossip politico-scandalistico riguarda il presidente della camera Gianfranco Fini, dopo l’appartamento di Montecarlo è la volta dell’albergo a Orbetello.
Riassumiamo velocemente i fatti per chi, al fine di evitare almeno nel periodo di vacanza travasi di bile aggiuntivi allo sconforto quotidiano, si fosse sanamente estraniato dalla cronaca.
A quanto pare un albergo di Orbetello in Maremma, è stato “colonizzato” dalla scorta del Presidente della Camera, nel senso che un certo numero di stanze sono state affittate per l’intera estate, o quanto meno per i due mesi estivi, per permettere le vacanze di Fini e della sua famiglia. La spesa ovviamente non è risibile, se si pensa che si tratta di vacanze e se si pensa alla tragica situazione economica nella quale ci stiamo dibattendo.
Inoltre francamente due mesi di soggiorno in albergo sembrano veramente troppi pensando oltretutto che il Parlamento ha chiuso per ferie per un solo(!) mese.
Libero, e poi il Giornale, hanno giustamente sollevato il problema, ma lo hanno fatto male accusando Fini di approfittarsi dei privilegi che la legge gli consente e anzi di travalicarne i limiti, e ora l’accusato ha buon gioco a querelare il quotidiano di Belpietro per diffamazione, infatti tutti sanno che la gestione delle scorte non dipende dallo scortato, ma, a seconda i casi, da varie autorità che comunque fanno capo al Viminale. Nel senso che chi ha diritto a una scorta può in ipotesi chiedere qualunque estensione e utilizzo della medesima sproporzionato al bisogno, ma c’è un organo di controllo che stabilisce se e come, quando e quanto la protezione deve essere estesa.
Non solo, ma chi è sotto protezione non ha neppure il potere di sottrarsi alla medesima, la deve subire, diciamo così, con le modalità previste da chi ha predisposto la scorta in ordine al livello di allarme della persona in questione.
Quindi, per quanto il Presidente della Camera abbia fatto tutto il possibile per meritare la sfiducia e la riprovazione politica e etica di chi lo aveva eletto in Parlamento, questa volta è innocente e non condannabile. Certo si poteva auspicare da lui quella sensibilità e attenzione che gli facesse scegliere di ridurre al minimo il tempo di vacanza propria e della famiglia, in maniera da pesare il meno possibile sull’erario sapendo come funziona la faccenda, ovvero fare il seguente ragionamento: poiché sono obbligato alla scorta e poiché lo è anche la mia famiglia, visti i tempi, facciamo come sono obbligati a fare la maggioranza degli italiani, tagliamo un po’ di vacanza e facciamo risparmiare lo Stato. Anche se non si tratta di un risparmio tale da risolvere alcunchè, do un segnale di solidarietà a tutti quegli italiani costretti a rimanere a casa perché non possono spendere, vista la terribile situazione economica nella quale ci stiamo dibattendo.
Per carità, Fini non era obbligato a farlo e in effetti nessuno lo fa dei politici che ci governano o ci rappresentano, quindi …
Quindi la responsabilità dello spreco, legato alle vacanze del Presidente della Camera, è di qualcun altro. Il ministro Cancellieri ha doverosamente predisposto un accertamento quindi ha dichiarato che non era nella disponibilità di Fini decidere la gestione della sua numerosa scorta. Però il ministro si è fermata lì, almeno a quanto sappiamo, non ha fatto l’ulteriore passo che avrebbe dovuto fare, ovvero predisporre una revisione delle regole che stabiliscono le modalità di protezione, proprio pensando ai momenti di crisi acuta che stiamo attraversando. E questo non va bene.
E allora parliamo un po’ di scorte e scortati.
Non ho dati certi, ma credo che, almeno in Europa l’Italia, abbia il più alto numero di agenti impegnati in servizi di scorta. Facciamo due conti intuitivi.
Oltre alle prime tre cariche dello Stato e al Presidente del Consiglio, hanno la scorta il direttori dei giornali o almeno una parte di loro, hanno la scorta una parte di parlamentari, vedi il famoso caso dell’On Finocchiaro sorpresa all’Ikea a lasciare che gli agenti le facessero da collaboratori domestici, ma anche una parte di ex ministri: Alfano ce l’ha sotto casa e piuttosto imponente con relativa area bonificata anche dal parcheggio delle macchine (come avviene davanti alle sinagoghe, tanto per intendersi).
Hanno la scorta alcuni giornalisti e alcuni scrittori, ce l’hanno molti magistrati (anche se si è purtroppo visto che se la mafia vuole farli fuori non c’è scorta che tenga, si pensi a Falcone e Borsellino).
Molte di queste scorte sono semplici tutele, un solo uomo armato al seguito, altre sono imponenti con tanto di auto blindata e due macchine di appoggio, altre ancora non prevedono impiego di vetture blindate ma di almeno un paio di uomini o tre.
Ovviamente noi paghiamo questi uomini e donne che vengono dedicati alla protezione di personaggi ritenuti a rischio, e ovviamente gli stipendi (diciamo così) sono almeno il doppio dell’effettiva scorta perché ci sono i turni essendo spesso scorte in h.24.
Ecco lo scandalo è questo! Naturalmente gli scortati non hanno responsabilità perché non hanno chiesto loro la protezione, pare anche che non possano rinunciarvi. Nel caso di civili, direttori di giornali, giornalisti, scrittori o simili sono le autorità che stabiliscono la necessità della scorta. E i poveretti, obtorto collo, così dicono, subiscono questa privazione della libertà personale!
Però mi chiedo: come mai gli autorevoli giornalisti, scrittori e direttori di giornali costretti a questa terribile limitazione della libertà personale non fanno dalle pagine delle loro testate una bella campagna per rinunciare a questo privilegio… pardon, a questo peso in nome del risparmio che tutti predicano per gli altri?
Curiosa, veramente curiosa questa pazienza!
Inserito da Pinuccio Tarantini il 16/08/2012 11:43:54
Cara Simonetta, sai che Pinuccio Tatarella, da Vice Presidente del Consiglio, non ha mai accettato la scorta? Evidentemente si può ! Con molta stima.
Inserito da Mauro Scarpitta il 14/08/2012 16:28:14
Nel lontano 9 novembre 2003 ero tra i pochi che, a Milano e dopo il suo viaggio in Terrasanta, fischiarono pubblicamente Fini, sfidando l'ira funesta di Ignazio e dei suoi bodyguard; quindi non posso che rallegrarmi di ogni disavventura che capiti al duplice imperdonabile errore di Almirante. Ma concordo con lei sulla (aggiungo consueta) maldestra incapacità dei propagandisti berluscones di mettere in piedi una campagna contro avversari che non abbia falle e lacune. Con il passare del tempo ho anche rivalutato quel Manzoni (detestabile per l'età in cui si frequentava il Liceo)scolpitore di tante figure emblematiche della gente italica tra cui spiccano Azzeccagarbugli e Don Abbondio. Sul primo non occorre spendere troppe parole: lo incontriamo ogni volta che abbiamo a che fare con la pubblica amministrazione, che non chiamo Stato perchè da buon "nostalgico" assegno a quella parola un valore gentiliano. Don Abbondio di religioso ha l'abito ma è un dettaglio; il suo profilo descrive invece proprio quei clercs cui lei chiede un atto di dignità e coraggio.E quando mai ne sarebbero capaci? Abilissimi nelle interviste al burro e salvia, appecoronati al potente di turno e alla sua corte, quale autostima potrebbero nutrire se privati della scorta?
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