Parla Adelmo Togliani

Sono un artista, un appassionato e romantico amante del cinema

Il figlio del celebre Achille, dell' amico e collega del grande attore Heat Ledger, racconta

di Pier Luigi Manieri

Sono un artista, un appassionato e romantico amante del cinema

Adelmo Togliani

Recentemente lo abbiamo visto nel ruolo del Tenente dei Carabinieri Luciano Gottardi nella miniserie tv “Il Signore della Truffa”, affianco a Gigi Proietti; litigare con se stesso, spassosissimo schizzofrenico compulsivo, mentre ordina al banco di un fast food nello spot di una nota azienda. E’ Adelmo Togliani, figlio di Achille Togliani, interprete raffinato e sentimentale che creò l’Accademia Achile Togliani, che oggi Adelmo dirige con successo.

Chi è Adelmo Togliani?

Un pazzo. Sono un artista, un appassionato e romantico amante del cinema. Certamente naïf. Un selezionatore infedele, uno scellerato ragazzino, un impavido commediante. Direi, una stella cupa e nascosta. Una striscia di blu mare. Una vena che corre veloce, uno spirito fuori tempo. Asincrono. A 40° all'ombra, un simpatico adolescente senza ossa. Un molleggiato birbante e una bisbetica canaglia.

Però, hai un quadro molto chiaro di te stesso...aggiungerei eclettico.Ti dividi tra cinema, televisione, teatro,in tutti i ruoli: interpretazione, produzione regia e scrittura, ritieni che l'artista moderno debba andare verso una versione della professione di stampo anglosassone dove capita spesso che l'attore segua tutte le fasi di un progetto?

Beh ogni volta che mi dedico ad una delle fasi sopracitate cerco di farlo nel modo più completo possibile, senza risparmiarmi, e soprattutto non mi avventuro mai senza il coinvolgimento di validi collaboratori con i quali poter condividere il progetto e lavorare per risultati ancora più 'alti'. Per me 'creare' è sempre 'partecipazione', nasce innanzitutto dal coinvolgimento di più persone. E' pur vero che conosco molto bene tutte le fasi ma ciò non vuol dire che so fare tutto. L'artista moderno deve conoscere attentamente e totalmente la materia per poter influenzare i vari processi senza interferire con una squadra e soprattutto per non fare danni ai quali poi non si può, dati i ritmi produttivi moderni, più rimediare.

A proposito del cinema americano, tu che hai lavorato con lui,che idea ti sei fatto della morte di Heath Ledger?

Non so cosa dire, è una cosa che a suo tempo mi lasciò di stucco, piansi. Avevo frequentato Heath per due mesi e mezzo al tempo delle riprese e spesso anche al di fuori del lavoro come succede in tutti i set americani, dove le differenze si assottigliano rapidamente tra professionisti con ruoli di primo e secondo piano. Credo che il fatto che fosse australiano, a mio modo di vedere, e il suo approccio da anti-divo in senso assoluto lo abbiano messo all'angolo. Lo star-system forse si aspettava qualcos'altro da lui ma un bravo ragazzo che forse per troppa pressione - e per depressione - prende un paio di medicinali più del dovuto non può essere considerato un suicida.

In Casanova, lui intepreta il leggendario libertino veneziano, non credi che sia un po' paradossale che un attore australiano sia più credibile di tanti professionisti italiani? Per quanto poi se si pensa all'improbabile Casanova di Stefano Accorsi, il ragionamento crolli..

Sulla questione credibilità non so, sicuramente esorto chiunque a vedere il film in lingua originale, Heath usa dei toni così suadenti e caldi da sedurre chiunque, rende davvero merito al personaggio di Casanova. Sulla versione italiana a prescindere da Stefano che è un amico, non mi sento di dire nulla perché a me non piaceva proprio l'operazione in sé.

Indubbiamente in lingua originale è molto convincente ma il punto è: come mai che non c'è attenzione verso certi ruoli e generi in Italia?Casanova, è una volta Chamberlane e un'altra Ledger(anche Mastroianni, certamente, e vorrei vedere),il Gadiatore è pensato da un regista inglese ed interpretato da un australiano(e ti pareva), insomma, c'è poca considerazione da parte degli altri verso i nostri attori o alle nostre produzioni interessa poco sviluppare progetti che vadano in direzioni diverse da una certa contemporaneità?

Si, sono d’accordo, è un peccato che non riusciamo a darci un valore e a considerare la nostra storia all'altezza di un'adattamento narrativo così completo come quello filmico. C'è ignoranza e zero coraggio, io noto. Oltre a scarsi fondi, da questi non si può prescindere se vuoi essere all'altezza di un prodotto come Il Gladiatore. La soluzione sarebbe coinvolgere produzioni straniere facendo noi per primi una proposta progettuale, ma sicuramente i 'nomi' internazionali con il loro potere contrattuale condizionerebbero comunque l'intera attuazione e rimarremmo sempre e solo dei meri co-produttori…e questo sta già accadendo, vedi The Tourist e lo stesso Casanova.

Parliamo d’altro, i tui interessi si stanno evolvendo verso il web?

Ne sono sempre stato attratto, sin dal 2002 quando mi fu offerto di lavorare per yourtelevision.com, la prima televisione per il web, un'assoluta novità nel panorama internettiano.

Eravamo dei pionieri. Dopo 3/4 mesi di trasmissioni differite e di post sul canale il progetto naufragò. Al momento sto preparando un paio di mini-serie interamente dedicate al web. Pensate per lo sfruttamento sulla rete. Episodi brevi, mai sopra i tre minuti, di taglio comico e realizzate da professionisti del cinema e della televisione. Una di queste serie è strettamente legata ai personaggi dell'universo Io, Clarence, lo spettacolo che porto in giro da diversi anni e di cui a breve la Montecovello distribuirà la versione in carta stampata.

Per tornare al web i grossi brand stanno dedicando molta attenzione a internet, e questo vuol dire più fondi per lo sviluppo e la produzione…

Essere il figlio di un celebre e raffinato interprete della musica melodica(in America sarebbe stato definito un Crooner)come Achille Togliani ed averne raccolto l'eredità artistica dirigendo l'Accademia Achille Togliani, è qualcosa che inorgoglisce,immagino.

Dirigere la scuola è un piacere, amore allo stato puro. Mio padre è stato in grado di tramandare questa cosa. Amo i miei ragazzi, quando scorrazzano per i corridoi e organizzano un cinema pregandomi di andare con loro. Adoro il momento in cui vanno sul palcoscenico a coronare un anno di fatiche e sacrifici con applausi, risate e attenzioni del pubblico. Abbiamo sempre cercato di essere un modello, di crescita e disciplina, ci siamo riusciti. Fregandocene spesso dei numeri e puntando tutto sulla qualità. In questo devo ringraziare mia madre Desy che coadiuva il lavoro di tutti in maniera straordinaria.

Recentemente ti abbiamo visto ne Il Signore della truffa, hai ricevuto larghi consensi

Sì ha fatto ascolti molto buoni. E' stata un'esperienza divertente e coinvolgente. Attori bravissimi e il grande Proietti sempre impeccabile. Ora è il momento di nuove avventure, la gente mi ferma per strada e chiede quando mi rivedrà, io chiedo loro di scrivere alla RAI…capito no?

Ma è vero che in Serbia c'è un fan club dedicato a te?

In Serbia ho dei fan molto simpatici, le reti nazionali a quanto ne so mandano continuamente le serie Rai a cui ho partecipato come attore. Mi mandano auguri e regali di compleanno. Recentemente sono stato ospite loro per festeggiare una ragazza Aleksandra che mi segue dai tempi di Baldini e Simoni, un prodotto RAI di alcuni anni fa e che lì ha riscosso un certo successo. Spesso mi scrivono di voler venire in Italia a trovarmi, alcune di loro per il debutto al Fontanone di Io, Clarence nel 2010 sono venute e sedevano in prima fila, una soddisfazione incredibile.



 

 

 


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