Editoriale

L'inquietante orgoglio dell'egoismo

Non solo la casta: da Selvaggia Lucarelli a Emilio Fede quelli che erano i beniamini del pubblico non comprendono che i tempi sono cambiati e che la gente ha bisogno di solidarietà

Madame de Stael

di Madame de Stael

ignora mia che tempi! Che tempi, c’è tanta cattiveria nel mondo! Pensi cosa mi è successo, ho scritto su facebook che ero andata a mangiare il sushi e sono stata subissata di commenti perfidi tipo: –beata te che te lo puoi permettere!– o peggio c’è stato chi mi ha scritto con astio: –io non posso nemmeno portare i miei figli a mangiare una pizza!–”

“Ragazzi, io non vivo più da quando ho detto che Mediaset mi dà 20.000 euro al mese sono stato travolto da insulti, minacce, gente che mi telefona dicendomi di tutto. Non ce la faccio più, il mio errore è stato di ammettere quanto guadagno; e allora i calciatori che prendono milioni? Guardano solo a questo e non ai miei problemi…”

I due tapini che si lamentano sono nell’ordine: Selvaggia Lucarelli a La7 e Emilio Fede alla Zanzara, entrambi autenticamente affranti per i “maltrattamenti” verbali subiti da coloro che dovrebbero essere loro fan.

Proprio non capiscono, la bella Selvaggia e l’ormai agée Emilio, perché il sushi e i 20.000€  (della cui esiguità peraltro si è lamentato) irritino i cittadini comuni.

Quest’estate prima la Santanché poi Feltri hanno pubblicamente fatto l’elogio della ricchezza dicendo che non è un reato essere ricchi.

Tutto vero, hanno tutti ragione e sottoscrivo la loro costernazione.

Che c’è di riprovevole nell’andare a mangiare il sushi quando se ne ha voglia? E lamentarsi di 20.000€ quando si è abituati a perdere centinaia di migliaia di euro al tavolo verde? Perché se si guadagna bene e si sono messi da parte tanti soldi si dovrebbe averne vergogna?

No, no, no, w la ricchezza, odio i pauperismi ideologici i cui adepti di solito vorrebbero imporre a tutti anche con la forza (i ricchi non si sognano affatto di pretendere che tutti siano milionari, anzi non si batteranno mai perché ciò avvenga, sono veri libertari che non hanno intenzione di imporre al prossimo il proprio stile di vita).

Detto questo confesso che la Lucarelli, Fede, Santanché e Feltri mi hanno profondamente irritato.

Si tratta di personaggi diversi, intelligenze diverse, professioni diverse, ma tutti e quattro hanno in comune una sostanziale dipendenza dal pubblico che li legge, o li ascolta, o li vota. Una dipendenza che non significa obbligo dell’ossequio populistico, o dell’atteggiamento demagogico, ma pretende la capacità di interpretare e dare voce alla sensibilità di chi li ha collocati nell’empireo della notorietà.

In tempi di crisi che morde, come sta avvenendo in questi mesi, in tempi in cui la classe media è ormai sulla soglia della povertà e quella medio-alta la segue a ruota (figuriamoci come stanno gli altri!) emulare Maria Antonietta non è indice di particolare capacità di interpretare il proprio ruolo.

Insomma è un po’ come andare ad un funerale vestiti con abiti chiassosi ed esibendo la propria legittima felicità; non è un reato, non è cattiveria, ma non si fa. Non si fa per rispetto del dolore di chi è colpito dal lutto di quel funerale, non si fa per pudore, o se non si hanno siffatti sentimenti, non si fa per semplice educazione. Se poi non si riesce proprio a nascondere la propria incontenibile gioia e allegria si evita di andare al servizio funebre.

Sono tempi bui, la cui cupezza è amplificata da una diffusa mancanza di compassione ma soprattutto dal tripudio dell’egoismo personale esibito con orgoglio, senza vergogna, senza pudore.

Un modesto, banalissimo, elementare sentimento di solidarietà, compassione appunto, è impossibile da spiegare a chi ritiene di far ruotare tutto intorno a se stesso e c’è il rischio di sentirsi infamare con l’argomentazione più triviale e oscena: se sono felice perché devo vestirmi di ipocrisia e fare la faccia addolorata ad un funerale, certo mi spiace sia morto, sono anche andato a rendergli omaggio seguendo il servizio funebre, ma perché essere falsi e ipocriti?

Già, perché? E mentre cerchiamo la risposta a questa domanda andiamo tutti a fondo.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da gabriele il 29/09/2012 16:59:07

    Ma come, quattro "ricchi", e tutti non dichiaratamente di sinistra! Questo sì che è uno scoop" Ce ne sono migliaia più ricchi in italia a cui magari la domanda non la fanno, capisco che la par condicio è una vecchia baldracca usata solo quando serve, ma almeno un "ricco" compagnuccio ce lo potevi mettere, avresti reso meno ridicolo il tutto, ma solo perché non riesco a immaginare, eppure esiste a quanto vedo, una persona che cita Feltri per quello che ha risposto a una domanda idiota riguardo la proposta di fare il parlamentare a cui con ironia ha risposto dicendo che i parlamentari sono pezzenti perché lui guadagna di più quindi preferisce dirigere un giornale. Da quello che si vorrebbe lasciare intendere all'utente medio, cioé che questi personaggi di destra ostentano la propria ricchezza alla faccia dei poveri io capisco invece solo una povertà di idee e una malcelata appartenenza a una ideologia buonista e inutile. Grazie dello spazio che mi concedete!

  • Inserito da Crispino il 04/09/2012 14:36:23

    Gia' perche' ? Chi alimenta il senso della solidarieta' e di appartenenza alla comunita' nazionale partecipa piu' sinceramente e spontaneamente ai problemi ed alle angoscie del suo prossimo. Chi per contro esaspera il senso egoistico ed egocentrico del liberalismo piu' spinto partecipa molto meno. Ipocrisia a parte. E senza accuse di alcun genere a chi, beato lui, e' ricco.

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