Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Non ci credeva!
Gli angeli, in quel periodo natalizio, avevano cose ben più importanti da fare che accorgersi se Piero fosse un ragazzo, buono o cattivo. Anche con la sua limitata conoscenza di bambino di sette anni, aveva deciso che nel migliore dei casi, l'Angelo non poteva che controllare due o tre ragazzi alla volta ...
E perché, lui, doveva essere uno di loro? Le percentuali, certamente, erano a suo favore.
E, tuttavia, la mamma, che sapeva tutto, gli ripeteva ogni volta che l'Angelo del Natale conosceva, vedeva e valutava tutte le azioni degli uomini, o bambini che fossero, e che non era paragonabile a nessuno, perché troppo superiore agli ignoranti esseri umani.
In ogni caso, Piero, non era mai sufficientemente sicuro di credere in quell’Angelo.
Tutti i suoi amici della zona gli avevano raccontato che Babbo Natale stava arrivando poiché prossima era la vigilia di Natale, ma che non avevano mai sentito parlare di una creatura celeste che portasse doni.
La mamma di Piero viveva ormai da tanti anni in America, e aveva benedetto la sua nuova terra come dimora permanente, ma rimando sempre italiana nel cuore, come il sole e la polenta e, per lei, sarebbe sempre stato visto come un angelo colui che si presenta la notte di Natale.
"Chi è questo Babbo Natale?", diceva. "E che cosa ha a che fare con il Natale?".
Inoltre, c’è da dire che l’angelo italiano riusciva molto a impressionare Piero, che ogni volta ne rimaneva colpito.
Babbo Natale era stato sempre generoso e fantasioso. Aveva portato ai suoi amici, motorette, puzzle, bastoncini di zucchero e guanti da boxer, trenini e palloni di cuoio.
Gli Angeli italiani, portavano, invece, sempre mele, arance, frutta secca, uva passa, della torta alle fragole, cioccolate, marzapane…
Per di più, l'Angelo aveva, ogni volta, messo nelle calze di Piero delle castagne importate, dure come sassi, delle quali non sapeva mai cosa farsene.
Finalmente, Piero e i due fratelli, le davano alla madre affinché le bollisse; dopodiché venivano pelate e mangiate come dolce dopo la cena di Natale.
Al bambino non sembrava proprio un regalo adatto a un bimbo di sette anni.
E, spesso, pensava che l’Angelo di Natale non fosse poi così intelligente come lo descriveva la mamma.
Quando Piero, discuteva con lei in merito a questo, ella normalmente rispondeva che uno della sua età non poteva ancora capire certe cose, lo avrebbe fatto solo dopo, col tempo.
In quella stagione di festa, in particolare, il suo comportamento da bambino di sette anni, fu tutt'altro che esemplare. I suoi fratelli, tutti più grandi di lui, non causarono il minimo problema. Ma, Piero, era sempre scontento e in mezzo ai guai. Al momento dei pasti, odiava tutto ciò che era commestibile. L’obbligavano a provare un po’di tutto e ogni pasto diventava una sfida ...
Era Piero, quello che non si ricordava mai di chiudere la porta del pollaio, quello che preferiva leggere invece di portare fuori la spazzatura e quello che, soprattutto, reclamava per l’intero santo giorno per ciò che mamma e papà facevano, sentivano od ordinavano.
In breve, era un bimbo viziato.
Un mese prima di Natale, la mamma lo aveva avvertito: "Ti stai comportando molto male, Piero. Gli Angeli del Natale non portano regali ai bambini maleducati. Portano loro un ramo di pesco per frustarli nelle gambe. Quindi, è meglio che cambi il tuo comportamento. Io non posso comportarmi bene per te. Solo tu puoi trasformarti in un bravo ragazzo”.
“ Cosa m’importa? Niente! Tanto codesto Angelo mi porta cose che non mi piacciono…ogni volta”, aveva risposto Piero.
E durante le successive settimane il bambino non volle migliorare il suo atteggiamento.
Come nella maggior parte delle famiglie, la vigilia di Natale si trasformava in qualcosa di magico. Anche se erano poveri, avevano sempre fatto un pasto speciale per quella cena.
Dopo, solevano sedersi intorno al vecchio camino che era al centro della casa, iniziando a parlare, a ridere e a raccontare storie.
Passavano molto tempo programmando la festa del giorno dopo, per la quale stavano preparandosi da tutta la settimana.
Essendo una famiglia cattolica, andavano tutti a confessarsi e poi tornavano in casa a decorare l'albero. La serata si concludeva con una piccola tazza di meraviglioso zabaione della mamma. Non importava che contenesse po’ di vino; il Natale viene solo una volta l'anno!
Piero, era sicuro, che succedesse a tutti i bambini, di non addormentarsi subito alla vigilia di Natale. La sua mente vagava. Nessun pensiero verso caramelle o dolci, ma immantinente si preoccupava dell'Angelo di Natale: che non fosse venuto a casa sua, o che avesse finito i doni. Si sentiva emozionato epreoccupato, dalla possibilità che Babbo Natale potesse essersi dimenticato dove stessero, e in ogni modo li visitasse senza rendersi conto che l’Angelo era già passato di lì. Quindi, pensava alla possibilità di ricevere due volte i regali!
“Perché, si domandava Piero, succede che nella mattina di Natale, nonostante aver dormito poco la notte precedente, è così difficile svegliarsi e alzarsi?
E così, avvenne, anche quella mattina.
Fu, questione di minuti, dopo avere ascoltato i primi movimenti, affinché tutti si alzassero ed uscissero sparati verso la cucina, in direzione dello stendibiancheria, dove stavano appese le calze e, sotto a esse, si trovavano le scintillanti scarpe appena lustrate.
Tutto sembrava proprio com’era stato lasciato la sera prima. Tranne le calze, e le scarpe, che erano piene fino all'orlo dei generosi doni dell’Angelo di Natale ... vale a dire, tutte… tranne quelle di Piero. Le sue scarpe, molto luminose, erano vuote. Le calze erano vuote, ma da una di esse emergeva un lungo ramo secco di pesca.
Poté vedere gli sguardi di orrore sul volto dei fratelli, molto dispiaciuti, mentre tutto si era fermato, come paralizzato. Poi gli occhi si rivolsero a mamma e papà e poi tornarono su Piero.
“ Oh, lo so - disse la mamma -. L’Angelo del Natale non ti ha portato nulla. Lui ci lascia solo quel che meritiamo”.
I suoi occhi si riempirono di lacrime. I fratelli cercarono di confortarlo con un caloroso abbraccio, che Piero rifiutò con rabbia.
“Nessuno voleva quei doni così stupidi - disse piangendo. “Odio quell’Angelo così inutile e cattivo. Poiché non esiste un angelo di Natale”.
Poi, si lasciò sopraffare dall’abbraccio della madre. Era una donna voluminosa ed il suo grembo lo aveva salvato dalla disperazione e della solitudine in molte occasioni.
Notò che lei stava piangendo mentre lo consolava. E il babbo, anche. I singhiozzi dei fratelli e il loro continuo piagnucolare riempirono il silenzio di quell’ allucinante mattina di Natale.
Dopo un po’, sua madre disse, come parlando a se stessa:
“Piero non è cattivo. Solo occasionalmente si comporta male, e l'Angelo di Natale lo sa. Sarebbe stato un bravo ragazzo, se avesse voluto, ma quest'anno ha scelto di essere cattivo. E l’Angelo non ha avuto alternative. Forse l'anno prossimo, se cambierà il suo modo di comportarsi. Ma, per ora, tutti noi dovremmo tornare ad essere felici”.
Immediatamente tutti svuotarono il contenuto delle loro scarpe e calze sulle ginocchia di Piero, urlandogli prendi questo, e questo e questo.
Presto, di nuovo, la casa si riempì di pura gioia, di risate e conversazioni.
Piero, ricevette molto di più di quello che avrebbe trovato nelle scarpe e nelle calze.
Mamma e papà andarono a messa presto, come al solito. Prima di uscire, però, unirono le castagne ed incominciarono a bollirle per molte ore in acqua piena di spezie… e c'era un'altra pentola che stava bollendo.
I profumi più delicati emersero dal forno, come pozioni magiche. Tutto era pronto per la loro miracolosa cena di Natale.
Verso sera Piero e i fratelli erano pronti, questa volta loro, per andare a Messa.
Come al solito, la mamma, selezionandoli uno ad uno, li preparò pettinandoli, mettendogli a posto il bavero della giacca e, donandogli, ogni tanto, una tenera carezza. Piero, fu l’ultimo ad essere rimesso in sesto. La mamma lo fissò coi suoi grandi occhi marroni.
“Piero, disse, capisci perché l'Angelo di Natale non poteva
lasciarti i regali?
“Sì” – rispose il figlio.
“ L'Angelo ci ricorda, ogni volta, che
avremo ciò che ci meritiamo. Non possiamo evitarlo. A volte è
difficile da capire e fa così male che viene da piangere. Ma, ci insegna
ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e così, ogni anno sarà migliore-,
concluse la madre.
Non fu sicuro di aver capito in quel momento ciò che la mamma voleva dirgli.
Ma si sentì sicuro di essere amato da tutti, e di essere stato perdonato per tutto ciò che aveva fatto, con l’aggiunta di avere sempre un'altra possibilità l’anno seguente.
Piero, non dimenticò più quel Natale.
Da allora, la vita non è sempre stata giusta, né ha offerto quello che Piero pensava di meritare, né ha retribuito per quanto bene si sia comportato.
Nel corso degli anni si è reso conto di essere stato egoista, viziato, temerario e forse a volte anche crudele ... ma non ha dimenticato mai che quando c'è il perdono, quando le cose si condividono, quando si dà un'altra opportunità ed un amore senza limiti, l'Angelo del Natale sarà sempre presente e ogni giorno sarà il giorno di Natale.
Inserito da Loredana il 21/11/2012 15:40:15
Sarà il Natale che si avvicina e influenza da lontano, ma questa volta il Raccontafavole è stato più ispirato del solito! Me lo ricorderò: quando c'è perdono e condivisione, di cose e sentimenti, ogni giorno sarà un giorno "natale", di rinascita.
Violetta Valéry ritorna nel suo tempo: una Traviata ottocentesca per il Maggio Musicale
Firenze: una Butterfly d'eccezione per il centenario pucciniano
Madama Butterfly tra Oriente e Occidente: Daniele Gatti legge il capolavoro di Puccini
Una favola che seduce e incanta: Cenerentola di Rossini trionfa al Maggio
Un lampo, un sogno, un gioco: Gioacchino Rossini, Manu Lalli e l'incanto di Cenerentola