Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
I periodi natalizi più belli e felici per molti, sono stati quelli degli anni 70, quando la maggior parte delle famiglie li trascorrevano nelle loro case insieme a parenti e amici. Alcuni, non rispettando il detto “Natale coi tuoi, Pasqua con chi vuoi”, le passava in località sciistiche e in viaggi all’estero.
Veniva festeggiato il giorno di Santa Lucia, e poi, con l’assegnazione delle
vacanze, e la chiusura scolastica, via a divertirsi con le amichette, o a
giocare nei bar con quei primi, incomprensibili giochi elettronici, che al
giorno d’oggi anche un bimbo di tre anni si rifiuterebbe di avvicinare perché
troppo semplici.
L'atmosfera era bellissima e semplicissima.
Amavamo viaggiare di notte, con gli amici più grandi, quelli
con la macchina, percorrendo le strade illuminate del centro e facendo a gara a
chi vedeva le luminarie più originali e gli alberi più addobbati.
Quindi le feste, che comprendevano i mitici cenoni, il rustico presepe nel quale
certune volte venivano aggiunti anche i soldatini o certi capi indiani; il
cotone, simil neve, sopra la capanna del bambin Gesù, l’albero stracolmo di
luci intermittenti e di palle di vetro, e i tanti regali ricevuti.
Poi la Messa di mezzanotte, immancabile, di cui molti avrebbero fatto a meno dopo le scorpacciate di torrone e panettone di qualche ore prima.
Il pranzo, con la visita di quasi tutti i parenti, oltre agli amici, e se di lì passava qualche conoscente veniva anche lui invitato a bere un bicchiere di spumante Asti.
I nostri pomeriggi venivano consumati a giocare a flipper, a
tombola il sabato, a parlare, accanto al juke-box di ragazze e squadre di
calcio.
Dopo le 21, si sentivano arrivare gli zampognari, che suonavano
le solite, ma piacevolissime melodie natalizie, e che erano seguiti da un certo
numero di pecore, che girovagavano tra le auto in sosta. E tutto si trasformava
in magia, quella magia che ti avrebbe avvolto sino alla fine della festività
Sono trascorsi gli anni, e questa magia è andata perdendosi.
Il Natale è mutato, e la festa medesima è ora caratterizzata dal martellamento continuo di pubblicità logoranti, dai cellulari smartphone, dagli iPad, dal Galaxy, e dalle corse sfrenate nei negozi per la preoccupazione di poter perdere quel video gioco o quella sciarpa firmata.
E tutto si trasforma in noia abissale, uno sconforto paralizzante.
Tutto intorno veste l’abito della festa, ma i sentimenti oramai sono diventati sterili e quasi inutili.
Il Natale del tempo che fu, era, come visto, un Natale diverso, perché si mescola e si altera nella reminiscenza di chi indirizza il proprio pensiero al trascorso, considerando gli anni come echi della memoria, e assorbendo quella caratteristica su se stessi.
Inserito da Loredana il 24/11/2012 12:54:07
Un effetto dei nostri tempi tecnologici e veloci è proprio che abbiamo perso il significato del Natale, che va oltre quello religioso. Poiché è un momento di nascita (l'anno nuovo sta per prepararsi), si dovrebbe affrontare anche con un po' di raccoglimento, di silenzio, per poter ricominciare. Sono diversi anni che mi sono sottratta alla corsa dei regali e alla confusione senza senso delle canzoncine, dei luccichii degli addobbi, e ho scoperto che passo momenti natalizi molto più significativi e duraturi nella memoria, di quanto ero solita fare quando mi lasciavo prendere dall'euforia festaiola.