Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
rancamente, non ho mai ritenuto possibile una vittoria di Matteo Renzi su P.L. Bersani.
Io non sono un politologo, mi interesso di cultura varia, moda e sport, e forse per tale ragione
non ho mai creduto, potesse accadere; per motivi dissimili, però, da quelli esposti dal mondo della politica italiana, includendo in questo elenco lo stesso sindaco di Firenze.
Si è subito detto, infatti, che l’arroganza del PD nei suoi confronti derivasse dalla stessa caratteristica conservatrice della “gente di sinistra”; mentre Renzi è risultato -a tutto l’enclave “bersaniano”- troppo innovativo.
Per il sottoscritto sono solo grandissime balle.
Il vero promoter della sconfitta “renziana” altro non è stato che la sua stessa campagna elettorale, il camper che tanti adepti sembrava fare ad ogni tocco di sponda regionale.
Praticamente, gli hanno confezionato ben benino un’entrata da leader per poi abbandonarlo alla stessa minestra riscaldata.
Renzi è partito a spron battuto, per poi arenarsi negli stessi suoi slogan troppo manierati, troppo raggianti, troppo kennediani, quindi non adeguati al popolo di sinistra o centrosinistra che dir si voglia.
Tutto il mondo della sinistra ormai, si era abituato alle battaglie con Berlusconi e a biasimare ogni cosa foriera di pubbliche relazioni, informazione, comunicazione.
Insomma, già ebbe a provarci il buon Veltroni, anni fa, a rivolgersi al popolo della sinistra con l’innovazione comunicativa, con gli slogan e le camicie alla Clinton, e questo Renzi doveva prenderlo a esempio tangibile: agli elettori di questa parte del guado doveva almeno camuffare la cosa, renderla più casereccia, più provinciale, più tipo Festa dell’Unità, con i bomboloni fritti e la grigliata con le patate.
Tutti quei modi di dire, sì possono far effetto all’inizio, ma dopo se non trovi qualcos’altro di più terra terra ci lasci le penne.
Il sindaco ha fatto di tutto, e forse di più, per muovere il Partito Democratico verso il centro, tanto da entrare nelle simpatie di molte teste della destra.
L’unico problema, è che dai sondaggi televisivi e della carta stampata, mentre lui sembrava lavorare per la destra, emergevano dati contrastanti che evidenziavano che la gente del PD voleva un partito ancora più orientato verso sinistra, una via di mezzo tra Vendola e Bersani, quindi non assolutamente spostato a destra.
L’unico che l’ha veramente intuito, è stato Bersani e il suo entourage, ma solo dopo avere ricevuto dei begli schiaffoni sul muso.
Una cosa è certa, che l’immediato riconoscimento della sconfitta, ha dimostrato che Renzi alla sua etichetta ci credeva e ci crede tuttora, perché con tale gesto ha replicato in pieno lo stile americaneggiante, usato dai gentleman ad ogni fine disputa politica.
E poi, essendo così giovane, così arrembante, così innovativo doveva pur aggiornare il suo Curriculum Vitae fatto, sinora, di sole vittorie: dai Matteo una bella sconfitta ci stava proprio!
Inserito da jamboree86 il 09/12/2012 13:53:13
Renzi non cercava di portare il partito verso il centro, ma verso una sinistra progressista e liberal (nell'accezione anglosassona del termine), lontana da questa sinistra nostrana conservatrice, radicata ad un passato opinabile e decaduto e dagli interessi personali degli attuali parlamentari correi con la destra di aver portato l'Italia allo sfascio.
Inserito da natalina il 08/12/2012 09:33:39
cosi giovane renzi non lo e' proprio .....solo una ventina di anni fa era ritenuta una persona nella maturita lui si presenta come un narciso sbarbatello !!che due capperi secchi questa lotta generazionale a cui il potere burattinaio furbamente ci ha smollato dividendoci
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