Crime Scene do not Cross

Rodney Alcala, il serial killer di donne e adolescenti

Laureato alla Scuola delle Belle Arti di UCLA, riuscirà con la sua eloquenza a ingannare decine di ragazze

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Rodney Alcala, il serial killer di donne e adolescenti

Rodney Alcala

Rodney Alcala è un condannato a morte, ma non ancora giustiziato, per stupro, tortura e assassinio. Ha eluso la giustizia per 40 anni.

Soprannominato “Dating Game Killer”, perché negli anni ’70 ha partecipato a uno show televisivo “The dating Game”, dove vincerà di uscire con una donna, altra concorrente, ma che la stessa rifiutò l’appuntamento perché disgustata da Rodney.

Nasce il 23 agosto 1943, a San Antonio, Texas, da Raoul Alcala Buquor e Anna Maria Gutierrez. Suo padre abbandona la famiglia, lasciando la moglie da sola ad allevare il figlio e le sue sorelle. 

Intorno all'età di 12 anni, Alcala, si trasfersce con la famiglia a Los Angeles.

All'età di 17 anni, si arruola nell'esercito e vi rimane fino al 1964, quando riceve la lettera di congedo dall’ufficiale medico dopo la diagnosi di “grave personalità antisociale”.

Alcala, allora, si iscrive alla Scuola di Belle Arti di UCLA dove riceve la laurea di Bachelor of Fine Arts, nel 1968. Questo è l'anno in cui rapisce, violenta, picchia e cerca di uccidere la sua prima vittima, una certa Tali Shapiro di anni 8.  

La giovanissima si sta recando a scuola quando viene attirata in auto da Alcala, un atto che non passa inosservato ad un automobilista in sosta nelle vicinanze, il quale avverte la polizia dell’accaduto.

Alcala porta Tali nel proprio appartamento dove la violenta, la percuote a sangue e tenta di strangolarla con un filo di metallo.

Prima di arrivare, la polizia deve sfondare a calci la porta, e nei presi della cucina trova la ragazzina distesa sul pavimento in una grande pozza di sangue, che non respira. A causa della brutalità del pestaggio pensano sia morta e cominciano a cercare l’uomo in tutte le stanze dell’appartamento.

Un agente di polizia, tornato in cucina, scorge Tali che respira a fatica. Tutta l'attenzione si sposta su di lei e sui tentativi di tenerla in vita, mentre ad un certo punto Alcala scivola fuori dal seminterrato.

Tali Shapiro, anni dopo

Durante l’ispezione nell’ appartamento gli investigatori trovano diverse foto, molte di esse sono immagini di ragazze giovani. 

Riescono ad arrivare al suo nome tramite la pergamena di laurea dell’ UCLA. Ma ci vorranno diversi mesi prima che lo possano di nuovo rintracciare.

Alcala, ora con il nome di John Berger, fugge a New York e si iscrive alla scuola di cinema della New York University. Dal 1968 al 1971, anche se è elencato nella lista dei ricercati dell'FBI, vive inosservato e in piena luce. 

Durante i mesi estivi lavora in un campus teatrale drammatico, nel New Hampshire.

Nel 1971, due ragazze che frequentano lo stesso corso riconoscono Alcala su un poster affisso sui muri dell'ufficio postale, e avvertono subito la polizia del luogo. Vine, finalmente, catturato.  

Nel mese di agosto dello stesso anno, il delinquente è restituito alla prigione di Los Angeles, ma la situazione vuole che la famiglia di Tali sia già tornata in Messico, e il PM, non avendo un testimone principale, offre un patteggiamento a Alcala.

Viene, accusato di stupro, sequestro di persona, aggressione e tentato omicidio, e accetta un accordo dove si dichiara colpevole di molestie su minori. Gli altri oneri sono ritirati. 

E’, così, condannato a un anno fino all’ergastolo, ma rilasciato sulla parola dopo 34 mesi, sotto l' "indeterminata condanna" del programma. 

Alcuni addetti al recupero, non un giudice, lo dichiarano infatti riabilitato al 100%. Grazie al suo modo di fare e alle sue capacità ingannatrici, è di nuovo per le strade dopo meno di tre anni.

Otto settimane dopo torna in carcere per aver violato la libertà vigilata e per avere venduto della marijuana a una 13enne. 

Dirà alla polizia che l’ha anche rapita, ma non le verrà addebitato. Alcala, trascorre altri due anni dietro le sbarre ed è rilasciato nel 1977, sempre sotto la sentenza "indeterminata condanna" del programma. 

Raggiunta Los Angeles, ottiene un lavoro come compositore per il Los Angeles Times.

Non ci vuole molto prima che torni alla sua furia omicida.

Nel mese di novembre 1977, violenta, sodomizza, e uccide la 18enne, Jill Barcomb, nativa di New York, che si è da poco trasferita in California. Alcala usa una grande sasso per distruggerle la faccia, e strangolarla a morte, legandole con la sua cintura le gambe attorno al collo.

Jill Barcomb

Poi si sbarazza del corpo in una zona montagnosa ai piedi delle colline di Hollywood, dove è ritrovata il 10 novembre 1977, in ginocchio con la faccia nel fango.

Nel mese di dicembre del mesmo anno,  Alcala violenta, sodomizza, e uccide l’ infermiera 27enne, Georgia Wixted

Usa, in questo frangente, un martello per abusare sessualmente della ragazza, e poi lo utilizza per colpire e distruggerne la testa. La strangola a morte con una calza di nylon e lascia il corpo nel suo appartamento di Malibu. Il cadavere sarà rinvenuto il 16 Dicembre 1977.

Nel mese di giugno del 1979, Alcala violenta, bastona e uccide la 33enne, segretaria legale, Charlotte Lamb. La soffoca sino alla morte con un laccio di scarpa e lascia il suo corpo in una lavanderia di un complesso di appartamenti a El Segundo, Los Angeles County, dove è  recuperata il 24 giugno 1979.

 Charlotte Lamb

Nel giugno 1979, Alcala violenta e uccide Jill Parenteau, 21 anni, nella sua abitazione a Burbank. La strangola a morte con una corda di nylon. Il sangue dell’omicida è rintracciato sul luogo del delitto, dopo essersi tagliato per uscire da una finestra.

Jill Parenteau

Il criminale viene, allora, collegato all’assassinio, ma il caso, in seguito, sarà inspiegabilmente respinto.

Il 20 giugno 1979, Alcala si avvicina a Robin Samsoe, di 12 anni, e alla sua amica Bridget Wilvert, nei pressi di Huntington Beach e chiede loro di posare per alcune foto. Dopo averlo fatto, un vicino di casa delle giovani interviene per chiedere se tutto va bene e la Samsoe annuisce sicura. Più tardi, nel pomeriggio, la stessa Robin si dirige in moto a un corso di danza.

Robin Samsoe

Alcala la rapisce, la uccide e scarica il suo corpo vicino alla Sierra Madre ai piedi delle montagne di San Gabriel. Il suo corpo è orribilmente mutilato dagli animali e i suoi resti scheletrici sono scoperti il 2 luglio 1979. I denti anteriori sono stati abbattuti da Alcala.

Dopo l'omicidio Samsoe, Alcala affitta un magazzino a Seattle, dove la polizia trova centinaia di foto di giovani donne e ragazze e un sacchetto di oggetti personali, i quali si sospetta appartengano alle vittime. Un paio di orecchini che si trovano in una borsa di plastica sono identificati dalla madre della giovane Robin.

Alcala, è riconosciuto da molte persone come il fotografo della spiaggia, quando la Samsoe è stata rapita.  

A seguito di un'indagine, Alcala viene accusato, processato e condannato alla pena di morte per l'omicidio di Robin Samsoe nel 1980. La condanna è successivamente annullata dalla Corte Suprema della California.

L’assassino è nuovamente processato e condannato a morte, per l'omicidio Samsoe, nel 1986. 

Anche in seconda istanza la condanna viene ribaltata dalla Corte d'Appello del 9 ° Distretto.

Alla terzo grado di giudizio, Alcala si presenta come avvocato di se stesso, sostenendo di essere stato a Knott Berry Farm il pomeriggio in cui la Samsoe viene assassinata. 

Egli non contesterà, invece, le accuse per gli omicidi delle quattro vittime di Los Angeles.

A un certo punto prende la parola e inizia a interrogare se stesso in terza persona, cambiando tono a seconda di chi interpreta, comportandosi alla stregua di un avvocato o dell’imputato.

Il 25 febbraio 2010, la giuria lo ritiene colpevole di tutte e cinque le accuse di omicidio, di sequestro di persona e di quattro accuse di stupro.

Durante la fase sanzionatoria, Alcala tenta di influenzare la giuria, in merito alla pena di morte, suonando la canzone "Alice’s Restaurant" di Arlo Guthrie, che comprende il testo  "Voglio dire, io voglio, voglio uccidere. Uccidere. Io voglio, voglio, voglio vedere, voglio vedere sangue e budella e vene tra i denti. Mangiare cadaveri bruciati. Voglio uccidere, uccidere, uccidere, uccidere. "

La sua strategia non funziona e la giuria, rapidamente, gli sanziona la pena di morte che il giudice accetta senza ripensamenti.

Subito dopo la condanna, la polizia di Huntington rilascia 120 foto di Alcala al pubblico. Sospettano che abbia fatto più vittime, così i detective chiedono l'aiuto delle persone per identificare le donne e le adolescenti delle foto. 

Da allora molti dei volti sconosciuti vengono identificati.

Due casi di omicidio nel distretto di New York sono collegati, attraverso il DNA, a Alcala. 

L’ assistente di volo TWA Cornelia "Michael" Crilley, è stata assassinata mentre Alcala, nel 1971, era iscritto alla New York University.  Ellen Jane Hover è stata assassinata nel 1977 durante il tempo in cui l’omicida aveva ricevuto il permesso dal suo giudice di sorveglianza di andare a New York per visitare la famiglia.

Attualmente, Alcala è nel braccio della morte nel carcere di San Quentin.

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da Stegun il 21/01/2018 10:46:29

    e DIO MIO quella non è Tali Shapiro! E' una ragazza che si sospetta sia stata uccisa da Alcala.

  • Inserito da Stegun il 21/01/2018 10:39:19

    Articolo piuttosto esaustivo, peccato per la pessima traduzione.

  • Inserito da Loredana il 03/12/2012 11:55:35

    ...mi auguro che alla fine vada a sedersi per l'ultimo abbraccio elettrico che si merita. Stavo pensando che un ottimo nonché ironico contrappasso mortale per chi come lui ha ucciso e torturato donne di tutte le età, sarebbe finire nella Vergine di Norimberga. Non finisce mai questa lista di uomini piccoli, odiosi, mostruosi, che non sanno far altro che uccidere, invece di affrontare i propri mostri interiori?

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