Primarie del centrosinistra

Vince Renzi, ma non è detto che convinca

Le pagelle dei cinque candidati insufficienti Tabacci Bersani e Puppato, a Vendola la sufficienza

di Simonetta  Bartolini

Vince Renzi, ma non è detto che convinca

i cinque candidati alle primarie Tabacci Puppato, Renzi Vendola e Bersani negli studi di Sky

Li abbiamo visti e li abbiamo ascoltati. I cinque candidati alle primarie del centrosinistra convocati a Milano negli studi di XFactor dall'ottima iniziativa di Sky che da tempo, forse anni, invoca e si offre per il confronto fra politici candidati al voto degli italiani. 

Fino ad oggi gli appelli di Sky erano stati ignorati. I politici non si volevano confrontare faccia a faccia, non volevano un giornalista neutrale e inflessibile a scandire domande e tempo, meglio i talk-show dove fare la propria rappresentazione teatrale con la complicità del conduttore (giornalista per caso) di turno.
Certo il confronto come quello che abbiamo visto ieri sera su Sky e Cielo assomiglia più alle vecchie tribune politiche che ai confronti televisivi americani a dispetto della scenografia tutta dal sapore di oltreoceano: le domande un po' legnose, le risposte troppo chiacchierate che denotano scarsa dimestichezza con la sintesi che esalta i contenuti, ma quello dipende dalla scarsità dei contenuti.

Già perché, diciamocelo onestamente, ad ascoltare i cinque candidati alle primarie del centrosinistra si ha la conferma che le idee per uscire dalla crisi e riformare questo paese senza metterlo in ginocchio, più di quanto già non lo sia, sono poche.

Ma torniamo al confronto. La cosa più divertente e tipicamente italiana è stato l'esordio del dopo confronto: in studio con Leoni in conduzione sei giornalisti di 6 giornali italiani (Telese, Sechi, Ferrara, Napolitano, Sardo, Menichini) e una corrispondente di un giornale americano. Alla domanda su chi avesse vinto si sono avute cinque risposte diverse, con l'eccezione del direttore dell'Unità che con una discreta vigliaccheria si è sottratto alla domanda fingendo prima di non sentire e poi, stretto all'incalzare di tutti i colleghi, ha detto che ciascun ascoltatore ha il suo vincitore (complimenti per la libertà e indipendenza di pensiero!)

Quindi a sentire i giudizi a caldo dei giornalisti si dovrebbe concludere che il confronto, dal quale sarebbe dovuto uscire un vincitore o comunque un candidato più televisivamente (almeno televisivamente) credibile, sia stato un sostanziale fallimento .

In effetti Renzi, Puppato, Tabacci, Vendola, Bersani, sono stati guardinghi, non si sono esposti, si sono tenuti coperti. Ma era anche la prima volta. In futuro dovrebbe andare meglio e la formula una volta collaudata diventare efficace.
Vediamoli i cinque candidati e divertiamoci a dargli i voti.

Tabacci: vecchio (di atteggiamento non anagraficamente) democristiano, aduso al discorso politico che in poche parole finge di dire, ma non dice niente e di fronte alla proposta di Renzi di 10 ministri, alza il dito per dare una lezione di gestione politica vecchia maniera: occorrono 18 ministri e 36 sottosegretari per fan funzionare la macchina dice l'ex democristiano . Offrendo così a Renzi la battuta: per ridurre i conti bisogna ridurre i posti. 
Nel complesso vecchia politica noiosa, poco credibile, certo non affidabile, se si vuole il cambiamento Tabacci non è la persona adatta, se si vuole l'accordo con Casini è la migliore scelta. 
Voto 5 

Puppato: l'unico pregio essere l'unica donna, purtroppo non ha reso un buon servizio alla causa femminile, inefficace, querimoniosa ("la sua domanda è chiaramente polemica" si è lamentata con una telespettatrice), divagante e raramente capace di dare risposte puntuali, paradigmatico il caso della domanda sul mercato del lavoro alla quale ha risposto polemizzando sulle pensioni!
Insomma si è messa fuori gioco da sola
Voto 3

Renzi: d'accordo il sistema dei tempi stretti, delle risposte veloci, e il ritmo incalzante che sicuramente hanno aiutato il candidato più giovane però è stato senz'altro il più efficace.
La simpatia è un dono naturale che però non fa credibilità politica, quindi lasciamola da parte; così come non lo si deve dichiarare vincitore per la prontezza della battuta, apprezzabile ma non sufficiente a dare autorevolezza. 
Renzi però è stato il più puntuale a dare le risposte, più degli altri ha cercato di sfruttare il tempo per sintetizzare un'idea, un programma, un progetto. 
Ha dato l'impressione di non avere paura di rispondere e di esporsi. 
Sicuramente è il nuovo, e se c'è  una speranza che la politica cambi è affidata a lui.
Voto 8

Vendola: sicuramente il "narratore" pugliese nel recinto dei 60 / 90 secondi ci guadagna risparmiandoci le complicate per quanto apprezzabili (dal punto di vista retorico) elaborate costruzioni sintattiche che però fanno perdere di efficacia al suo comiziare. Il guaio è che nel giro breve del minuto Vendola soffre e soprattutto dimostra di soffrire, cerca di esorbitare dal tempo concesso, si affanna per essere semplice e veloce, ma spesso perde tempo e quindi concetti. Ciononostante non perde mai lucidità e chiarezza di idee.
Delle sue idee non ci piace niente, ma il voto è autonomo
Voto 6

Bersani: ha dato l'impressione di subire il confronto, il vecchio uomo di partito e di apparato che accetta malgré lui di sottoporsi ad una procedura moderna che chiaramente non gli piace, ma che non poteva rifiutare pena lo stigma di irrimediabile rappresentante della vecchia politica.
Le risposte non avevano smalto, il tono era dimesso, l'atteggiamento sostanzialmente rassegnato, e poco convinto.
Niente da fare Bersani si conferma il vecchio della politica da cui fuggire a gambe levate se si vuole cambiare le cose
Voto 4

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