Editoriale

Ultimo discorso, ultime banalità di Napolitano a reti unificate a favore di Monti

Italia fatta di giovani e extracomunitari, e al diavolo il resto dei cittadini dai 50 anni in su

 Totalità

di  Totalità

ul web in questi ultimi giorni girava l’esortazione a spegnere la tv al momento del discorso rituale del Presidente della Repubblica. L’insofferenza verso la demagogia tipica delle parole di fine anno giustificava l’esortazione. Per dovere di cronaca lo abbiamo ascoltato, costringendo la famiglia riunita a tacere per i quindici minuti della vibrata esposizione del Presidente. Farsi perdonare dai famigliari sarà dura.

Napolitano ci ha riassunto lo sciagurato anno appena trascorso, ci ha fatto l’elenco delle fregature che ci hanno rifilato con la sua complicità spacciandocele per conquiste, non l’ha detto esplicitamente, ma ha rivendicato di fatto la bella trovata del governo tecnico, la riconquistata credibilità internazionale e il solito bla bla sui famosi compiti fatti …

Uffa! Poi i buoni propositi per l’anno che verrà. A quanto si è capito l’Italia che interessa al Presidente è composta di giovani e extracomunitari.

I giovani «hanno ragioni da vendere», così la loro indignazione, la protesta. Per carità i giovani, lo abbiamo detto tante volte, al momento attuale non hanno futuro, però hanno il tempo, hanno la possibilità di recuperare. E i cinquantenni, e gli anziani e gli esodati, e i pensionati senza chances, senza futuro?  Qualcuno ha avvertito l’ottuagenario inquilino del Colle che non tutti hanno i suoi appannaggi e il suo trattamento pensionistico? Qualcuno ha fatto leggere al Napolitano l’articolo di un paio di giorni fa sul Corsera sui pensionati tedeschi costretti a emigrare nei paesi (poveri) limitrofi perché la splendida gestione tedesca, che vogliono imporre anche noi, li ha ridotti al di sotto, molto al di sotto della soglia di sopravvivenza?

E poi neppure una parola sui costi della politica, sulla necessità di riformare un apparato che non è stato intaccato dalle presunte riforme. Non un accenno alla mancata riforma delle carceri (ma soddisfazione per la chiusura dei manicomi criminali), ma rincrescimento per la mancata riforma elettorale.

Poi lo spot a favore di Monti: non si è candidato perché non poteva, ma ha patrocinato una nuova formazione politica, come già avvenuto in passato in altri casi (?). E la difesa della politica di rigore che ci hanno imposto: «Scelte di governo, dettate dalla necessità di ridurre il nostro massiccio debito pubblico, obbligano i cittadini a sacrifici» e «contribuiscono a provocare recessione» ma «guai se non si fosse compiuto lo sforzo che abbiamo in tempi recenti più decisamente affrontato», neppure una parola sul fatto che il suddetto debito pubblico è aumentato…, alla faccia dei sacrifici “necessari”.

Fa male doverlo dire, ma Berlusconi ha battuto Napolitano sul tempo e sui temi dichiarando in una delle sue innumerevoli comparsate televisive o radiofoniche che ai futuri candidati chiederà: «di sottoscrivere un patto: un impegno a votare il dimezzamento del 50% dei parlamentari alla Camera e al Senato che è molto difficile chiedere ai parlamentari in carica che hanno come professione la politica di dimezzarsi, ma anche dimezzare l'emolumento che ricevono come parlamentare e un terzo impegno che è quello di restare a servizio del paese massimo per due legislature»

Da una parte banalità, dall’altra promesse, e nel mezzo noi poveretti che ci apprestiamo al rito annuale scaramantico muniti di mutande rosse, corni di corallo, spumate di supermercato (altro non ci possiamo permettere) lenticchie, uva che portano soldi… sì, magari!

Comunque, cari amici nonostante tutto Buon Anno! È un augurio, e una speranza.

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