Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Puccini Senior
Lucca: la casa natale di Giacomo Puccini in corte San Lorenzo ritorna il cuore delle memorie del grande compositore toscano, completando e iniziando un itinerario storico –musicale tra i più suggestivi; dalla sua prima dimora, dove fra l’altro ha visto la luce, si passa a quella forse più amata, la villa di Torre del Lago; per salire alle residenze di Celle(culla della famiglia Puccini) e Chiatri, sino all’elegante abitazione di Viareggio nei pressi della pineta, dove il maestro compose Turandot e da cui partì per l’ultimo viaggio, purtroppo senza ritorno, per la clinica di Bruxelles. Tutte le sue case più care e significative dunque sono ben radicate nel territorio lucchese, prova del grande attaccamento del maestro a quella lucchesia che era la terra dei suoi avi, nonostante la sua natura irrequieta lo portasse a viaggiare per tutto il mondo, spesso accompagnando le sue opere amate subito dal pubblico e sovente snobbate dalla critica, che oggi si è tutta o quasi ampiamente ricreduta; e anche nonostante certe frecciate goliardiche che Puccini non risparmiava a Lucca e dintorni (come il celebre sonetto che iniziava Cacca di Lucca è sempre senza pecca, anche se fatta in fretta da baldracca). E come sempre nel caso di iniziative analoghe, il catalogo Puccini Museum – La casa natale di Giacomo Puccini, curato da Gabriella Biagi Ravenni, (autrice anche del saggio che ricostruisce la storia della casa) è stato pubblicato dalla casa editrice lucchese Pacini Fazzi, non solo un nome consolidato per l’editoria di qualità ma anche un punto di riferimento per ciò che concerne la diffusione del patrimonio storico, culturale e letterario lucchese e toscano. Il volume consiste soprattutto in uno splendido apparato iconografico che riproduce i reperti ospitati a casa Puccini e ripercorre le vicende, nel complesso abbastanza tormentate (in sintonia, si può dire, con il carattere del maestro!) di questa casa così ricca di storia e di memorie; testimonianze, tra l’altro, che non limitano a Giacomo, se è vero che le stanze in Corte San Lorenzo appartenevano alla sua famiglia dal 1815; più precisamente, alla dinastia musicale Puccini. L’autore di Boheme e Turandot fu infatti solo l’ultimo di una lunga serie di compositori che si aprì con un avo dallo stesso nome: Giacomo senior (1712-1781) maestro della Cappella Palatina di Lucca; Antonio Benedetto ( 1747-1832) “ bravo sonator d’organo e buon compositore tanto nello stile sacro quanto nel drammatico” [1]; da lui nacque Domenico, (1771-1815) forse il più importante musicista della famiglia dopo Giacomo, la cui opera buffa Il Ciarlatano è stata riproposta di recente al teatro del Giglio;fu proprio dopo la sua morte, improvvisa e prematura, che la famiglia si trasferì nello stabile in corte San Lorenzo. Infine Michele(1813 – 1864), padre di Giacomo II, che proprio tra queste mura dette probabilmente al figlio i primi rudimenti nell’arte dei suoni. Si può dunque ben dire che le mura di questa veneranda abitazione ne abbiano … viste e sentite di tutte!
“La ricupererò quanto prima la mia casa (…) tengo ai quattro muri screpolati, ai travi straziati, anche alle macerie della mia casa (…) amo dove nacquero i miei e per tutto l’oro del mondo non recederei dal disfarmi del tetto paterno” scrive il maestro nel 1893 al cognato Raffaele Franceschini, a cui l’aveva ceduta insieme al fratello Michele jr. quattro anni prima, con una clausola però che gli dava il diritto di ricomprarla. A consentirgli di farlo era intervenuto in quell’anno il trionfo di Manon Lescaut, l’opera che segnava l’affermazione del musicista alla ribalta internazionale. E così, malgrado le resistenze del cognato Giacomo rientrò in possesso di quelle stanze che erano appartenute alla sua famiglia e dove lui stesso era venuto al mondo il 23 gennaio 1864, dopo tre sorelle dai nomi decisamente improbabili e indubbiamente cacofonici (Otilia, Tomaide, Temi). I nomi che gli vennero imposti, Giacomo Antonio Domenico Michele riassumevano tutta la dinastia musicale Puccini.
Giacomo fece restaurare accuratamente la sua abitazione che dopo la sua scomparsa fu ereditata dal figlio Antonio,(con usufrutto però di Elvira) ; Rita dall’Anna, vedova di Antonio, la donò nel 1974 alla neo costituita fondazione Puccini. Museo dal 1979 al 2004, fu poi chiusa per restauri ma poi venne assegnata alla figlia di Antonio, Simonetta Puccini, che l’anno scorso l’ha ceduta insieme alle collezioni ivi contenute, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; la gestione è stata affidata alla fondazione Puccini.
Casa Puccini è stata accuratamente restaurata seguendo il più possibile le indicazioni dell’epoca; non solo quelle contenute nelle lettere del maestro che non sono molte, ma anche utilizzando una particella del catasto vecchio di Lucca (del 1820 circa) che ha consentito il ricupero della suddivisione originaria degli ambienti; anche i mobili appartenuti alla famiglia hanno ritrovato nei limiti del possibile la loro collocazione originaria. E ne viene fuori un appartamento signorile, altro che i “quattro muri screpolati” di cui parla il maestro, anche se alla precoce morte del padre era seguita una situazione molto difficile. L’itinerario museale, articolato in varie sale (tra cui la sala d’entrata riportata com’era ai tempi di Giacomo, il salone Ricordi, la sala Turandot etc.) ospita vari reperti provenienti da varie collezioni composte di preziosissimi reperti pucciniani: lettere, manoscritti, quadri, fotografie, ma anche mobili e abiti provenienti dalle varie dimore del compositore; notevoli il ritratto del bisnonno Antonio, la medaglia ricordo del trionfo di Manon Lescaut, etc. E il volume è un ottimo vademecum sia per il curioso che per l’esperto che vogliano ripercorrere i passi di uno dei più formidabili creatori di “recondite armonie”.
Puccini Museum. La casa natale di Giacomo Puccini, a cura di Gabriella Biagi Ravenni, Lucca, Maria Pacini Fazzi editore, 2011, pp.143, € 22,00.
[1] L. NERICI, Storia della musica in Lucca, Lucca 1879, rist. Bologna 1969, p. 165.
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