Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Neppure il distopico mondo di George Orwell aveva immaginato l’orrore del redditometro seguito dal redditest, strumento quest’ultimo che dovrebbe aiutarci a mantenere basse le spese per non incorrere in dolorosi e devastanti accertamenti fiscali.
Apparentemente sembra un meraviglioso servizio reso al cittadino: utilizzando il software fornito da Equitalia e inserendo i dati richiesti (dicono ...) in forma anonima e irrintracciabile (e chi ci crede!) si accende una lucetta rossa che segnala le spese incompatibili con il reddito dichiarato, o verde se viceversa lo sono.
Ovviamente c’è una lista di spese di lusso che determinano la compatibilità con il reddito (palestra, viaggi, tasse universitarie –sì anche quelle-, automobili, centri benessere, e poi forse anche boutique, ristoranti e chissà che altro).
Quindi la prima regola per non essere beccati dal fisco è abolire le spese! Risparmiare!
Ebbene sì, diventeremo un popolo di odiose formichine, che smetteranno di far circolare il denaro e suicideranno l’economia!
Già perché un paese che, dopo aver dato vita ai posti di lavoro più vari creando ricchezza (ovvero stipendi per coloro che sono stati impiegati nei senz’altro non indispensabili centri benessere, o palestre, ecc), decide che bisogna risparmiare e addita quegli stessi indicatori di spesa come segnalatori di potenziale evasione, costringendo chi non voglia trovarsi gli artigli di Equitalia piantati nella carotide, a non spendere; un paese così UCCIDE L’ECONOMIA.
E allora, per favore, non veniteci a parlare dei giovani, del loro futuro, del lavoro che non hanno e che grazie a questa bella trovata avranno ancora meno.
Infatti chi aprirà più, per esempio, una palestra se l’iscrizione entra fra le spese di lusso e quindi farà fuggire i potenziali clienti?
Chi si è inventato il redditometro e relativo redditest (vero serial killer delle spese) se ne frega dei giovani, vuole solo succhiare soldi ai cittadini che dichiarano il loro povero o medio o alto reddito , lasciando in pace gli evasori che tanto usufruiscono del lusso grazie ad automobili, barche, case, ecc intestate alle aziende.
Cosa accadrà? Risparmieremo su tutto, i poveri (cioè ormai la gran parte di noi) lo faranno per necessità a prescindere dagli strumenti fiscali.
Quel poco che resta di ceto medio effettivo ridurrà le spese. Peggio, non ci sarà più il risparmiatore-consumatore, ovvero colui che magari con sacrificio, fatica, tempo metteva da parte i soldi per fare un viaggio all’anno, o per fare le vacanze. O magari per comprare una macchina di lusso da tenere nel vialetto di casa (senza usarla per carità perché consuma troppo) a beneficio dell’invidia dei vicini. Piccole innocenti perversioni economiche che però hanno fatto la ricchezza diffusa di questo paese e che non saranno più possibili.
Vogliamo dire che è meglio così? Che è più etico e morale spendere i pochi soldi che si hanno in cose necessarie e non rinunciare al riscaldamento di casa per potersi permettere le vacanze? Sì certo diciamolo pure, ma così la libertà va a farsi benedire e ci avviamo, con la benedizione delle banche verso una divisione della società in due blocchi.
Per i ricchi ricchi, cioè quelli con società di comodo o aziende effettive sulle quali scaricare le spese di lusso, ci sarà un sistema capitalista rigoroso e un po’ squalesco (muoia chi non ce la fa).
Per gli altri (ceti medi e poveri) un sistema protocomunista da Unione sovietica: niente lusso, niente accumulo e se si accumula qualche soldino guai a spenderlo altrimenti arriva la scure dell’accertamento che ovviamente vi metterà nella condizione di “indagati” e dunque potenzialmente, e alla fine sicuramente, colpevoli.
Benvenuti nel meraviglioso mondo dei tecnici che qualcuno vorrebbe riproporci!
Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 11:09:28
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