Come risalire la china

Famiglia, lavoro e studio per la ripresa dell'Italia

Settembre, ogni anno, ripropone agli italiani come riprogrammare l'anno lavorativo, chi ce l'ha

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Famiglia, lavoro e studio per la ripresa dell'Italia

Quel salto di qualità indispensabile per la ripresa dell’Italia.

Settembre, per quasi tutti gli italiani, segna l’inizio del cosiddetto anno lavorativo.

Le scuole riaprono i battenti, e le famiglie ponderano nuovi progetti con la speranza di realizzarli.

Praticamente, ci si riappropria della quotidianità, e anche gli innumerevoli canali televisivi, dopo averci somministrato gli stessi rimasugli di magazzino di ogni anno,  si ripropongono con un minimo di programmazione decorosa.

Abitualmente, si ricomincia dopo un giusto e meritato intervallo vacanziero, sebbene quest’anno molti nuclei familiari, come ben abbiamo appreso dai media, se ne sono restati a casa, o hanno programmato vacanze mini, ridotte a pochi giorni.

La crisi impera, e sembrano non esserci per ora segnali di ripresa.

Innumerevoli famiglie sono terrorizzate e non conoscono più la parola progettare, angosciate

per il proprio lavoro e i figli, ma anche per l’andamento inquietante del nostro Paese.

Ormai sono due anni che l’Italia versa in condizioni pietose e la ripresa appare, ogni giorno di più, dipendere molto dagli altri che da noi stessi, intendendo per noi gli statisti attuali.

Non passa giorno che la fastidiosa Merkel non ci rinfacci qualcosa, e ci faccia pendere dalle sue screpolate labbra o che, organismi finanziari, ci apprezzino ( rare volte) o ci biasimino apertamente.

Servirebbe, al contrario, che i cittadini italiani recuperassero la fiducia smarrita da tempo, grazie ad una più adeguata ripartizione dei carichi secondo l’apporto personale finanziario di ciascuno.

Da sempre, difficilmente, i ricchi versano lacrime in Italia, mentre i nuclei familiari vengono prosciugati al limite dell’inverosimile e vengono considerati esclusivamente riguardo a metodi di rigore, quali nuove e improponibili tasse, aumento vertiginoso dei prezzi (vedi benzina), dimezzamento e sospensione pensionistica, precarietà lavorativa.

Il Governo, a questo punto, deve assolutamente riuscire ad aumentare la crescita, riproponendo un vero, fattivo sostegno alla famiglia, poiché investendo su di essa significa, innanzitutto, accrescimento dell’ adesione sociale e collettiva, di cui ha bisogno l’Italia.

In primis, occorre applicare delle norme d’imparzialità fiscale a seconda della famiglia considerata.

Con la dovuta attenzione va, difatti, risanata l’ intollerabile differenza di elaborazione fiscale per i nuclei familiari con figli e carichi di altra natura.

Non è, per niente, giusto che una persona (single) e un’intera famiglia, a parità di rendita, paghino le stesse cifre in merito alle tasse.

Ma non riusciamo a capire che l’Italia è un paese di anziani, e che senza figli e nuove prospettive generazionali non possiamo andare più avanti, ma anzi regrediamo profondamente?

Dov’è il futuro dello stivale, per ora non riusciamo a percepirlo; investiamo, allora, sulle nascite.

 A seguire, dobbiamo assolutamente risolvere il problema lavoro, in particolar modo quello dei giovani, in quanto non esistono solleciti atteggiamenti di sostegno verso l’inserimento delle nuove generazioni in questo campo.

Il tutto potrebbe dirimersi con un tollerante, e non precario, avviamento al lavoro.

Concludendo, è importante fronteggiare anche il problema scuola, educazione.

Non è il fatto di investire più o meno risorse nelle scuole, ma di creare una nuova fase innovativa che abbia come basi portanti l’autonomia e la libertà in tutto l’apparato socio-educativo.

Se i genitori, assieme ai figli, si uniranno, in un’ efficace alleanza con gli organismi scolastici, non potranno mancare apprezzabili risultati.

Insomma, la famiglia, il lavoro, l’educazione dei figli sono le fondamenta su cui riorganizzare una nuova crescita all’interno della quale siano, però, coinvolti tutti gli italiani.

Capito, Monti?

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Angelica il 05/09/2012 14:08:58

    da anni parliamo di diminuzione delle nascite,ma come si può pensare di condannare gli innocenti, di cui siamo responsabili,ad una vita infame, senza possibilità di lavoro, di un futuro .Se sono proprio i trentenni , ipotetici genitori, dipendenti ancora dalla famiglia originaria, a ingrandire le fila dei disoccupatii per un primo lavoro,che famiglie possono creare ? La popolazione invecchia e ha bisogno di assistenza ,che viene diminuita, come potrebbe già insufficiente a se stessa provvedere ad altrinuclei familiari ? Eppure i figli sono una forza lavoro indispensabili allo sviluppo della società , al progresso e al ricambio.Sono altri i figli che aumentano, non i nostri. Dalla famiglia, primo esempio di società si deve ricominciare .

  • Inserito da sofia il 05/09/2012 12:47:39

    uno dei pezzi più belli letti degli ultimi dieci anni. Complimenti

  • Inserito da Loredana il 05/09/2012 12:43:42

    Anche questo sembra un settembre nero. L'unico sollievo che ora sentiamo è quello dalla morsa del caldo, ma per il resto, se dobbiamo ascoltare i pareri di tutti, dalla Merkel alle agenzie di rating, al nostro incoraggiante Ministro dello Sviluppo Economico, finiamo per infilarci tutti un cappio intorno al collo. Solo Draghi mi sembra l'unica voce che almeno sprona ad andare avanti. La situazione non è affatto piacevole, e siamo lontani dalla fine del tunnel. Il Signor Monti dovrebbe prendere atto dei punti elencati in questo articolo e METTERE IN PRATICA, ripeto IN PRATICA, misure per rianimare il paziente Italia, e non spingerlo nella tomba, e non solo metaforicamente! E far tacere le cornacchie, una volta per tutte. Anni fa siamo usciti da un dopoguerra devastante. Lo faremo anche ora!

  • Inserito da BEA il 05/09/2012 12:43:19

    Articolo eccellente, niente da aggungere. Dalla mia parte: sono sempre di più esterrefatta davanti all'arroganza e prepotenza germanica chi mi fa persino crescere l'odio. So bene perche no vi vado più!

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