Editoriale

Una crocetta sul Monti bis

Se è vero che storicamente i risultati elettorali siciliani anticipano quelli nazionali, c’è poco da stare allegri

Giovanni F.  Accolla

di Giovanni F.  Accolla

on prendiamoci in giro: in Sicilia non ha vinto nessuno, perché non c’è vincitore quando il cinquantaquattro per cento degli elettori non va alle urne. Lombardo lascia la Sicilia sull'orlo del baratro. Il nuovo governatore (eletto con il trentacinque per cento dei votanti, ergo con gli stessi, anzi con meno voti che prese la perdente senatrice Finocchiaro) è – di fatto – una Crocetta su un Monti bis della trinacria. Per governare avrà bisogno di alleanze pasticciate. Su equilibrismi di comodo. E se è vero, come dicono tanti commentatori, che storicamente i risultati elettorali siciliani anticipano quelli nazionali,  c’è poco da stare allegri.

Bersani e Casini, che sostenevano l’ex-sindaco di Gela, possono darla a bere a qualche sprovveduto. Qui siamo al trionfo della nuova politica (è un eufemismo), segnata dalla protesta nei confronti del potere (presunto o reale), caratterizzata dai social network, dalla indistinta partecipazione di tutti su tutto, dalla inconsistenza ideale, dalla superficialità con cui si affrontano i problemi più complessi e si pensa di dare ad essi risposta. Il risultato elettorale, al di là di vincitori e sconfitti formali, indica come la vera vincitrice sia la non politica, o l'antipolitica che dir si voglia. Non in altro modo, infatti, si può leggere la vittoria di Rosario Crocetta, in una tornata elettorale nella quale meno di un siciliano su due è andato a votare.

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che pure può, a ragione, considerarsi un vincitore delle elezioni isolane lo è sulle macerie di quella che ancora alcuni chiamano democrazia: non è una riposta, bensì un sintomo, non una cura ma un effetto collaterale. E' una sorta di vilipendio di cadavere. 

Però, non va sottovalutato, il vento è cambiato e dalla Sicilia arriva un chiaro messaggio per le prossime elezioni politiche: da un lato il cittadino, con tutta evidenza, non si riconosce più nelle vecchie liturgie politiche, tanto da non andare a votare, e dall'altro il movimento grillino, comunque, dimostra di essere uno degli artefici dell’inceppamento delle macchine dei partiti tradizionali e della politica, al di là delle inutili discussioni se M5S sottragga voti nel centrodestra piuttosto che nel centrosinistra. Perché non è questo il problema.

Il problema vero è la tenuta dell’intero sistema di rappresentanza democratica. In un Paese governato da una maggioranza solo virtuale, esclusivamente scaturita da regole che, a prescindere dalla consistenza, premiano la maggioranza o che si affida per disperazione a personale reclutato fuori dal parlamento - mio avviso - non si vive sereni.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da pietro46 il 30/10/2012 21:56:28

    Egr.Accolla,perfetta l'analisi però...nomi e cognomi in primis.Il cdx e Miccichè candidano Musumeci.E non ci sarebbe stata storia,anzi son sicuro che qualche punto in più di percentuale dei votanti ci sarebbe stato.Cosa è successo per far cambiare idea a Miccichè?Qualcuno non dovrebbe dircelo?Ha preteso l'impossibile?E'intervenuto Alfano o chi per Lui?Schifani o chi per Lui?E' riuscito Lombardo a condizionarlo?E' intervenuto qualcuno dall'esterno?Eppure sia per gli uni che per gli altri non poteva non essere l'ago della bilancia.Pensava che,dati i sondaggi,vincendo Musumeci,sarebbe stato più condizionante?Certo ora si offre ai vincitori(?)dato che a dx,in virtù di simile comportamento,niente apparentamenti per le politiche.E dato che non è stato eletto consigliere...gli rimarrà un assessorato come esterno.Che fine per il protagonista del 61 a 0.Non ha vinto nessuno?Hanno vinto i 28.000 a tempo indeterminato della regione le loro famiglie(comprese le galline)e tutti coloro che vivono da esterni alle spalle della regione...per la Politica c'è tempo.

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