Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Andrew Dennis Nilsen
“Temevo di svegliarlo per paura che mi abbandonasse. Tremando come una foglia lo strangolai. Egli si dibatteva, e quando morì ricomposi il suo giovane corpo nel letto vicino a me; fu il principio della fine della vita che io, per la prima volta, conobbi. Iniziai a percorrere, da allora, l’oscuro viale della morte."
La storia di Andrew Dennis Nilsen è, al primo impatto, veramente incredibile.
Era un uomo così tormentato dalla solitudine che uccise i suoi diversi amanti per ansia da abbandono.
Il 3 febbraio 1983, al 23 di Cranley Gardens, a nord di Londra, gli inquilini del palazzo scoprirono che i loro servizi igienici erano bloccati per l'ennesima volta.
Altre avarie simili, in precedenza, avevano impegnato l’idraulico del posto il quale, all’ ennesima chiamata, consigliò di rivolgersi a una società privata in quanto da solo non sarebbe mai riuscito a individuare il problema.
Dopo alcuni giorni due operai di una ditta di spurgo e fognature ispezionarono la fossa settica accanto al palazzo, affermando all’istante che in tutta la loro vita professionale non avevano mai percepito un odore così nauseante come quello che proveniva da lì.
Nel dirigere la torcia verso il fondo del foro, uno degli uomini notò ai lati delle pareti delle macchie di un liquido che parevano, a prima vista, sangue.
Nel perlustrare più in profondità scoprirono svariati pezzi di carne in putrefazione, alcuni con ancora peli o capelli attaccati alla pelle.
Venne all’istante chiamata la polizia, che cominciò a esaminare il pozzo in ogni minima parte, portando alla luce frammenti di carne e ossa, subito identificati come umani.
Tra i residenti presenti sul posto c’era il 37enne Dennis A. Nilsen; un tipo alto, magro, con le spalle inclinate leggermente in avanti e capelli castani.
Mostrò, subito, un atteggiamento franco e diretto, una grande intelligenza e uno sguardo fisso e penetrante.
Quando tornò a casa dal lavoro nel pomeriggio di Mercoledì 8 febbraio, venne salutato da tre detective della polizia, ed egli espresse una certa sorpresa per il fatto che le forze dell’ordine fossero interessate a qualcosa di così insignificante come uno scarico intasato. Quando gli ufficiali gli raccontarono in merito ai resti rinvenuti, Dennis inorridito esclamò: "Mio Dio, che cosa terribile!".
Uno degli ispettori di maggiore esperienza sembrò intuire qualcosa nella sicurezza troppo ostentata di Nilsen e, diffidando subito di lui, gli chiese di lasciare il posto per dar spazio alle indagini e, a seguire, senza esitare gli domandò dove avesse nascosto il resto di quel corpo.
Con grande sorpresa del sovrintendente, la risposta di Dennis fu: "In due sacchetti di plastica nell'armadio. Andiamo, ti faccio vedere”.
Stupito e sconcertato, chiese a Dennis se si trattasse di un cadavere o due.
Quest’ultimo, scrollando le spalle con rassegnazione, fece capire che trattavasi di storia ben lunga e che avrebbe preferito raccontare il tutto in un posto più tranquillo, ad esempio alla stazione di polizia, in quanto sarebbe stato per lui un sollievo sfogarsi, finalmente…
Mentre lo stavano conducendo negli uffici di polizia ebbe a confessare ogni cosa, affermando che ormai si sentiva la “guardie alle costole” e che stava diventando inutile cercare di sotterrare o disperdere i pezzi di carne umana, in quanto troppo numerosi.
Disse che aveva pensato anche al suicidio, per poi cambiare idea poiché una volta morto nessuno avrebbe mai saputo delle sue imprese criminali.
L’11 febbraio, iniziò un interrogatorio insolito che durerò undici giorni. L'assassino seriale più prolifico del Regno Unito impegnerà per oltre 30 ore, con la sua confessione molto dettagliata dei vari crimini, gli inquirenti aiutando la polizia -per quanto possibile- a identificare più vittime.
Resistette senza problemi ai suoi inquisitori perché già aveva lavorato come poliziotto per un certo periodo di tempo e sapeva bene, pertanto, come si sviluppava un interrogatorio.
Confessò che aveva assassinato 15 o 16 persone, dal febbraio 1978: tre in Cranley Gardens e tredici nella sua precedente abitazione in Melrose Avenue a Cricklewood. Egli spiegò di aver cercato di ucciderne altri sette senza riuscirvi, perché le vittime fuggirono.
“ Erano di solito vagabondi, nomadi e senza tetto. Gente che non sarebbe mai stata ricercata.
Andavo sul sicuro. Li invitavo in casa a dormire con me. Certe notti mi svegliavo a guardarli e per paura mi lasciassero, spesso, li strangolavo. Odio la solitudine, e li amavo tutti quanti.”
Dopo accurata descrizione della casa, gli agenti poterono trovare i corpi smembrati di altre vittime come Dennis aveva detto loro: dopo aver decapitato i corpi, ne cuoceva le teste mentre ascoltava musica classica con le cuffie. Poi maciullava il resto della carne, mettendola in sacchetti di plastica, per poi deporli nell’armadio. In effetti, in un’ anta di esso vennero rinvenuti due grandi sacchi contenenti braccia, gambe, torace, torsi senza testa e, ancora più rabbrividente, cuore, polmoni, reni e intestino.
La sua testimonianza, e i resti delle vittime, furono prove più che sufficienti per incriminarlo, e consigliarli un avvocato difensore.
Nilsen respinse qualsiasi difesa legale in un primo momento, pensando di potersi difendere da solo, ma alla fine gli stessi agenti di polizia pretesero avesse un suo legale rappresentante al processo.
Il suo primo avvocato gli consigliò di dichiararsi colpevole, ma quando il suo caso raggiunse la Corte di Old Bailey, già lo aveva esonerato dall’incarico.
Il nuovo legale, gli suggerì di cambiare la strategia difensiva in "responsabilità diminuita" a causa di un disturbo mentale.
Dennis, si innamorò ogni volta delle sue vittime.
Questa fu la vera causa che lo condusse all'omicidio. Non era cosciente di queste morti, come risulta dalle confessioni o da alcune poesie che furono ritrovate su parte dei resti: “Ho messo i pantaloncini al bel ragazzo, camicia e calzini e l’ho coperto con cura. Ho fatto la doccia, e poi a letto con lui, abbracciandolo rannicchiato contro di me e ho cominciato a esplorare il suo corpo sotto le lenzuola, poi ho capito che era tutto freddo e la mia erezione automaticamente è scomparsa. Il giorno dopo l'ho deposto sul pavimento della cucina e ho deciso di tagliarlo a pezzi; purtroppo non ho potuto fare nulla per conservare questo meraviglioso corpo. "
Lo stesso Dennis dette la propria spiegazione, dei suoi misfatti, alla giuria: “ Sentivo che quando uccidevo quegli uomini uccidevo anche me stesso, perché rimanevo in piedi molto addolorato e sommerso in una profonda tristezza, come se fosse appena morto un essere a me molto caro."
Finalmente, tutti i membri della giuria furono d’accordo nel dichiarare Dennis Andrew Nilsen colpevole della morte di sei persone e di due tentativi di assassinio.
Il giudice lo condannò all’ergastolo.
Inserito da beatrice.g il 19/09/2012 15:36:59
Preferivo i racconti di amori romantici. Anche se amare è sempre un qualcosa di complesso: amare se stessi, soprattutto, è difficile. Sentirsi degni di amore, di un calore che non svanisca con la luce del giorno, non è così scontato. Spesso si vivono amori "malati", pur se questi non sfociano in omicidi. Ci sono molti modi di uccidere gli altri, e di uccidere se stessi. Pur rimanendo apparentemente vivi.
Inserito da Loredana il 19/09/2012 09:45:43
L'istinto dell'amore dovrebbe dare la vita, mentre qui si è talmente pervertito tramite l'ansia e la paura dell'abbandono, da risultare feroce e portatore di morte. Forse, in questo caso, il suicidio iniziale sarebbe stato una buona soluzione.
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