Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Forse è la volta buona. Forse. Perché il cavallo della Rai, gestione Gubitosi-Tarantola, è tutt’altro che domato, visto che i partiti non intendono affatto mollare la presa. E così, salvo sorprese dell’ultimo minuto, il prossimo consiglio di amministrazione della Rai metterà mano alle nomine, anche se il vertice dell’azienda preferisce parlare di “normali avvicendamenti”.
Superato lo “scoglio” Mauro Mazza, che avrebbe chiesto e ottenuto la presidenza di Rai Cinema, rimane solo il nodo del Tg Uno. Nodo strategico, sia in caso di voto anticipato che di scadenza naturale della legislatura. Ma siccome l’esecutivo non ama soprese, meglio giocare d’anticipo e sistemare per tempo le caselle strategiche del puzzle Rai. Per questa ragione non sono affatto escluse ipotesi esterne, a stipendio calmierato, ovvero attorno ai 250 mila euro come previsto dalla Spending review.
In pole position, dopo l’uscita di scena di Antonio Di Bella che avrebbe manifestato l’idea di trasferirsi a Parigi, come corrispondente, restano Sara Varetto, Mario Calabresi, e Mario Orfeo. Quest’ultima ipotesi, però, produrrebbe un effetto domino, ovvero un cambio di direzione al Tg2, visto che due direttori di aerea centrista, anzi riconducibili a Casini, non è sostenibile politicamente.
Sullo sfondo, anche se molto debilitata, resta l’ipotesi interna con Monica Maggioni disposta ad accettare le offerte di Viale Mazzini. Un dato è certo sul Tg1 deciderà Palazzo Chigi.
E veniamo alle reti. A RaiDue Angelo Teodoli ritornerebbe sul “luogo del delitto”. Teodoli è stato protagonista di un ottimo periodo della seconda rete sotto la direzione di Giampaolo Sodano nel 1990, come responsabile del palinsesto. Quindi conosce bene i suoi colleghi, e le chiavi per riportare gli scarsi risultati almeno alle 2 cifre di share. Per quanto riguarda la squadra, tutta da rifare. Voci di corridoio dicono che il direttore generale, Luigi Gubitosi, vorrebbe snellire le strutture. Due soli vicedirettori (come peraltro era ai tempi d’oro della Rai doc) uno al palinsesto, uno al budget, ridando peso ai capi struttura che potrebbero dedicarsi al prodotto, in piena sintonia con il direttore per i contenuti e con i due vice per palinsesto e spesa.
A RaiTre, con l’uscita di scena di Di Bella, in pole sarebbe Andrea Vianello, mancato volto del giovedì sera su Rai Due. La direzione di rete sarebbe una sorta di risarcimento e un premio per i risultati ottenuti con Agorà.
Altro obiettivo del Dg svecchiare gli organigrammi. Come nel caso della promozione di Vianello. A RaiUno, invece, si delinea la situazione organizzativa più delicata. Giancarlo Leone, smontando la struttura intrattenimento, inonderebbe letteralmente l’organizzazione della rete ammiraglia. Adriana Gai suo braccio destro, andrebbe a capo della segreteria di rete, posto strategico per governare la macchina, sostituendo l’attuale responsabile Adriano De Maio, che però corrisponderebbe alle caratteristiche anagrafiche ed editoriali dettate da Gubitosi per assumere un buon ruolo nella nuova organizzazione di Leone.
Al palinsesto arriverebbe Marcello Ciannamea, già vicedirettore al Marketing Rai, levando le castagne dal fuoco a Maria Teresa Fiore, che però manterrebbe la vicedirezione per il budget della rete. In uscita, invece, Ludovico Di Meo che sarebbe dirottato al Tg Uno, Maria Pia Ammirati, Gianvito Lomaglio. Daniel Toaff (classe 1949), unico a poter vantare successi d’ascolto superando di alcuni punti gli obiettivi di rete nel Day Time, potrebbe essere in elenco per il prepensionamento con un’ottima buon’uscita. In entrata Maria Vittoria Fenu, Sara Scalia, alle strutture, Marco Cunsolo ai mezzi di produzione. Insomma un bel Risiko che potrebbe davvero aprire la strada alla Rai modello Gubitosi…
GIU' LE MANI DA LEONARDO
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