Matteo Renzi, il bluff della politica

Il sindaco di Firenze di cui tutti parlano, senza però capire cos'ha in testa

Chiedete, chiedete ai fiorentini cosa pensano del suo matteino!

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Il sindaco di Firenze di cui tutti parlano, senza però capire cos'ha in testa

Matteo Renzi

Tutti parlano di Matteo Renzi, di questo fenomeno da baraccone così rimarchevole che fa di tutto meno che fare politica.

Lo definiscono un gigante della nuova politica; sì, ma d’argilla.

Il fiorentino telegenico, il nuovo Berlusconi, colui che si tuffa a peso morto sulle primarie degli ex-comunisti per farsi odiare dalla stantia nomenklatura rossa, così da attirarsi le simpatie della destra e del folto gruppo di dissidenti interni di Bersani.

Ma da dove è venuto, chi lo conosce e, soprattutto, come si permette di voler azzerare la così detta politica dei vecchi per far posto a quella dei giovani: come lui?

Ma per favore, non vi rendete conto che lui, insieme a Grillo, è uno dei più grossi bluff della politica degli ultimi vent’anni?

Uno che dice e non dice, che si fa scudo del suo slogan da scuole elementari “dobbiamo rottamare la politica italiana”, mentre Firenze, di cui è sindaco, langue sotto montagne di problemi.

Chiedete, chiedete ai fiorentini cosa pensano del suo matteino!

Tutto quanto non è altro che l’avvisaglia di un totale fallimento dei valori all’interno della politica di sinistra, della sua malnata sorte storica e del suo basilare credo portante.

Renzi, il fiorentino senz’idee,  sembra corteggiato massicciamente dal PDL, e ciò 

-altro non è- che la vittoria dei suoi intendimenti: scatenare l’inferno nel PD e farsi amici nell’altro schieramento.

Ecco il suo giochetto, da cui si eleva un Matteo Renzi furbastro più che conoscitore dell’arte del governare.

Nel PD in molti lo detestano, come sarebbe stato disapprovato Alfano se si fosse comportato con simil arroganza; chiunque non avrebbe sopportato quella sua aria da risolutore finto che ben presto, invece, si è trasformata in puro egoismo e desiderio di potere.

Se l’attuale sindaco di Firenze non avesse trovato questo escamotage di vivere nettamente equidistante dai due confini politici oggi non sarebbe niente e nessuno e, quando, uno dei gruppi avrà la sventura di assoldarlo si renderà conto, come i fiorentini adesso, dell’errore madornale compiuto.

Insomma se il PD, ora come ora, deponesse le armi e desse una bella pacca sulle spalle all’ex frequentatore di quiz, il nostro matteino risulterebbe ben poca cosa, appena sopra lo zero assoluto. 

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