Riflessioni su un termine usato molto a sproposito

Lo stile. Cos'è realmente? Come si configura? Chi lo possiede?

Ci fermiamo in una certa immagine, un certo pensiero, che ognuno di noi porta nel cuore di ciò che è preferibile in maniera assoluta

di LORD BRUMMELL

Lo stile. Cos'è realmente? Come si configura? Chi lo possiede?

Cos’ è lo stile realmente? 

Permettetemi di risolvere questo difficile dilemma, parlando, in primis, della libertà umana. 

Abbiamo sempre asserito che l'uomo è, a differenza degli animali, l'inventore e autore della propria esistenza, ed è il solo responsabile riguardo ad essa. 

Questo vuole dire che, quando facciamo qualcosa - e vivere è sempre fare qualcosa -, imprimiamo a tutto quello che facciamo, ai nostri atti, le cose che i nostri atti producono, una determinata modalità peculiare che la natura stessa non c'insegna, ma deriva dalla nostra personale partecipazione nello spirito dell'immortalità. Così, ciascuno dei nostri atti, e ciascuna delle nostre opere, possono essere considerati da due punti di vista: come mezzo per raggiungere uno scopo specifico, e come espressione di un set personale di preferenze assolute. La struttura generale di ogni atto, e ogni lavoro, viene dapprima determinata dallo scopo -se proposto a un fine. Ogni casa-stanza deve avere un tetto e dei muri o pareti. Vi sono, poi, le strutture e gli atti di prodotti di origine umana che trovano la loro spiegazione e motivazione nel principio di finalità. Ma il principio di finalità non può raggiungere l'infinito. Agiamo per un fine, che, a sua volta, vuole raggiungere un altro scopo, che, a sua volta, abbiamo proposto come mezzo per ottenere altri scopi. Potremo continuare così all'infinito? No. Non è possibile. Dobbiamo fermarci. Dove ci fermiamo? Ci fermiamo in una certa immagine, un certo pensiero, che ognuno di noi porta nel cuore di ciò che è preferibile in maniera assoluta.

Ora, questo insieme di pensieri o immagini dell’ assolutamente preferibile adotta in ciascuno di noi la forma di una personalità umana ed è l'immagine ideale dell'essere umano, l'immagine dell'uomo molto prezioso, infinitamente "buono" , l'uomo perfetto. Tale immagine è trascendente e immanente al tempo stesso, è un’ immagine invisibile, ma presente in ogni momento della nostra vita, è il nostro "meglio di sé", che accompagna costantemente il nostro sé reale e materiale, è sempre accanto a noi, in qualsiasi nostro atto, in ogni sforzo, in ogni opera, è l'impronta del suo essere ideale per tutto ciò che facciamo e produciamo. Tale marchio indelebile è lo stile

L'uomo e il suo stile possono essere interpretati in due modi:nel vero senso dell'uomo al naturale, nella sua efficacia con cui nasciamo, con tutti i limiti della carne, del peccato, della "natura" umana; e in senso ideale, rappresentato dall’uomo morale che vorrebbe essere altamente stimato, l'immagine o il numero del modello nella nostra mente e tutto ciò che il nostro cuore vede come assolutamente preferibile. 

Il risultato perfetto è una commistione di questi due sensi. L’uomo essere materiale che s’interessa al bello e alla perfezione dell’immagine, della sua immagine e, l’uomo idealmente concepito dalla mente che assieme al cuore rappresenta la parte metafisica del suo io.

Ecco, questo è lo stile…quello puro.

 

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