Parla Valentuomo

Ida Magli, «il Giornale», 3 novembre 2011

La debolezza dell'Ue, causa prima della mancanza di fiducia dei mercati, dipende prima di tutto da questo: non esiste la comunità dei popoli, non esiste nessuno Stato a nome Ue. D'altra parte, però, i singoli Stati hanno rinunciato a battere moneta, per cui a garantire la moneta europea non c'è nessuno: né gli Stati nazionali né lo Stato Ue. Né si dica che allora bisogna rafforzare i legami politici unendosi di più perché la comunità dei popoli non si crea a tavolino.

Ora, però, di fronte al baratro in cui stiamo sprofondando dobbiamo trovare il modo per costringere i politici a riappropriarsi della sovranità monetaria e nazionalizzare la Banca d'Italia. Lo diciamo anche solo in nome del buonsenso. Si parla di «contagio»: dalle malattie ci si salva scappando lontano dalla fonte. Il premier greco sicuramente ha parlato di un referendum pensando di poter portare, con l'avallo dei cittadini, Atene fuori dall'euro..

l nostro governo non ha bisogno di referendum: esiste già da molto tempo una maggioranza di parlamentari, economisti e semplici cittadini che è convinta non vi sia altro da fare. Inutile scaricarsi le colpe gli uni con gli altri: il gravissimo errore è stato compiuto quando è stato deciso di entrare nell'euro. Perciò la situazione rimarrebbe la stessa anche se si cambiassero i governanti.

Si pensa di far andare al governo un economista o un banchiere? Sarebbe la decisione peggiore perché il potere racchiuso nelle mani dei banchieri sancirebbe formalmente la fine della democrazia e della forza degli Stati. I politici italiani se ne convincano: uscire dall'euro sarà un atto di forza, non di debolezza.

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