Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
l sistema dei partiti è imploso. La politica, di conseguenza, agonizza. Ci si affida alla speranza, malamente riposta, per credere ancora in una impossibile ripresa. La Seconda Repubblica affoga nel pantano, annaspando senza dignità. Pd e Pdl sono i paradigmi di un fallimento che, si potrebbe dire, costruito ad arte. L’uno e l’altro sono nati senz’anima. Il collante è stato l’accordo tra le nomenklature. Alla faccia del popolo sovrano, dei cittadini-elettori e dei militanti. “Fusione a freddo” venne definito il processo di unificazione che portò alla nascita dei due soggetti i cui capi e capetti sacrificarono storie, esperienze, culture sull’altare di un bipolarismo che avrebbe dovuto vedere la luce con un ben altro processo politico fondato sulla verifica delle affinità reali e non fittizie tra i soggetti. Si è preferita la strada più breve. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il centrodestra ed il centrosinistra non esistono praticamente più. In entrambi gli schieramenti ci si combatte come in una giungla. E la sola legge riconosciuta è quella del più cinico. La nausea monta. La gente, impoverita ed impaurita, è sul punto di far esplodere la propria rabbia. E nessuno sembra darsene pena, indaffarati come sono gli apparati a tentare di salvare il salvabile.
Ma cosa vuol salvare Bersani, a capo di un partito balcanizzato nel quale, per arginare l’infernale meccanismo delle primarie messo imprudentemente in campo tenta, in extremis, di rispolverare vecchi marchingegni bolscevichi per fottere Renzi che non sarà un genio, ma sicuramente è meglio della nomenklatura che vuole spazzare via, e disinnescare Vendola che potrebbe surclassarlo? Ma aver a che fare anche con altri candidati, che certamente gli sottrarranno voti, come Tabacci e Civati non sarà facile per il segretario che rischia lo spareggio con uno dei contendenti e non è escluso che neppure ci arrivi. In questo contesto, come può pensare ai problemi del Paese un Pd che ha la casa devastata?
Lo stesso, ma in peggio, accade nel Pdl. Berlusconi ha ammesso che il partito “è finito”. Qualcuno dovrebbe ricordargli che non è mai nato. Ma questo per lui è un dettaglio. Quel simulacro di partito adesso non esiste più. Che ne sarà dell’elettorato di riferimento?
Temo che prenderà altre strade e mi par di capire che il Cavaliere non ha nessuna voglia di mettere la faccia su una sconfitta certa, anzi su un disastro di proporzioni mai verificatosi in politica nel passato. Anche quando i partiti della Prima Repubblica sono caduti sotto i colpi di maglio di Tangentopoli, hanno dimostrato ben altra dignità rispetto a chi cade per colpa di una manica di sprovveduti, lestofanti, cortigiani elevati a rango di esponenti politici e qualcuno magari si è pure creduto “statista”. Ma di chi è la colpa?
Il silente Berlusconi dovrebbe prendere la parola, a reti unificate magari, e spiegare che cosa è accaduto in quel suo magico mondo e chi e perché ha deciso che i tanti questuanti sono ascesi ai ranghi più elevati del regime dei lustrini e delle cocottes. Qualcuno, insomma, lo avrà pure candidato Fiorito, tanto per esemplificare, sapendo chi era. E la Minetti, della quale si chiede la testa da parte dei neo-moralisti pidiellini, al Consiglio regionale lombardo non c’è certo arrivata da sola, qualcuno ce l’avrà condotta per mano: che tristezza vedere che alcuni dei più alti dirigenti del Pdl le intimavano di dimettersi, mentre solo poco tempo prima cacciavano del partito chi contestava la discutibile scelta…Può morire così un soggetto politico, tra candidature sbagliate e festini orribili e nauseanti esteticamente?
Troppo facile, troppo comodo gridare allo scandalo quando i buoi sono già scappati, come si sta facendo, senza accompagnare l’indignazione ad un minimo di autocritica.
Nelle restanti casematte partitiche non si sta meglio. Il Paese affonda. Nessuna reazione è alle viste. Già da due anni chi scrive – perdonate la citazione , lo so, non è elegante – chiedeva che ogni famiglia politica si ricongiungesse e le più affini trovassero il modo di convivere e magari di federarsi, posto che i “partiti unici” (di cui pure lo scrivente è un sostenitore, come del sistema bipolare, maggioritario ed uninominale, oltre che della Repubblica presidenziale) avevano fallito per deficit di cultura politica, di pubblica moralità e di capacità amministrativa. Ovviamente non venne preso in considerazione.
Oggi si pone drammaticamente il problema della rappresentanza. Da dove ricominciare? Certo, gli assemblaggi dell’ultima ora lasciano perplessi. C’è bisogno di idee, di contenuti e di chi è in grado di costruire una nuova politica archiviando la vecchia. Insomma, senza i partiti la politica muore. E muore anche la democrazia. Non so se nel loro delirio di impotenza Berlusconi e Bersani hanno trovato modo di riflettere su quest’ultimo non marginale aspetto della dissoluzione della Seconda Repubblica.
Inserito da Gian Galeazzo Tesei il 11/10/2012 20:11:47
L'analisi di Malgieri è spietata ma è totalmente condivisibile. Chi è nelle condizioni di offrire un contributo alla ripresa della Nazione ed alla rifondazione di una destra nazionale dovrebbe agire senza ulteriore esitazione.
Inserito da antonino57 il 09/10/2012 22:01:10
Da una parte molta della nomenklatura non è all'altezza. Sono personaggi buoni in tempo di pace, di vacche grasse. Inadeguati a situazioni difficili come quelle che viviamo. Si sono avventurati nell'attività politica e di governo come mosche cocchiere, come fosse bastato dire "aremus" e gli italiani avrebbero tirato la carretta. Non è (più) così e non sono all'altezza. Ce li abbiamo però messi noi italiani, acquiescenti, senza sapere che ci avrebbero lasciati in mezzo al guado pensando solo a come arraffare tutto quello che ancora possono, finché c'è. Mancano pure i portabandiera, di quelli pronti a raccogliere la bandiera appena chi li precedeva veniva abbattuto. Come affrontare la situazione in cui siamo, contro la finanza e la speculazione, i poteri cosiddetti forti che con fare usuraio succhiano i nostri risparmi facendo leva sul debito. Vorrei che qualcuno su questo metaforico campo di battaglia (mica tanto metaforico, si comincia a soffrire sul serio) sollevasse un'insegna. I valori in cui credere ci sono, gli obiettivi pure, manca un disegno e il ... disegnatore.
Inserito da ghorio il 05/10/2012 21:23:36
Il bravo Gennaro Malgieri, che ho ammirato come direttore de"L'Indipendente",giornale che manca nell'editoria attuale,evidenzia la "desolazione" dei partiti politici della cosiddetta Seconda Repubblica. A prescendire da tutto, urge che i partiti vengano regolarizzati applicando l'articolo 49 della Costituzione, cosa richiesta a gran voce dal centrodestra a suo tempo e dalla stampa fiancheggiatrice e poi tutto è finito lì. I partiti infatti vanno "regolarizzati" con regole, non gestiti, come è avvenuto dalla metà degli anni Novanta, con assemblee di plastica, congressi quasi mai e così via. Agendo come si sta operanndo adesso, prima o poi i cittadini si stancheranno e arriveranno le sorprese, tipo Grillo. La classe politica attuale non si mai preoccupata degli elettori, tanto una volta eletti passa un lustro e ognuno eletto si può costruire il suo piedistallo. Urge pertanto cambiare e Malgieri indica la strada da intraprendere, senza ripensamenti. Giovanni Attinà
Inserito da Loredana il 05/10/2012 13:16:31
Condivido praticamente ogni parola e ogni riga. I cosiddetti "politici" attuali sono cortigiani avidi, meschini e d'animo talmente piccolo da fare disgusto. Tuttavia, cosa ci sarà dopo la Seconda Repubblica? L'Impero Romano si è disgregato sotto le invasioni barbariche progressive. La storia si ripeterà anche adesso?
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