Editoriale

Renzi perderà ma è il vero vincitore

Con Bersani vincerà la vecchia politica e perderanno gli italiani

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

iciamo la verità, la cosa più interessante di questo scorcio di legislatura sono le primarie del Pd, tanto che bisognerebbe dire che la sinistra ha già vinto su tutti i fronti: politico e mediatico. 

Giornali radio e televisioni si occupano ormai soltanto della gara fra i Bersani, Renzi, Vendola, Puppato e Tabacci. Le uniche polemiche di cui abbiamo notizia sono quelle sulla presenza del l'uno o l'altro dei magnifici cinque in un talk show o sulle reti Rai.

Anche gli schieramenti sono piuttosto chiari ed evidenti: La7 finge di essere equivicina a Renzi e Bersani ma tifa con tutta evidenza per l'attuale segretario del Pd. Stessa cosa per la rete 3 della Rai, che però non tenta nemmeno apparenti equivicinanze e sta con Bersani senza se è senza ma.

Sky tifa effettivamente per tutti, compresa la Puppato, creando qualche perplessità vista la manifesta inferiorità della candidata veneta. Repubblica, Unità, Corriere stanno con Bersani, mentre i settimanali sia di opinione che di gossip tifano per Renzi.

Ora si tratta di capire per chi voteranno i cittadini che andranno ai seggi del Pd per le primarie. Tutto fa pensare che Bersani sia il favorito, non per maggiore credibilità, o per autorevolezza, neppure per le idee o per il programma,  ma perché ha dettato lui le regole del gioco e ha pensato bene di lasciare a Renzi, unico sfidante veramente insidiioso della sua leadership, poche chances di vittoria. 

Il partito è di Bersani e risponde a lui almeno per quanto riguarda quell'apparato abituato a mungere con regolare avidità la mucca, sempre più magra ma comunque a disposizione dei partiti, dei soldi pubblici. Bersani garantisce la sopravvivenza dei privilegi di funzionari di partito che ormai in numero esorbitante usufruiscono di stipendi, che non dovrebbero avere e che sono stati erogati al tempo delle vacche grasse per far funzionare la complicata burocrazia della pesante macchina da guerra del partito che in un paese civile dovrebbe contare soprattuto sul volontariato.

Renzi potrebbe mettere in discussione i vecchi apparati del partito, potrebbe voler rottamare davvero la vecchia politica, e allora sarebbero dolori che il Pd non vuole provare.

Quindi sulla carta Renzi non ha possibilità di vittoria e anche quella di portare il segretario al ballottaggio si riduce ogni giorno di più. 

Le sorprese ovviamente sono sempre in agguato, ma sembrano improbabili. Ciononostante Renzi ha già vinto. Nei sondaggi sul gradimento dei politici candidabili al ruolo di premier è al vertice con un punto di scardo da Monti, ma con diversi punti di scarto su Bersani e altri possibili ipotetici nomi dei vari partiti.

Nella palude della politica ammazzata dai tecnici, anzi suicidatasi con il governo tecnico, Renzi ha introdotto l'unica variante apprezzabile che ha costretto il Pd e i suoi vertici a muovere il lato b dalle comode poltrone assicurate fino ad allora, e almeno difendere i privilegi con le unghie e con i denti. Prima di Renzi nessuno metteva neppure in discussione la rielezione assicurata, il posto fisso in parlamento, ecc ecc.

Non solo ma Renzi, checché se ne dica, ha finito per logorare anche il Pdl che di fronte al, pur squinternato, dibattito nel Pd, ha saputo solo attestarsi su una inutile e patetica attesa di una decisione di Berlusconi sfociata in una rinuncia (ma non è detto) che ha provocato il ricorso a improbabili e affollate primarie di cui, a meno di 6 mesi dal voto per il rinnovo del parlamento, ancora non si conoscono le coordinate figuriamoci le regole o i programmi.

Quindi, che ci piaccia o no, la vera rivoluzione nella vecchia politica dei partiti la sta facendo Renzi e non il populista Grillo con quella scombiccherata compagnia di giro che non si sa bene se sia usata da comico genovese o viceversa usi lo sfanc...tore nazionale per fare carriera.

Renzi, anche se assomiglia più a Berlusconi che a Vendola, è l'unico che avrebbe una chance di conquistare i numeri per governare (come francamente non sapremmo dirlo), e li avrebbe proprio perché assomiglia a Berlusconi che comunque gli italiani vorrebber all governo  al netto dei suoi accoliti, dei colonnelli, delle olgettine. Purtroppo il Cavaliere ha dilapidato un patrimonio di consenso personale e politico che ormai è irrecuperabile chissà per quanto tempo.

Tornando a Renzi, anche se non rappresenta la garanzia di un buon governo sembra impossibile che possa fare peggio dei tecnici e del governo di centrodestra,  e potrebbe contare su un elettorato spalmato sui due fronti, centro destra e centrosinistra, col risultato di ottenere forse una certa stabilità numerica. 

Poi Sicuramente farebbe meglio di Bersani che riproporrà, non avendo i numeri per governare - perché potrà contare solo su quelli dello zoccolo duro del Pd che gli permetteranno di vincere le primarie ma che lo faranno arrivare ad una maggioranza relativa in parlamento -un vecchio consociativismo che scontenterà tutti gli italiani ma accontenterà gli appetiti di tutti i partiti.

Perciò Bersani uscirà vincitore dalle urne delle primarie e forse da quelle politiche, ma sará la vera sconfitta degli italiani.


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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 26/11/2012 17:20:28

    Quello che non si comprende dell'area di centrodestra è il "tifo" per Renzi, tanto che, dicono le cronache, sono stati in molti ad andare a votare alle"primarie" per il sindaco di Firenze.Io, come moderato, guardo sconsolato ai comportamenti dei partiti che compongono quest'area, con un patrimonio dilapidato, e mi auguro che la cosiddetta "maggioranza silenziosa" si svegli dal torpore, magari andando a leggere i valori , le tradizioni di un popolo che vuole "rinascere". In questo caso urge "cancellare" l'attuale classe politica che, invece di affrontare i problemi, discetta su"sesso degli angeli", come nell'Inpero di Bisanzio. Giovanni Attinà

  • Inserito da Maria Cerasi il 26/11/2012 14:00:16

    La vittoria di Bersani su Renzi è il segno evidente che questa crisi, prima di essere economica, è culturale. Gli italiani non fanno bungee jumping, ma preferiscono andare a correre, poichè è quella l'attività abitudinaria. Ci lamentiamo del "vecchio", vogliamo che l'Italia cambi, si rinnovi, ma poi nei fatti rimaniamo attaccati a quel mondo che già conosciamo, sebbene non ci piaccia. Renzi è la novità,l'entusiasmo giovanile, il rischio di un "sì". Bersani è la garanzia,il "porto sicuro". Conosciamo da anni il segretario del Pd, ben poco sappiamo del sindaco di Firenze, allora perchè non fare questo salto nel vuoto? Con ciò non voglio dire che il "vecchio" vada buttato via, poiché il passato deve essere una guida, un punto di partenza, una fonte di consiglio ed ispirazione. Ma il "nuovo", in quanto tale, va esplorato,accolto, vissuto. Se non cambiamo il nostro atteggiamento di fronte alla novità, non possiamo pretendere di cambiare. Berlusconi docet.

  • Inserito da antonino57 il 25/11/2012 23:11:43

    L'aspetto positivo, per l'apparato della sinistra che non se lo merita e non ci voleva, è che Renzi ha reso "vere" queste primarie. Ha avuto contro tutti: le regole e gli arbitri della partita, ma se l'è giocata ugualmente. Nel centro destra solo Meloni vuol giocare sul serio la sua partita, ma chissà se riuscirà almeno ad iniziarla. Berlusconi deve esercitare il suo ruolo di guida, ma lasciar emergere da sè qualche leader nuovo. Berlusconi come guida può sempre motivare e galvanizzare (avete visto il milan nelle ultime partite? Berlusconi va due-tre volte a milanello e il milan mette sotto la juve a san siro!!! detto da un cugino interista come me è il massimo). Può intervenire, ma deve lasciar che nuovi leader si facciamo strada, sotto i suoi occhi e sapendo consigliare e incoraggiare. È il modo migliore che ha per indirizzare il futuro del centrodestra.

  • Inserito da cristina il 24/11/2012 19:31:10

    invece il Manifesto, il Fatto Quotidiano con chi stanno ?

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