Editoriale
I magistrati in campo litigano come galline in un pollaio
Questi sarebbero i moralizzatori della politica, le anime belle, gli alfieri della giustizia!
di Simonetta Bartolini
e non si trattasse del nostro futuro immediato, e se esso non fosse in grave pericolo verrebbe voglia di cancellare dal titolo di questa rivista la promessa di contenuti riguardanti la politica, meglio il gossip da Novella 2000!
Ma non si può, non si può perché appunto è del nostro domani che questi signori che mandano tweet il giorno di Natale, creano liste ritenendosi talmente indispensabili alla vita politica del paese da fargli fare una figura barbina abbandonando, dopo poco averlo assunto, l'incarico internazionale che pure era stato richiesto e non affibbiato; questi signori che giocano a candidare magistrati come cura per moralizzare il paese!!!!! Questi signori che ci fanno quotidianamente lezione di bon ton, loro(!), dicendo che devono educarci (?), farci diventare un paese serio, e dunque ci esortano a accettare le punizioni che vorranno infliggerci dall'alto della loro saggezza.
Solo tre giorni fa scrivevamo che avrebbero ridotto le spese mediche per la diagnostica in nome della riduzione delle spese inutili, e infatti è puntualmente avvenuto e la questione della gestione coerente degli acquisti di materiale sanitario è finita in garage. Ovvio, sul costo gonfiato delle siringhe, o delle garze, ci sono i grandi elettori (quelli che spostano voti, o allungano mazzette, o semplicemente fanno i giusti favori) che ci guadagnano. Mentre noi cittadini, siamo di più, ma poco controllabili come individualità , difficile essere sicuri che dandoci il giusto o non togliendocelo faremo massa critica a favore di lor signori, e così i nostri interessi rimangono in garage con le siringhe.
L'ultimo spettacolo veramente vergognoso però lo hanno dato i magistrati, i quali, non contenti di amministrare quotidianamente l'INgiustizia, non contenti di utilizzare colpe vere e presunte (ma soprattutto presunte) dei cittadini che passano sotto le loro forche caudine, per accedere alla più redditizia carriera politica o almeno alle pagine dei giornali -nazionali, locali, di quartiere non importa, basta avere la foto che li segnali fra i vip del circolino che abitualmente frequentano.
Non contenti di questo, si diceva, i magistrati in questa tornata non solo scendono in campo in massa, dimostrando che la separazione fra poteri dello stato che tanto invocano in caso di ispezioni del ministero nelle Procure non limpidissime, vale solo a senso unico: quello che li privilegia, ma si odiano fra loro a tal punto da dar vita a uno spettacolo imbarazzante.
Tutti contro tutti, candidati e non candidati (almeno per ora, fino alle chiusure delle liste non si può mai dire).
Ingroia, Grasso, Caselli nelle ultime ore si sono presi a male parole, si sono insultati, hanno messo in dubbio le reciproche moralità politiche e professionali. Insomma quella famosa macchina del fango che tanto hanno rimproverato ai giornalisti, questa volta l'hanno attivata loro, fra loro.
Ma che bellezza! I limpidi alfieri della moralità nelle aule giudiziarie, quando scendono in campo, si comportano come l'ultimo dei politici contro cui hanno strepitato e indagato, e portato in giudizio anche senza prove (ma questo lo fanno anche con i cittadini comuni).
Ma forse... Forse non si tratta di un cambiamento dovuto alla discesa in campo, forse hanno sempre fatto politica .... da posizione dominante!