Case della Memoria

Politici moderni e politici di un tempo

La riapertura della dimora di Machiavelli, ci fa scoprire il nuovo e il vecchio dei costumi italiani

di Giulia Bartolini

Politici moderni e politici d’un tempo. Non cambia la sostanza della vita “cotidiana”, come la definirebbe lo stesso Machiavelli, alla cui casa è stata dedicata la prima iniziativa dell’associazione nazionale «Case della memoria» riaperta in Sant’Andrea in Percussina, in Toscana. In questa dimora lo scrittore trascorse gli anni dell’esilio dopo la cacciata da Firenze nel 1512.

Il 17 settembre il presidente dell’associazione, Adriano Rigoli, ha accolto all’interno della villa, circondata dal suggestivo paesaggio di San Casciano, un buon numero di persone, tra cui svariati rappresentanti di altre Case Museo.

Vale la pena ricordare per chi non lo sapesse che l’associazione nazionale «Case della Memoria» ha sede  presso Casa Datini a Prato, essa vi si costituì il 24 Ottobre del 2005 e annovera tra i soci case quale quella di Dante Alighieri, Piero Bargellini, Giovanni Boccaccio, Giosuè Carducci, Leonardo da Vinci, Giotto, Indro Montanelli e molte altre.

Per questa prima iniziativa, nel vecchio salone della dimora Machiavelliana, Francesca Allegri ha presentato al pubblico un Machiavelli meno conosciuto, un Machiavelli privato e, per tornare al principio un Machiavelli “cotidiano”. Tale si è rivelato essere il famoso politico dai tratti dell’epistolario che sono stati esaltati e presentati nel corso della giornata: un uomo anche lui incline alle umane debolezze, avvezzo a cedere a tentazioni quali la frequentazione di donne dai facili costumi, la passione per il denaro e per la bella vita; tutte inclinazioni condivise e comprese dai suoi principali corrispondenti, Guicciardini e Vettori. L’intento è stato quello di proiettare i visitatori all’interno di un panorama rinascimentale purtroppo non particolarmente vivo all’interno delle mura, ma che avrebbe dovuto risvegliarsi con l’originale e professionale coro Pratese che ha deliziato il pubblico con canti di epoca cinquecentesca, e la suggestiva consapevolezza che tra quelle mura ebbe origine il capolavoro dello stesso Machiavelli, il trattato De Principatibus.

Dal fascino ambiguo il curioso passaggio segreto che si trova nelle attuali cantine della casa, che conduce il visitatore dall’altra parte della strada, portandolo a chiedersi per quale “alto” scopo il politico Machiavelli potesse utilizzarlo. Si trattava di vino in compagnia di amici o di tutt’altra compagnia?

Giunti alla fine della visita, dopo aver conosciuto il Machiavelli privato, dopo aver ammirato la semplicità di una dimora d’altri tempi, e aver anche prestato gusto e attenzione alla produzione di vini che affianca oggi la casa, non si può fare a meno di volgere un fugace (e forse anche malizioso) pensiero all’immutabilità dell’uomo politico. Forte delle proprie ambizioni e della propria potenza egli non rinuncia alle tentazioni, alla bella vita, al “peccato”. Eppure tutto ciò è forse perdonabile all’essere umano se, e sottolineo il se, questo diviene capace, come Machiavelli, di creare una roccaforte, con solide mura che tenga lontani i vizi, nel momento in cui è la vera arte politica a dover prendere il sopravvento.

Come scrive nella lettera a Vettori del 10 Dicembre 1513, redatta proprio a Sant’Andrea in Percussina : «Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro».