Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Non c'è dubbio, Renzi ha vinto il confronto con Bersani e lo ha vinto alla grande su tutti i piani. Cominciamo dal look: un orribile vestito marrone per il segretario, la obamiana camicia bianca e cravatta per Renzi, personalmente preferisco sempre un abbigliamento formale , ma purché non sia un abito da pensionato schiavo del cattivo gusto della moglie, meglio lo stile americano.
Ma certo non si giudica un candidato dalla scelta più o meno oculata del vestito, seppure, diciamolo, anche l'occhio vuole la sua parte.
Veniamo alla postura. Disinvolta, coinvolgente, anche verso il segretario, la presenza di Renzi, che sa essere accattivante, anche un po' parac... quando ringrazia i sostenitori nei comitati che sono tornati a fare la bella politica, e così dá una stoccata perfida a Bersani che da "vecchio" politico considera il volontariato militante un dovere verso i maggiorenti dei partiti.
Testa troppo spesso bassa, atteggiamento infastidito dal confronto, nei momenti di maggiore verve ditino alzato da maestro che sa come stanno le cose e si degna di spiegarlo al popolo bue, mai lo sguardo verso lo sfidante. Bersani manca completamente di convinzione e capacità di coinvolgere.
Nel merito non c'è stata partita: Bersani ha risposto alle domande precise sui programmi di governo, sulle pensioni, sul rapporto con l'Europa, sulla primavera araba e sul conflitto in medio-oriente facendosi a sua volte delle domande: come risolvere il problema degli esodati? Come fare a riportare la pace in medio-oriente? Ma non lo avevano chiamato appunto per dare delle risposte? Mah forse non ha capito bene il sistema del confronto.
In alternativa, quando le domande vertevano sulla crisi italiana Bersani ricominciava con la lagna delle accuse al passato governo berlusconiano. Da politico consumato ha intercettato il consenso dell'antiberlusconismo, ma ha perso l'occasione di dimostrare che vuol fare un passo in avanti.
Peggio è andata quando è stata posta la domanda sulle pensioni, mentre Renzi ha sottoscritto l'innalzamento dell'età per il riposo che va di pari passo con la longevità italiana seconda solo a quella dei giapponesi; Bersani proponendo la sacrosanta necessità di risolvere il problema degli esodati ha parlato come se lui e i suoi non fossero stati in parlamento a votare la sciagurata riforma dei tecnici che il problema aveva appunto creato!
Viceversa Renzi ha cercato di dare risposte, alcune convincenti come quelle sul fisco e l'ipotesi di accordi con la Svizzera per recuperare i soldi portati all'estero, altre assolutamente sottoscrivibili o come quelle sulla credibilità di un presidente del consiglio in Europa, quando ha invocato l'orgoglio dell'italianitá che da sola deve rappresentare l'autorevolezza per presentarsi in Europa, senza cappello in mano, senza compiti da fare a casa e da far correggere alla maestra tedesca.
Ancora Renzi. È stato efficace anche quando ha risposto alle domande del siciliano comitato pro-Bersani a proposito della mafia. Ha evitato la trappola dei luoghi comuni nei quali Bersani ha sguazzato per tutta la durata del confronto.
Concludiamo, per ora, con l'immagine finale. Maggioni, brava misurata, aziendalista, saluta tutti, ringrazia e si alza. La regia abbassa le luci, la visuale passa alla telecamera alta che inquadra tutto lo studio e mentre Bersani volta le spalle a Renzi per andare incontro ai suoi supporters, il sindaco di Firenze, senza esitazioni o tentennamenti lo chiama, -Pierluigi!- e gli va incontro per stringergli la mano.
Furbata a beneficio delle telecamere ancora accese? Può darsi, ma anche eleganza, savoir faire, quella buona educazione formale che ormai i politici di lungo corso hanno perduto (se mai l'hanno avuta!) nell'arroganza di un potere che considerano un diritto.
È sì, non c'è dubbio Renzi è il nuovo migliore del vecchio. Perciò perderà il ballottaggio, e così la sinistra per non cambiare -per mantenere quei piccoli privilegi che ancora, anche un potere non pieno gli assicura e gli assicurerà -si autocondannerà a non uscire dal ghetto della brutta politica che nessuno più vuole, regalando a Grillo tanti inutili voti.
Inserito da giovanni f. accolla il 29/11/2012 15:08:03
E’ evidente che oggi non si sa come andrà a finire, ma una riflessione generale che duri oltre lo spazio di una pur lunga fila al seggio, sulle primarie del centro sinistra la si può tentare. Non ci vuole la sfera di cristallo per capire che vincerà Bersani, ma sarà una vittoria di Pirro. Bersani è quanto di più vetusto e deleterio esprima il sistema politico del nostro Paese. E’ culturalmente inadatto al ruolo che in questa fase credo debba necessariamente avere il futuro presidente del consiglio italiano, ed è evidente: la squadra di governo che metterebbe in campo sarebbe inappropriata, vecchia e conservatrice nell’accezione più negativa del temine. Conservatrice e triste come solo i post comunisti sanno esserlo. Avremmo i D’Alema, le Bindi, i soliti noti e i Vendola al governo. Un’ipoteca di fallimento più che certa. E anche se sono un elettore di centro destra, non voglio puntare al “tanto peggio, tanto meglio”, sperare di tornare presto alla guida del Paese dopo l’ennesima proposta traballante di sinistra, non è una consolazione. Bisogna fare di tutto per vincere, subito. E c’è ancora qualche margine di tempo per farlo. Anche perché la sinistra è pessima e, nonostante la propaganda, il suo corpo elettorale con cresce. Le stesse primarie a ben guardare sono un bluff (un milione in meno di voti delle precedenti) e le distanze tra i suoi maggiorenti sono siderali. Nei confronti televisivi il segretario del Pd ha mostrato tutta la vacuità culturale del mondo che rappresenta, ed anzi, a mio avviso, egli rappresenta il peggio di quel mondo. E’ curiale, mediocre nell’eloquio quanto nel pensiero. Mi hanno davvero impressionato negativamente, inoltre, le due o tre cose che Bersani ha detto sulla politica estera: secondo lui denunciare la repressione a Teheran è una cosa da destra israeliana! E sempre sugli esteri, vi immaginate cosa vorrebbe dire avere Vendola al governo? Non che Renzi sia lo statista di cui avremmo bisogno, ma è innegabile che solo con la sua vittoria, la scena politica generale sarebbe potuta mutare.
Inserito da Maria Cerasi il 29/11/2012 09:53:13
Ripeto quanto detto in un commento di alcuni giorni fà: agli italiani piace andare a correre, perchè è l'attività a cui sono abituati da sempre, ma non piace fare bungee jumping, perché hanno paura che la corda si spezzi, o semplicemente si inorridiscono all'idea di lanciarsi nel vuoto. Così nella politica: la crocetta dell'elettore vorrebbe votare Renzi, la matita esita, sta per farlo... ma alla fine segna Bersani,l'elettore piega la scheda, e tira un sospiro di sollievo. Questa è l'italia: esitazione,staticità, paura. Una crisi culturale, ancora prima di essere economica. Io mi auguro che dopo il confronto di ieri, gli animi degli italiani del centrosinistra si risveglino con la voglia di cambiare, magari accettando quella componente di rischio che poi non fà male, ma aiuta a crescere (anche Renzi nell'appello finale ha parlato di "cambiamento basato sul coraggio, sul rischio"). Io ho fiducia nello spirito degli italiani e credo che la vittoria di Renzi di ieri si riproporrà domenica al ballottaggio, e se non dovesse essere così, poi non lamentiamoci, perchè a noi è stata data la possibilità di scelta.
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