Sentenza durissima

Tutto questo sistema creato da Moggi

Tifosi della Juventus che la sera se ne vanno a letto abbracciando la maglia di Del Piero

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Tutto questo sistema creato da Moggi

Moggi & Avvocato annesso

Moggi, coi suoi occhioni da pesce lesso, era il boss della Cupola del calcio. Sicuro e strabordante ad ogni apparizione televisiva, inveiva contro questo o quello, questo o quello erano sempre l’Inter, Moratti e il povero Facchetti; alcune volte Carraro. La sentenza tanto sospirata, da tutto il mondo pallonaro, è stata di una durezza  assoluta: “associazione a delinquere e frode sportiva”.

Tutto questo sistema creato, a sua immagine e somiglianza, da Big Luciano ha, sin dagli inizi, preso il nome di Calciopoli . Con esso, l’ex ferroviere toscano, gestiva a piacimento partite e campionati italiani, assieme ad un’indegna cricca di assecondanti pennivendoli che gli facevano da subordinati. Molti dirigenti e addetti calcistici, propriamente schierati con Moggi, avevano a sua volta ribattezzato tutto questo can-can in Farsopoli, contraddicendo in pieno il lavoro della magistratura.

«Non è stata una farsa» ha tenuto a ribadire il PM Capuano, verso il quale spesso sono partiti strali malaugurali  dagli avvocati della difesa. Questo mondo malato ha finalmente, almeno per ora, chiuso i battenti. La risoluzione giuridica è soltanto al primo grado, entro 90 giorni dovranno essere presentate le motivazioni, e in circa un anno e mezzo l’appello.

La tanto vituperata giudice Teresa Casoria, dai più ritenuta incapace di decisioni oculate in quanto non esperta di calcio, ha così sentenziato – facendo rimbombare, in aula, la lettura del verdetto grazie alla sua voce megafonica – : “ Cinque anni e quattro mesi al sig. Luciano Moggi; tre anni e otto mesi (all’ex designatore degli arbitri) al sig. Paolo Bergamo; due anni e due mesi (all’ex vicepresidente della Figc) sig. Innocenzo Mazzini”. Eppoi ancora Lotito e i Della Valle, con pene meno esplicite.

Durante la mattinata, l’avvocato Prioreschi, legale di Moggi si è presentato ridente e pimpante certo della vittoria e dell’assoluzione del suo assistito. Ai giornalisti presenti ha espressamente detto che ce  l’avrebbe fatta mentre ha invitato i fotografi a scattare foto a lucianone, convinto venisse assolto.

Ma il meglio del difensore consulente è stato espresso al momento dell’arringa, quando con voce rotta da una commozione forzata ha argomentato su taluni giovanissimi tifosi della Juventus che la sera se ne vanno a letto abbracciando la maglia di Del Piero. Poi sempre rivolto alla giuria ha recitato quasi a memoria una sorta di paludosa litania – Tutto il mondo guarda a questa sentenza, qui non c’è solo il destino del mio assistito, ma quello della società più amata in Italia, quella con più tifosi nel mondo –. E su questa ultima frase i fan del Real Madrid, del Barcellona, del Manchester United, del Milan, dell’ Arsenal – mi immagino – si saranno fatti delle grasse risate, apostrofando il legale con frasi tipo “ Ma che ti sei bevuto stamani nel caffè”.

Il sig. Bergamo, ex arbitro ed ex designatore, uscendo dal tribunale ha detto che non crederà mai più nella giustizia, lui che fino a poco tempo fa aveva in tasca la tessera del PCI, ed era un gran sostenitore dell’imparzialità della legge sportiva e non.

Ho scritto sopra che siamo solo al primo grado, ma è veramente improbabile che tal sentenza possa essere ribaltata in appello. Questo verdetto è il medesimo emesso 5 anni orsono dalla giustizia sportiva. Fa capire niente questa concomitanza? E’ davvero una coincidenza?

La condanna punisce non solo l’uomo Moggi, punisce essenzialmente il modo di gestire il suo lavoro, ritenuto losco dall’accusa.  Tutto girava intorno a lui e lui faceva girare tutto a suo piacimento, o meglio, a soddisfazione della squadra di cui era direttore generale, non il magazziniere o l’addetto al campo. Il calcio in Italia sembra essere sceso a livelli così infimi e diseducativi da pensare abbia raggiunto l’acme dell’aberrazione. La più glorificata squadra italiana di sempre, aveva un dirigente che truccava le carte in tavola. E le mascherava bene perché quasi sempre erano trionfi. Cosa deve pensare l’abbonato della nord del Parma, il dirigente di un’altra squadra di serie B, il pensionato che si ritrova la sera al bar a parlar di gioco del calcio? Quali, delle tante partite trasmesse e viste, erano vere e quali quelle taroccate?

C’è, inoltre, da aggiungere la clamorosa pena accessoria comminata ai colpevoli, il cosiddetto DASPO, cioè stadio vietato per almeno 3 anni.

In serata, altro schiaffo alla tifoseria juventina e alla Juventus stessa, con la bocciatura da parte dell’ Uefa del ricorso della squadra torinese che voleva escludere l’Inter dalle coppe europee relativamente alla stagione in corso.

Ci starebbe una chiosa finale, ma tengo solo a dire di rivolgersi al calcio con la speranza che da ieri esso sia più pulito e corretto, con la fiducia di parlarne spesso nei bar o nelle case degli appassionati anziché nei tribunali aridi che per niente assomigliano a un ridente prato verde.

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da Fati789 il 13/11/2011 21:07:21

    Ben detto! Ben dettissimo.

  • Inserito da franz80 il 09/11/2011 17:23:58

    Non è che siete un tantino milanisti? Cmq è un buon pezzo

  • Inserito da piero44 il 09/11/2011 16:18:35

    Carissimi, siete una forza.

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