Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
opo la prima fiammata mediatica dovuta alla loro condanna a due anni di reclusione per aver profanato la cattedrale di Mosca con un concerto punk nel quale invocavano l’aiuto della Madonna per liberare la Russia da Putin, le tre Pussy Riot sono scomparse dalle pagine dei nostri giornali. L’indignazione mondiale per la condanna si è spenta come un fiammifero assai corto?
Francamente non abbiamo prove per dimostrarlo, ma la sensazione è sempre la solita: che in questi casi l’informazione usi un episodio di cronaca per imbastire un evento (in questo caso anti-Putin, come avrebbe potuto essere anti-Berlusconi in altre condizioni o momenti storici), poi tutto si spegne e scompare, anche perché gran parte dei lettori mostra di non apprezzare la difesa delle tre ragazzotte francamente antipatiche. E i giornali, si sa, devono vendere, e non possono e non vogliono spiacere ai loro acquirenti.
Anche Totalità ha condannato la durezza della sentenza (non difeso le canzonettiste, c’è una bella differenza), una sentenza sproporzionata e assurda, ma soprattutto una sentenza incongrua al sistema di valori, etica, morale, e principi della nuova Russia. Una sentenza in linea con il vecchio modo di sentire dell’Unione Sovietica Comunista dove la maggiore tutela era per l’inviolabilità dei sacri principi del comunismo.
Ma oggi?
Personalmente, avrei sottoscritto la condanna se il fatto fosse avvenuto in un paese dai saldi, antichi e condivisi valori religiosi. Anzi dirò di più, l’avrei invocata, nella generale disapprovazione e pubblico ludibrio, se qualcuno avesse fatto una cosa simile in una qualunque chiesa o cattedrale italiana.
A questo proposito mi corre l’obbligo di un piccolo inciso. Non è facilissimo vedere la differenza fra la musica che negli anni ’70 imperversò, durante le celebrazioni della messa, nelle nostre chiese con motivi, melodie (si fa per dire) e strumenti degni di qualunque concerto rock, e che la Chiesa del Concilio Vaticano II incoraggiava per andare incontro ai giovani, cioè per far scendere la Chiesa al loro livello estetico e spirituale, piuttosto che cercare di innalzare gli stessi giovani ai principi, valori ed estetica della Chiesa.
Torniamo ai russi e al loro intransigente codice penale. Ma soprattutto torniamo a quella condanna che sa tanto di inquisizione fuori tempo e soprattutto fuori luogo.
E soprattutto torniamo ai russi. Avete presente chi sono i rappresentanti della società che ha generato quella condanna? E soprattutto avete presente quella condanna quale tipo di società vuole tutelare?
Se non vi è mai capitato, fatevi un giro dalle parti della Versilia, o della Sardegna, o dei vari altri luoghi che essi scelgono per le vacanze.
I russi sono ricchi, immensamente ricchi, non abituati ad esibire ricchezza e privilegi dopo quasi un secolo di Comunismo vivono l’ubriacatura della sfoggio cafone, arrogante, volgare, e talvolta anche generoso.
Lasciano mance da centinaia di euro, fanno spese faraoniche, si fanno costruire case pacchiane in stile hollywoodiano con immense piscine decorate nei modi più inconcepibili: grotte artificiali, e assurdità simili. Viaggiano con automobili grandi come pulmann che guidano con sorprendente noncuranza delle regole stradali, tanto le multe che arrivano loro sono noccioline rispetto al budget che hanno a disposizione.
Osservateli quando fanno la spesa in un supermercato, non loro super-ricchi ma un paio di loro inviati. Fanno spese faraoniche (e questo buon per la nostra economia), ma nell’assoluta indifferenza dei diritti degli altri acquirenti: occupano una cassa con un carrello pieno di roba, poi mentre dietro di loro si è formata la tradizionale fila di altre persone in attesa di pagare, continuano a portare roba facendosi largo a suon di biglietti da 500 euro (pagano solo in contanti, ovunque e qualunque cifra), poi magari se non hanno trovato un pacchetto di noccioline costringono la cassiera ad andare a cercarle. Mentre dietro di loro la fila aumenta.
Si potrebbe continuare con una lunga descrizione circostanziata del capitalismo selvaggio, immorale, privo di qualunque etica, illiberale, rappresentino i russi della generazione di Putin.
Ecco perché non si possono permettere di fare gli inquisitori nei confronti delle tre scemette punk, ecco perché fa orrore la condanna.
Non si tratta della giusta punizione a chi ha trasgredito un ordine morale, etico, una misura nel comportamento, una legge che tutela la civile convivenza. Si tratta di una punizione nei confronti di chi interpreta in maniera non convenzionale il nuovo capitalismo russo e le sue finte libertà.
No, cari amici. I russi non si possono permettere di allestire un tribunale da inquisizione verso tre cretinette punk, sarebbe come se negli inferi satana condannasse tre streghette dissidenti in nome dell’etica e della morale.
Inserito da Loredana il 20/08/2012 12:47:35
Quanto mi piace questo articolo. In effetti, questa vicenda di queste tre ragazze ha anche punti controversi. Vista dall'ottica dei comportamenti dei nuovi russi (i paperoni che vanno in giro a spendere quantità fluviali di soldi), questa condanna da Inquisizione perde parecchio della sua credibilità. A proposito dei suddetti comportamenti, ho in mente un servizio del TG5, credo, di qualche anno fa, sui nuovi turisti della costa romagnola. Al Grand Hotel di Rimini, la maggior parte degli ospiti era di origine russa, che spendevano in media 1500 Euro al giorno (sì, 1500 Euro, non è un errore di battitura) tra soggiorno, e una serie infinita di extra, fatti di vassoi stracolmi di frutta, flute di champagne (Dom Perignon per iniziare, e altre marche prestigiose per spaziare) serviti in qualunque momento della giornata, serviti e imboccati da hostess assunte appositamente dall'Hotel. L'ironia composita della situazione mi ha colpito con forza: la Romagna è/era una delle regioni rosse per eccellenza, che si ispirava direttamente ai principi del comunismo russo, ora "invasa" da queste schiere di "big spender", di origine russa. Non c'è qualcosa che stride? E' lo stesso rumore di fondo che sento in questa sentenza di condanna delle tre ragazze.
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