Editoriale

Un anno vissuto pericolosamente e disastrosamente

Dodici mesi di governo dei tecnici e siamo più poveri meno tutelati e con un futuro incerto

Alex Voglino

di Alex Voglino

Saggista, organizzatore culturale, attualmente è direttore di Biblioteche di Roma

sattamente un anno fa, con la nomina di Monti a senatore a vita, il Presidente Napolitano perfezionava l’ultimo preparativo in vista del “colpo di palazzo” che – in spregio a ogni regola democratica (il lupo perde il pelo, ma non il vizio) – avrebbe di lì a pochissimo portato alla liquidazione del governo espresso dal voto popolare e all’insediamento del cosiddetto “governo dei tecnici”.

A 12 mesi da quella data fatale (e nefasta) la situazione economica e politica dell’Italia è peggiorata su TUTTI i fronti, con un rapidità che non ha precedenti neppure in una nazione disordinata come la nostra.

Non tornerò (l’ho già fatto in un precedente articolo su TOTALITA’) sulle cifre dei nostri fondamentali, basterà ricordare che disoccupazione e debito pubblico sono cresciuti a ritmo galoppante, consumi, potere d’acquisto delle famiglie e PIL precipitati in modo altrettanto vertiginoso, che il paese è in piena, gravissima e (stando all’OCSE e all’ISTAT) al momento irreversibile recessione.

Tutto questo mentre lo spread (con cui si giustificò la liquidazione del governo Berlusconi) viaggia rapido verso quota 400.

Però abbiamo riguadagnato la stima della Unione Europea e il prestigio internazionale, dicono i grandi media, appecoronati davanti alle logiche della Grande Menzogna su cui si regge la tragica farsa del governo Monti.

Come no! E’ di stamattina la notizia che 5 dei maggiori membri dell’Unione Europea – naturalmente con in testa la Germania della Merkel – hanno bloccato 670 milioni di euro del  Fondo di emergenza sulle catastrofi naturali della UE, cui pure l’Italia aveva pieno diritto e che dovevano andare ai terremotati dell’Emilia. Alla faccia della credibilità e del prestigio! Gli stessi –peraltro – dimostrati dall’India nella vicenda dei due marò o da Romney in campagna elettorale.

Come le tre scimmiette gli italiani fingono di non vedere e non sentire quello che il governo in carica sta davvero combinando al nostro sciagurato paese o si ostinano in riti antichi e inani, come le occupazioni d’autunno per la scuola pubblica, i cortei imbandierati di rosso per le dispute sindacali e via dicendo. Un popolo con il calendario fermo agli anni ’70 non ha futuro e lo sta dimostrando, preparandosi a fare la vittima sacrificale distratto da dispute tutte intestine e puerili, come i polli di Renzo di manzoniana memoria.

Intanto il governo “tecnico” porta avanti il suo sporco lavoro per contro dei veri padroni della finanza internazionale e delle istituzioni sovranazionali, preparando tutto affinché l’Italia possa il prima possibile andare in saldo al migliore offerente. Il contesto è avvitato in un deterioramento di cui non si vede freno e da cui non c’è via d’uscita senza un totale capovolgimento della politica economica (con una grande alleanza fra classi popolari, ceto medio e piccola e media impresa) e i gioielli di famiglia vengono svalutati per potere essere svenduti allo straniero (il caso Finmeccanica docet). Aspettiamoci fra poco un caso ENI e poi l’anello sarà chiuso.

Certo, per l’atteggiamento con cui gli italiani stanno andando al macello (baloccandosi con pagliacciate come il Movimento 5 stelle o stando a casa immersi in un cupo fatalismo come se la cosa non li riguardasse o addirittura accreditando l’idea che il governo Monti sia “il minore dei mali” anche se tutti i dati smentiscono questa affermazione) probabilmente se lo meritano.

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