Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Giorgio Armani
La facciata del palazzo di Milano che ospita la sede di Emilio Pucci sembra essere sorretta da quattro enormi tentacoli neri; sono i cavi di collegamento con i gruppi elettrogeni posizionati su enormi camion parcheggiati sul marciapiede.
La prova evidente di come la moda sia il motore fondamentale di questa città. Nella settimana della moda, tutto è permesso.
Emilio Pucci
All’interno, le sale presentano un personalissimo stile barocco che Peter Dundas, direttore creativo, ha progettato per la tradizionale collezione della casa fiorentina.
Con un evidente viaggio, in Indocina e in Vietnam, che passa in rassegna il kimono, la giacca corta, il giubbotto a forma di tunica, il collo alla Mao, chiusure a nastro, scialli con ricami di fiori, draghi e tigri disegnati con fili metallici, Dundas ha voluto in passerella una donna chic e sensuale a cui, però, è venuto a mancare quel punto di elettricità rockettara che il norvegese riesce a padroneggiare con mano da maestro.
Luce e aria, sono quello che emanavano le modelle alle loro prime uscite, e il tutto dedicato completamente al colore bianco.
Con un gioco di sovrapposizioni e trasparenze suggestive, le applicazioni dei toni ricamati sembravano tatuaggi sul corpo, e davano l'effetto di un impalpabile strato di seta dal bozzolo di chiffon. Poi è arrivato il colore, e con esso l'ovvio, come i draghi cinesi ricamati in oro e rosso su tela kaki o trapuntati sui kimono di seta.
Con una tendenza fortemente sbilanciata verso la decorazione e il lusso, Marni ha scelto diversamente la sua collezione.
Consuelo Castiglioni, fashion designer della casa, ha lavorato per una collezione sobria nelle rifiniture ma intensa nella ricerca di un costrutto nuovo e differente, basata su parti che si staccano dal corpo con grandi soffietti, pieghe e godets che precipitano in tutte le direzioni.
Marni
A volte è l'anca quella che galleggia e volteggia; in altre situazioni la schiena, come un moderno sellino, ed in molte sagome il volume si apre su vari piani, dando una sensazione tridimensionale alla quale contribuisce la corposità dei tessuti come l'impermeabile o l'organza tecnologica.
Stavolta, i gioielli non hanno fatto la loro presenza sulla passerella e le stampe sono state relegate ad una minima visione.
Sulla passerella del teatro Metropol, enormi giare accanto a cactus acuminati, hanno rappresentato la collezione di Dolce&Gabbana.
Dolce&Gabbana
Taormina, mare, terra, amore sono stati i lemmi che hanno dato vita ad una sfilata che ha proposto la passeggiata di una donna giovane e brillante come il sole di Sicilia, mentre fa sfoggio di sé l'artigianato tradizionale della zona.
Con una sceneggiatura piena di freschezza, modernità ed allegria, si è fatto notare come i siciliani riescano a creare meravigliosi pezzi di cesteria che possono tranquillamente essere trasformati in corsetti o accessori arabescati; hanno stampato l'organza con le figure dei loro famosi teatrini ambulanti, o tessono in raffia femminile tailleur all’ uncinetto.
La linea a forma di A, con volumi che si allontanano dalla sagoma, convivono con tuniche e miniabiti dritti che richiamano gli anni ‘60 - come la colonna sonora, con la canzone Meraviglioso,di Domenico Modugno - e si rivedono anche i ’50 dalla vita strettissima e dalla generosa gonna, con camicie dalle grandi maniche a pallone.
Raffia, sacco, paglia, broccato, lino e cotone completano i materiali con i quali si costruiscono non solo capi d'abbigliamento, ma pure simpatici e divertenti accessori come cesti, sandali piani, sandali di corda, scarpe con zeppe decorate con disegni di frutta fresca.
Giorgio Armani ha presentato la sua collezione, la scorsa notte,
con una campionatura delle sue creazioni più eccentriche, comprese quelle ideate
per Lady Gaga. Un tripudio di fantasia che contrasta con la raffinata
eleganza che caratterizza il veterano couturier, il cui motto è "l'eleganza non è nell’essere appariscente,
ma nell’essere ricordati."
Giorgio Armani
Angela Missoni ha descritto la sua proposta come "un fascio refrattario, un'illusione ottica, un raggio di luce fluorescente", e ha consegnato una collezione che si è tutta svolta nelle sovrapposizioni.
Angela Missoni
Con strutture orientali che creano figure geometriche, indumenti intimi colorati in bella evidenza, grazie al pizzo e a stampaggi in filigrana. La collezione è risultata davvero brillante in ogni senso.
Se le proposte dei grandi stilisti italiani venderanno bene, la prossima primavera sarà un bagliore di colori.
Inserito da Loredana il 24/09/2012 17:39:06
Armani e Dolce e Gabbana: due aspetti della moda italiana molto diversi tra di loro, ma che sono diventati due grandissime colonne portanti. Non mi sarei aspettata di vedere Armani creare per Lady Gaga...
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