Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
In questi giorni i vari canali televisivi mostrano alcuni messaggi di persone, anche famose, contro la violenza sulle donne.
La violenza di genere è una violazione dei diritti umani, che costa la vita a un numero insopportabile di donne nel nostro paese, in base alle ricerche condotte da varie fondazioni che si battono contro questa vera e propria calamità.
Tali organizzazioni hanno contato e analizzato moltissimi femminicidi tra il 2009 e il 2011.
Quindi è, opportuna, un'adeguata copertura da parte di tutta la stampa, e una maggiore visibilità attraverso la televisione per affrontare il problema senza pregiudizi così da incoraggiare la responsabilità sociale di un problema che continua a crescere a dismisura.
Sì, anche le riviste, i giornali, internet, possono aiutare a prevenire la violenza contro le donne, facendo emergere i casi di aggressione, anche quelli solo tentati.
Gli Stati, cosiddetti emancipati, non stanno assolutamente svolgendo al meglio il loro compito per porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze.
Questa disgrazia, che può colpire ognuno di noi, deve essere una priorità a tutti i livelli. Finora non è stata data la precedenza necessaria per consentire un cambiamento significativo. Per questo, la leadership e la volontà politica è fondamentale.
Il modo più efficace per porre fine a questa epidemia di cattiveria contro le donne è una chiara dimostrazione di volontà politica degli Stati membri, sostenuta da azioni e risorse.
La mancanza di efficaci leggi nazionali per debellare questo cancro sociale, o la mancata attuazione di normative, laddove esistono, è molto diffusa. L'impunità per la violenza contro le donne è spesso il risultato della mancata applicazione di norme internazionali a livello nazionale e locale.
In molti Paesi le leggi contengono scappatoie che consentono ai criminali di agire indisturbati. Basti pensare che, secondo il codice penale, uno stupratore può non essere arrestato se, in seguito, si sposa con la vittima.
Svariati stati non hanno leggi specifiche contro la violenza domestica. Lo stupro coniugale non è un reato perseguibile in più di 50 paesi.
E’ di fondamentale importanza porre fine a questa preistorica impunità e garantire la responsabilità per la violenza contro le donne; passo decisivo per prevenire e ridurre tali barbarie.
C’è da dire, però, che alcuni stati hanno approvato leggi specifiche complete riguardo alla violenza contro le donne, che offrono diversi tipi di rimedi, come quella del 1994 negli Stati Uniti, che ha autorizzato il sostegno federale per la formazione di polizia, pubblici ministeri e giudici appositi, rifugi e programmi di prevenzione contro lo stupro e un numero verde nazionale, tra le altre cose.
La revisione e la riforma delle normative ha compiuto progressi significativi. La violenza psicologica ed economica è ora incorporata nella definizione giuridica di violenza domestica in una serie di paesi, tra cui Costa Rica, Guatemala, Honduras e Sud Africa.
Inoltre, c’è da aggiungere che anche lo stupro durante i conflitti è un crimine di guerra e una grave violazione dei diritti umani e del diritto umanitario, e da circa due-tre anni ha ricevuto una diffusa condanna.
Tuttavia, la violenza sessuale, nei periodi bellici, non riceve un trattamento adeguato a causa della debolezza dei meccanismi nazionali per la protezione e il soccorso giudiziario, così come sono inadeguati i servizi di assistenza sociale e sanitaria.
Molti ancora vedono la violenza sessuale come una conseguenza inevitabile durante un conflitto, qualcosa di sfortunato e consequenziale: un atteggiamento, però, che favorisce l'impunità per i trasgressori e obbligatori silenzi per le vittime. La violenza sessuale durante le guerre e l'impunità per i crimini di delinquenti sono tra i più grandi segreti della storia.
Esistono da sempre, quasi fossero logiche a cui tutti dobbiamo sottostare.
E invece no! No e no!
I tentativi di fermare e rispondere alla violenza sessuale devono essere inculcati sin dalle scuole inferiori, assieme a una campagna per promuovere i diritti delle donne, oltre a fornire potere e autorità alle stesse, in qualunque Paese si trovino.
L'impegno costruttivo di noi uomini e ragazzi è essenziale anche e soprattutto per prevenire e rispondere alla violenza sessuale.
Non basta guardare e dire “ oh, come mi dispiace”… bisogna scendere nelle piazze e manifestare perché nessuno di noi vorrebbe mai che un giorno la propria figlia tornasse a casa piangendo dal dolore e dalla vergogna perché è…
Inserito da Loredana il 05/10/2012 12:11:40
Secondo qualcuno, la civiltà di un paese si vede nel modo in cui tratta le donne. Mi sembra che di civiltà ce ne sia davvero poca...finché gli uomini (e le donne) non smetteranno di pensare che una violenza sessuale è un male necessario perché può capitare se una donna porta minigonne e tacchi, non ci saranno miglioramenti, e il livello delle civiltà, nonostante IPhone, aerei superveloci e globalizzazione sociale-economica-politica, rimarrà sempre quello dei mostri senza cervello.
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