La prostituzione sacra

Il sesso nell'antichità. Viaggio in tre puntate da l'Epoca Preistorica, alla cultura Mesopotamica... (Prima parte)

I principi fondamentali della religione ebraica hanno contaminato la sessualità occidentale di oggi

di Tuarum  investigationum gratiâ

Il sesso nell'antichità. Viaggio in tre puntate da l'Epoca Preistorica, alla cultura Mesopotamica... (Prima parte)

In epoca preistorica, una volta insediato il sedentarismo e la proprietà terriera, il matrimonio arriva a essere una delle maniere più produttive per aumentare il capitale patrimoniale. 

E così l'essere umano passa dalla scelta del partner per motivi di sola attrazione erotica, all’incorporare per la prima volta un elemento riflessivo: il calcolo delle convenienze

Questo "amore concordato" predomina nella società greco-romana e sino a tutto il Medioevo. L'unità centrale è la famiglia patriarcale, il cui capo ha il dovere di stabilire alleanze di parentela per mantenere e rafforzare la ricchezza della famiglia. La passione erotica diviene uno stato emozionale pericoloso per scegliere e sostenere la compagna, e la dottrina cattolica, per bocca di San Girolamo, è lì a confermarlo: “ Niente di più infame amare la moglie come un’ amante".

Alla cultura Mesopotamica, culla della civiltà occidentale, dobbiamo i primi regolamenti della sessualità, grazie al Codice di Hammurabi e alla venerata Astarte, dea protettrice della sessualità, alla quale giovani donne offrivano la loro verginità a uno sconosciuto nel tempio sacro. In Babilonia, l'adulterio della donna veniva punito crudelmente, dal momento che la peccatrice veniva gettata in un fiume legata assieme all’amante; alla stessa veniva tagliato il naso e all’uomo il membro.

Della cultura egiziana vanno sottolineati i seguenti aspetti:

si praticava la poligamia, che in seguito venne proibita a Roma prima dell’avvento di Cristo; l'incesto era permesso e perfino l'erede al trono doveva sposarsi con una sorella per essere considerato un re legittimo, così da proteggere il patrimonio e riuscire ad ottenere maggiore potere politico; la circoncisione aveva un carattere rituale nella cerimonia di iniziazione dell'adolescenza, e si esercitava una prostituzione sacra, consociata alla religione.

In generale, il sesso era accettato come una realtà della vita quotidiana.

Con l'avvento della civiltà greco-latina e giudaico-cristiana, si consolidano ancora di più, perdurando per secoli posteriormente, due tendenze fondamentali molto vincolate tra sé, la religione e la sessualità.

La prima si riferisce all’esaltazione della potenza sessuale maschile che riflette la dominazione globale umana e la repressione della sessualità femminile. Ancora oggi, gli Ebrei Ortodossi ringraziano il loro dio per non essere nati donne e, nel Muro del Pianto, si tende a segregare le donne dagli uomini. La seconda tendenzaè il dominio della religione sul comportamento sessuale, riducendolo quasi esclusivamente a mero processo di riproduzione.

Nella cultura greca e romana si esaltava la potenza sessuale maschile attraverso le immagini divine di Zeus e soprattutto di Apollo. Nella mitologia, difatti, si raccontano le avventure erotiche del padre degli dei e del figlio prediletto. Si preferiva e si venerava più Apollo come un dio pieno di bellezza fisica e spirituale, che come di forza e valore. Da lui deriva il concetto di bellezza apollinea, che fino ad ora è stato considerato il prototipo della virilità e della sensualità. Tra i mortali, il criterio di tre coiti consecutivi segnava l’abbandono dell'infanzia e il raggiungimento della gioventù.

La religione Cananea pre-giudaica, nella quale aveva prevalso la venerazione di dei di entrambi i sessi, includendo dee della fertilità già sacerdotesse, soffrì una profonda modificazione con l'arrivo delle religioni monoteistiche, quelle che credevano in un dio maschile, come il dio ebraico Yahweh.

Secondo la mitologia, Eva era una dea della fertilità molto venerata, che in seguito divenne maledetta perché associata al peccato originale, e a causa dell’accusa di essere causa di morte e  male, si suppone essere stata punita da Dio con la condanna a partorire nel dolore.

Anche in Turchia, Egitto, Roma, isole del Pacifico o le pianure del Nord America, gli dei cessarono di essere maschio, femmina o bisessuale, lasciando il posto al Dio unico delle religioni nate in Medio Oriente: l'ebraismo, l'Islam; o il cristianesimo (un’eccezione sono stati gli gnostici cristiani , il cui Dio è sia maschile che femminile).  

I principi fondamentali della religione ebraica hanno contaminato la sessualità occidentale di oggi. La cultura ebraica è stata una delle prime a reprimere la sessualità, in particolare le donne, che si pensava fossero meri oggetti sessuali. 

Tuttavia, nel Cantico dei Cantici,  la sessualità è stata raffigurata come un impulso creativo e di gioia, non definendola un male in se stesso o limitandola solo alla procreazione.  

Nel Vecchio Testamento, che comprende i Dieci Comandamenti di Mosè, pubblicato intorno al 1300 aC, vigono le regole che devono guidare il comportamento sessuale del tempo. In generale, si qualificano come impuri, la fornicazione, l’adulterio, la prostituzione, la sodomia e l'omosessualità. Così troviamo il "non commettere adulterio" (anche se è noto che, secoli dopo, il re Salomone si terrà per sé 700 mogli, oltre a regolari innumerevoli amanti); in Esodo (XX, 14) vieta l'infedeltà, rafforzato nel Levitico (XVII, 20 ): "non peccare con la moglie del tuo prossimo o ti contaminerai con tale unione."

E anche l'omosessualità è peccato nel Levitico (XVIII, 22): "Non commettere peccato di sodomia, perché è un abominio"; così come è un vero tabù la nudità (XVIII, 7); ed è vietato in maniera totale l’incesto (XVIII, 6) "Nessuno si unirà carnalmente con il suo sangue, o avrà a che fare con se stesso." 

Anche nei Corinzi (I, 1-5), è evidente il divieto di incesto.

In Israele, lo scopo del matrimonio era la procreazione e il mantenimento del potere del clan, una stretta monogamia ove il matrimonio era indissolubile, e il rapporto extraconiugale veniva rigorosamente combattuto.

Il sesso, incorniciato nel matrimonio, era considerato sia un obbligo che una gioia.  L'unione legale aveva come finalità la discendenza, mirando alla conservazione del patrimonio che veniva tramandata da una generazione all'altra mediante la pratica della primogenitura.

Nel mondo greco-romano così come in quello ellenistico( dove gli elementi orientali si fondono con quelli  greci),  si esalta l'essere umano come la creatura più importante dell'universo, glorificandone l'anima ed il corpo; e, l'atto sessuale arriva ad essere una sorte di manifestazione religiosa.

Per esempio, un'estesa abitudine religiosa era costituita dalla prostituzione sacra, mediante la quale si pretendeva di attrarre i favori delle dee protettrici del popolo. 

In Grecia si adorava Afrodite, in onore della quale si realizzavano riti di amore e fertilità. 

La donna doveva offrire la sua verginità e fertilità alla dea Venere o ad altre dee, attraverso l'unione con un sacerdote o uno straniero.

In quest'ultimo caso, lo straniero doveva pagare, a sua volta, con un'offerta in natura o in monete per la manutenzione del tempio della dea.(Anche nell'antica India, i templi venivano mantenuti e curati grazie ai rapporti sessuali delle sacerdotesse). 

Tale usanza andò degenerando in semplice vendita rituale del corpo femminile. 

Etimologicamente fornicarederiva da forno (archi di ponti), in cui le prostitute romane esercitavano la loro professione.

Ad Atene, alle donne non era concesso camminare da sole, privilegio esclusivo delle cortigiane (prostitute fini), mentre le prostitute pornoi erano quelle di livello inferiore (parola derivata da pornografia).

La prostituzione sacra ed altre manifestazioni che verosimilmente avevano come finalità l'unione del sesso con la sacralità, simbolizzavano il vincolo dell'uomo con la natura e con gli dei. 

Ma rappresentava anche il modo per mantenere o aumentare i beni di famiglia, che si rifletteva particolarmente nei matrimoni in Babilonia, Grecia e Roma, dove si giungeva a dare la propria figlia come scambio di dono, contribuendo in tal modo alla sua sicurezza e stabilità durante il matrimonio. 

Praticamente, il tutto iniziò a essere una merce di scambio, mentre la famiglia era, invece,  stata istituita come sacra, e il matrimonio diventava niente più che un rituale.

Con l'istituzione del patriarcato, prevalse, come regola, il dominio sulle donne con il pretesto di proteggere la famiglia. Durante tutta la vita, ella si trovò sottomessa all'autorità onnicomprensiva del parente maschile più vicino e, in generale, era considerata un cittadino di seconda categoria la cui funzione principale era quella di essere "gyne", cioè, "portatrice di figli."

Il ruolo della donna era, dunque, procreare, perpetuare, e servire i figli, avendo il dubbioso "privilegio" di condividere i favori del marito con altre mogli secondarie, ma, se lei si mostrava infedele, normalmente veniva lapidata

Le attività femminili in Atene erano costituite esclusivamente dal perpetuare la razza e prendersi cura dei loro figli, mentre gli uomini potevano ricorrere, per saziare i loro impulsi sessuali, alle prostitute.

Analogamente, la struttura familiare romana si caratterizzava per la chiara distinzione dei ruoli assegnati, dove venivano evidenziate le mansioni del pater familia, della moglie, dei figli, degli schiavi, fino ai clienti.

Nei tempi della Repubblica si manteneva ancora la struttura di famiglia patriarcale ed il rispetto alla religione.

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