Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Direttore de «il Borghese»
opo il crollo della giunta Polverini, l'Italia ha «scoperto» che la politica costa; perché i «rappresentanti del popolo» rubavano i soldi delle nostre tasse per i loro comodi.
Sui principali mezzi d'informazione, si sono lette le «lamentazioni» dei politici che prendevano soltanto 4mila euro e non sapevano come arrivare a fine mese. Ultimo in ordine di tempo il deputato dell'Udc Mario Tassone, che ha definito il suo «vitalizio» pensionistico di € 6.800 mensili «una cifra molto modesta».
«L’albero della libertà deve essere annaffiato di tanto in tanto dal sangue dei patrioti e dei tiranni. È il suo concime naturale» (Thomas Jefferson). Ricordate questa frase e applicatela.
La libertà è un «diritto acquisito». Perché, allora, mi sento stretto in una matassa di lacci stretti e untuosi? I recenti scandali dimostrano che il popolo è oppresso e che i tiranni «democraticamente» eletti, sono come le cavallette, numerosissimi e affamati del nostro denaro.
Non possiamo mandarli via con la legge, perché hanno occupato la Legge. Si aumentano stipendi per «legge», respingono i tagli alla spesa pubblica per «legge», ci opprimono con una burocrazia da basso impero e ci espongono alla gogna pubblica chiamandoci «evasori», e tutto legalmente.
Questo Governo, questa classe politica, di più, questa Europa «riformista» e «protestante», hanno deciso che la «proprietà» dei cittadini è un furto. Ha varato leggi liberticide perché siamo tutti ladri ed evasori (loro no). Ha portato al gesto estremo decine di piccoli imprenditori, cittadini normali ed anche lavoratori stranieri. Ultimo in ordine di tempo l’uomo di 55 anni, di nazionalità romena, che si è dato fuoco di fronte al Quirinale. Fummo profeti quando sul numero di giugno di quest’anno, pubblicammo in copertina un uomo che si dava fuoco di fronte al Quirinale.
La libertà repubblicana non esiste più. Il popolo non è più sovrano e il Parlamento nazionale ha abdicato il suo ruolo ai «maggiordomi» di Bruxelles e ai trolldella Bce. Ha ceduto il suo «mandato» a governare il Paese ai «tecnici», al plenipotenziario della Trilaterale, alla Goldman Sachs attraverso il governatore della Bce, Draghi, e ad un governo straniero, quello tedesco.
I nostri politici, svuotati della loro funzione, avrebbero dovuto riconsegnare le chiavi del Parlamento ed andarsene a casa, vista la loro inutilità. No, sono rimasti. Con voto unanime e sempre per «legge», hanno mantenuto un solo «potere sovrano in nome del popolo», quello di aumentarsi a volontà gli stipendi, annullare un referendumpopolare ripristinando il finanziamento ai partiti e regalando miliardi di «contributi» regionali, tagliando la spesa sanitaria.
La magistratura commette soprusi contro la libertà del popolo. Intercettazioni anche in assenza di prove, carcerazione preventiva di innocenti, pagare delinquenti (i «pentiti») perché con le loro testimonianze «fasulle» avvalorino i «Castelli» in aria delle procure. La Corte costituzionale, quando ha sentenziato che la tassazione degli stipendi dei magistrati e dei dirigenti pubblici, sopra i 90mila euro, è incostituzionale, ha confermato che loro si considerano al di sopra del popolo e della Legge.
Ogni volta che un referendum è andato contro la casta politica e la magistratura, il Parlamento ha votato leggi e regolamenti per annullare o distorcere la decisione del popolo. Lo stesso Quirinale ha sempre avallato questo operato.
Nessuno si ribella. Forse perché molti cittadini pensano che sia «illegale» mandarli a casa con la forza. È un dovere, al contrario. Per i fissati della Costituzione «nata dalla resistenza», ricordiamo che l’art. 50, 2° comma, recita: «Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino». Principio disatteso per tutto il periodo della guerra fredda, per timore che ilPci, filosovietico, ne approfittasse. Ora, è il momento di recuperare quella direttiva. Il popolo è sovrano ed ha tutto il diritto, anzi il dovere, secondo la Legge, di cacciare, anche con la forza, chi occupa il Paese.
Questa è la verità. L’Italia è occupata da forze straniere a noi estranee. Esse rispondono soltanto a Berlino, a Bruxelles, alla Bce. Sopra di loro, alla finanza internazionale, legata ad un Impero globale, che vede i cittadini del mondo divisi tra chi ha il potere, chi lavora per mantenere a loro quel potere e chi «consuma» per far crescere il loro potere.
Per opporci a questo dobbiamo girare di 180 gradi, ed andare a Sud. Dobbiamo abbandonare la fredda ed ostile area del Nord e guardare al Mediterraneo. Dobbiamo tornare alle origini, a Roma, ad Atene, a Cartagine, ad Alessandria, a Tiro, a quel mondo mediterraneo all’interno del quale è nata la civiltà che noi chiamiamo «occidentale». Sarà dura, subiremo carcere, persecuzione sia giudiziaria sia fiscale, ma dobbiamo farlo.
Lasciamo questa Europa dei banchieri e dei mercanti, falsamente fondata su radici giudaico-cristiane e torniamo a casa. L’Euro non ci vuole più e noi non vogliamo più l’Euro. Per secoli, i Paesi del Mediterraneo, tra alti e bassi, sono stati «fratelli» per cultura e società. Creiamo una Confederazione mediterranea, fra tutti coloro che si affacciano su questo mare.
Sarkozy ci ha provato, ma il suo sogno è scivolato fra le sabbie della Libia. Ora tocca a noi. Annaffiamo l’albero della libertà e riprendiamoci l’Italia.
Inserito da ghorio il 21/10/2012 21:29:05
L'editoriale del bravo Claudio Tedeschi non fa una grinza: disegna la situazione reale di quest'Italia, governata da tecnici al servizio delle banche e dei grandi capitali, visto che si preoccupano di dare risposte ai "mercati", senza aver risolto per niente i problemi dell'economia reale e dare speranze ai giovani. Non c' è bisogno di essere di destra , di centro o di sinistra, visto che il governo è appoggiato dai partiti maggiori di queste aree, per rendersi conto della dura realtà dei nostri giorni. Tedeschi scrive dell'esigenza di tornare al Sud, al Mediterraneo, l'antico "mare nostrum" solo, però che, a parte Roma, dove sono Atene, Cartagine, Alessandria e Tiro? Le"primavere arabe" hanno portato regimi, magari democratici, ma non certo "rivoluzioni" da rilanciare la politica e l'economia di queste nazioni. Quanto ad Atene, la situazione non pare davvero rosea. Idem per la Spagna e il Portogallo. Certo per l'Italia bisognerebbe ritornare allo spirito della ricostruzione economica del dopoguerra, con una classe politica e con una popolazione che, invece di aspettare "la manna da cielo" ritorni ad un modo di pensare ed agire postivo con la lotta , a tutti i livelli, contro la delinquenza per un'economia che rilanci l'orgolglio del Sud, all'insegna del "Dio, Patria, lavoro e famiglia". Una società insomma che abbia per obiettivi la rinascita economica e morale. Mi puacerebbe davvero che dall'editoriale di Tedeschi potesse nascere un dibattito degli intellettuali e dei politici dell'area di centrodestra.Una cosa è certa: l'Europa delle banche non risolve i nostri problemi e sarebbe ora e tempo di fare dell'Italia uno Stato moderno, eliminando la burocrazia, eliminado i privilegi, eliminando gli sprechi, in modo che tutti, nelle varie posizioni, mirino al bene comune e ad un avvenire di speranze e fatti concreti per le nuove generazioni.Giovanni Attinà
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