Nella capanna di Betlemme

Una fiaba di Natale di mia nonna Milta: Gesù Bambino ci vuole così come siamo...

Riflessioni e considerazioni sul valore di questa bellissima festa

di Il Raccontafavole

Una fiaba di Natale di mia nonna Milta: Gesù Bambino ci vuole così come siamo...

Questa è una storia di Natale che mi raccontò la nonna quando facevo, all’incirca la terza elementare, e che ho voluto mi raccontasse fino al primo anno di liceo. E’ una fiaba che realizza un bel percorso nel cuore del Bambin Gesù.

Si narra che quando i pastori si allontanarono dalla capanna e tornò la calma, dalla sua culla il bambino Gesù, alzò la testa e guardò la porta socchiusa.

Un giovane ragazzo, non superiore ai 10 anni di età, era lì tutto intimidito, tremante e spaventato.

-Vieni a me, perché sei così impaurito?, gli chiese Gesù.

-Non oso ... perché non ho nulla da darti, rispose il giovane.

-Mi piacerebbe che tu mi donassi qualcosa, argomentò il neonato.

 Il ragazzo arrossì dalla vergogna e balbettò alcune parole:

-Io, mio signore, non posseggo veramente niente... niente mi appartiene, se avessi qualcosa, qualcosa di mio… ma aspetta un attimo ...

E nel guardare nelle tasche dei pantaloni stracciati, tirò fuori una lama di coltello arrugginito che aveva trovato poco prima per strada.

- E’ tutto quello che ho, se vuoi è tuo…

- No, disse Gesù, tienila per te. Vorrei, invece, che tu mi dessi qualcos'altro. 

Desidererei da te almeno tre regali.

- Con immenso piacere, ma cosa?, rispose il ragazzo.

- Offrimi l’ultimo dei tuoi disegni.

Il ragazzo, imbarazzato, arrossì di nuovo. Si avvicinò al presepe, salutando gentilmente, Maria e Giuseppe, e sussurrò qualcosa all'orecchio del Bambin Gesù:

-Mio Signore, non posso donarti il mio disegno… è bruttissimo; nessuno vorrebbe guardarlo!

- Giustamente, replicò il piccolo dalla culla, è proprio per tale motivo che io lo voglio…  Devi sempre offrirmi quello che agli altri non piace e tutto ciò che non piace loro di te. Dammi allora il tuo piatto.

- Ma, l’ho rotto stamane, borbottò il ragazzo, sempre più impicciato.

- Questo è il motivo per cui lo desidero ... Devi darmi sempre ciò che è rovinato nella tua vita, poi ci penso io a rimetterlo a posto.

-E ora – proseguì Gesù- raccontami ciò che hai detto ai tuoi genitori quando ti hanno chiesto come si era rotto il piatto.

Il viso del ragazzo si oscurò, abbassò la testa e, mormorò:

-Ho mentito ... gli dissi che mi era scivolato di mano, ma non era vero ... ero arrabbiato e lo gettai per terra rompendolo!

-Questo è quello che volevo sentirti, replicò il bimbo nella culla. -Dammi sempre quello che c'è di brutto nella tua vita, come le tue bugie, le tue calunnie, le tue vigliaccherie e le tue crudeltà. Io ti scarico di queste colpe, perché non hai bisogno di conservarle dentro di te.

Voglio che tu sia felice e ti perdono dei tuoi errori.

Da oggi, vorrei che tu venissi tutti i giorni a trovarmi nella mia casa mia.

La fiaba è finita, ma non le riflessioni di mia nonna.

Caro Massimino, In questo periodo dell'anno, la maggior parte di noi pensa solo a rifornire i propri cari di regali costosi, dei dolci più buoni, dell'albero più scintillante e addobbato. 

Ma ci fermiamo mai a pensare che ciò che offriamo a Gesù non potrebbe andargli bene? Egli non necessita che "adorniamo" il nostro cuore per donarlo quale offerta, lui lo vuole così com’ è, malconcio, ferito, forse con qualche rancore che preme al suo interno.

Vuole che gli diamo solo ciò che abbiamo e siamo, e ciò che siamo abbiamo non sempre è buono, bello e degno. Se non gli offriamo la nostra oscurità, egli non potrà mai trasformarla in luce. 

Gesù sa chiaramente cosa coviamo dentro di noi, aspetta solo che glielo diciamo e gliel’offriamo senza remore. Quello che dobbiamo fare, è solo di mettere nelle mani del Signore ogni nostro difetto, delusione, insoddisfazione, o tutto ciò che per noi non è positivo, altrimenti gli togliamo l'opportunità di aiutarci, di trasformare tutto quello che si tinge di grigio nella nostra esistenza in una luce scintillante che guidi la nostra vita. 

Questo è il regalo che pretende Gesù da noi.  

Una volta fatto, ci sentiremo meglio, dal momento che abbiamo lasciato nelle sue potenti e buone mani tutto ciò che ha bisogno di essere guarito dentro di noi. 

Sicuramente ci preoccuperemo anche questo anno, come quelli precedenti,  che non manchi nessun regalo sotto l’albero per le nostre persone amate. 

Sarebbe bello, però, caro il mi Massimino, non lasciarsi sfuggire quello più importante di tutti, e che non è posto sotto l’abete, ma viene consegnato nelle mani più generose del mondo.

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da Rainer il 13/11/2014 12:13:29

    In my opinion "ragazzi" doeesn't fit in 100%, for the same reason "boys" doesn't."bambini" would be acceptable in my optinion."minori" would be better as it is invariant: you can say "i minori" (meaning generally both male and femal) and "le minori". Same thing with "giovani": "i giovani" (generally both sexes), "le giovani", and "bambini" (generally both sexes).It now occures to me that "baby" and "bambino" may share a common root.And finally don't mix "giovani" up with "Giovanni" :-)Was "ragazzi" used on the train ticket?Cheers,Geppetto

  • Inserito da Loredana il 08/12/2012 15:13:07

    Grandissima riflessione sul vero significato del Natale e del rapporto con Gesù e con la luce dentro di noi. Siamo in grado di occuparci delle nostre storture, senza vergogna: è proprio quello che ci vuole per cambiare e trasformarle in valore!

  • Inserito da Stefano il 08/12/2012 12:22:24

    Complimenti, bellissimo racconto. Perchè non raccogli le tue bellissime e originali fiabe?

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