Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il Battaglione Sacro di Tebe
Oggigiorno, grazie alla bibliografia scritta che ci ha lasciato lo storiografo Plutarco, possiamo conoscere un'infinità di fatti accaduti in un'epoca nella quale le battaglie, per conquistare nuove nazioni, erano una routine giornaliera.
Le città-stato che componevano quella che conosciamo oggi come la Grecia, si disputavano ogni palmo di terreno per difendersi dagli attacchi nemici che venivano portati da potenti eserciti di elite.
Forse il più noto di tutti è stato l’esercito spartano, che
era composto dai soldati più disciplinati e impegnati per la causa che,
probabilmente, abbia mai raccontato la storia.
Ma un'altra città
pretendeva di ottenere l'egemonia di possedere il più valoroso e perfetto
esercito di quanti ce ne fossero nella regione: Tebe, i cui interessi politici passavano per la nota inimicizia con
Sparta.
Il militare di origine nobile Górgida fu chiamato a formare un battaglione la cui disciplina e forza fosse simile a quello che, un secolo prima, tanti trionfi riserbò al re Spartano Leónida.
Con l'eccezione che il Battaglione
Sacro Tebe consisteva di 150 coppie di soldati omosessuali, i cui legami
sentimentali rafforzavano l'impegno di questi quando combattevano.
Ogni coppia era composta da un maschio adulto e un giovane iniziato (molto comune
in quei tempi tale unione). Il veterano, conosciuto come Heniochoi, o guida, istruiva il giovane
allievo, chiamato Paraibatai (compagno),
non solo nelle arti d'amore, ma anche nelle strategie militari che doveva
rispettare in campo di battaglia.
Plutarco, racconta ed evidenzia come i due affiliati dello stesso battaglione, se ci fosse stata una relazione tra loro, avrebbero lottato instancabilmente per essere degni dell’amore e il rispetto del proprio partner, non volendo essere in imbarazzo agli occhi della persona amata. Per tale motivo, i due combattevano sino al limite.
Se uno dei due fosse stato ucciso, durante la battaglia,
l'altro sarebbe stato oggetto di feroci ritorsioni.
E così è stato, per oltre tre decenni (il periodo in cui non perse una sola
battaglia), divenne il complesso militare più potente, superando anche quello
spartano .
Ma,
l’unica sconfitta arriverà nella storica battaglia di Cheronea, nella quale la strategia utilizzata da Filippo II di
Macedonia, accanto a suo figlio Alessandro Magno, riuscirà a debellare
l’esercito più insigne della sua epoca.
Mentre il resto dell'esercito tebano si dette alla fuga, le 150 coppie che componevano
il Battaglione
Sacro di Tebe, rimasero compatte e lottarono fino all'ultimo momento,
anche se era già chiara la loro tragica fine.
Filippo di Macedonia, dopo la vittoria, riconobbe l'enorme merito e il coraggio
di quel gruppo di uomini che combatterono ferocemente fino all'ultimo istante
di vita.
Inserito da Loredana il 24/11/2012 12:24:19
Sorprendente. E mi riferisco alle motivazioni che indussero alla creazione di un battaglione simile che, senza dubbio, doveva contemplare solo due opzioni: vittoria o morte, e non era solo per dire. In effetti, la leva più potente dietro le azioni umane, soprattutto quando c'è da lottare, è proprio l'amore: per se stessi e la patria, come capitava per gli Spartani, e per una persona amata, come per questo sacro battaglione.