Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
n caffè senza zucchero per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e per la signora Clio: questa la consumazione della coppia presidenziale allo storico caffè Gambrinus dove, in compagnia del prefetto, hanno trascorso alcuni minuti conversando con i proprietari del noto locale. Il capo dello Stato si è informato anche della tradizione del cosiddetto 'caffè sospeso'. Un'usanza molto antica, soprattutto nel capoluogo campano, secondo la quale gli avventori lasciano una o più consumazioni per i futuri clienti, magari quelli più bisognosi. Dall'inizio del suo settennato, il presidente Napolitano seguendo una tradizione ormai consolidata, iniziata con Francesco Cossiga e poi proseguita con Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, saluta Napoli e i napoletani recandosi nello storico bar della città che si affaccia sulle piazze del Plebiscito e Trieste e Trento.
Dato il momento, vien da chiedersi questo ‘caffè sospeso’ chi lo consumerà, non tanto al Gambrinus, ma al Quirinale. Perché, al di la di tutte le ipotesi, intorno alle prossime elezioni, che francamente hanno piuttosto stancato (sono rimaste le poco avvincenti scaramucce sul ‘chi va con chi’ e ‘chi entra e chi esce’ dal parlamento) e sulle quali mi sento di aver detto già tutto: che Monti volesse ‘scendere’, ops! ‘salire’, in politica era già evidente otto mesi fa, che il centro destra corresse pericolosamente il rischio di auto marginalizzarsi per l’effetto di una molto probabile alleanza Monti-Bersani post elettorale, lo ho scritto tempo addietro; ora - a mio avviso - la cosa più interessante su cui ragionare è su chi e come, a mesi, sarà eletto presidente della Repubblica. Anche perché, come sì è visto, non è un ruolo da poco.
Monti stesso? Improbabile, visto che la strategia sarebbe dovuta essere tutt’altra. Se il risultato delle elezioni fosse buono per il suo schieramento, è ben altro il ruolo che si prefigge l’ex premier, e se così non fosse, sarebbe arduo imboccare un percorso tanto ambizioso. Anche se, never say never for mister Monti!
Il Pd oramai entrato nel delirio di onnipotenza post primarie, sogna il ritorno di Prodi, ma lo voglio vedere un parlamento così coeso da poter realizzare quello che me, francamente, pare più un incubo: immaginate Bersani a palazzo Chigi e Prodi al Quirinale? Da esodo di massa! Già, allora? La butto lì, io vedo possibile un altro ritorno, questo forse in una certa misura anche gradito al Pdl (ovviamente bisognerà capire quanti parlamentari il partito di Berlusconi porterà tra gli scranni di monte Citorio), quello di Giuliano Amato.
L’ex presidente del Consiglio, ex ministro dell’Interno e tant’altro ancora, potrebbe trovare il consenso e i voti dei parlamentari del Centro montiano e lo stesso Napolitano potrebbe farlo digerire ai vertici del Pd. Non dimentichiamoci che, fino all’ultimo momento, Amato è stato in predicato per entrare nel governo Monti en pendant con Gianni Letta. Ah, Letta! Beh, per quanto ne sappia, ora non sarebbe neanche il candidato ideale di Berlusconi: troppi guai, troppe pendenze anche giudiziarie e troppi errori gli vendono imputati dal Cavaliere, compresa la scelta di Antonio Catricalà ora divenuto montiano di ferro.
Sulle aspirazioni di Pier Ferdinando Casini di trasferirsi tra i corazzieri s’è detto e scritto molto, ma trovare dei voti utili nel prossimo parlamento mi pare impresa difficile, e poi se Casini fosse eletto al Quirinale sarebbe la fine, di fatto, dell’Udc. Chi li tiene assieme i suoi, Cesa?
D’Alema, certo, potrebbe essere l’uomo giusto per una parte cospicua della sinistra, ma è già stato bruciato la volta scorsa e poi - lo dice a tutti - ora la sua massima ambizione è tornare alla Farnesina. Che ciò avvenga, ovviamente, è un altro paio di maniche. Perché nonostante tutto, ancora non credo a una maggioranza dell’alleanza Bersani-Vendola numericamente tanto cospicua da imporre a suo piacimento i propri ministri, anche se Bersani potesse arrivare ad avere l’incarico da parte del presidente Napolitano.
Al momento non vedo nomi differenti da quelli che ho citato. Il centro destra non mi pare si stia occupando della questione: chi potrebbe essere un suo candidato? Schifani? E chi lo voterebbe?
Ecco, se Napolitano avesse cinque anni di meno, ora scommetterei su una sua rielezione, ma ora punto tutto su Giuliano Amato.
Vorrei sottolineare, a scanso di fraintendimenti, che la mia è un’analisi non un auspicio. Anche se - lo dico chiaramente - tra il dottor sottile e il mortadella non avrei dubbi su chi preferire. Perché credo, ahinoi, che questo sarà il destino per il nostro futuro: scegliere ancora a lungo per il male minore.
Inserito da pietro46 il 05/01/2013 16:06:06
E' proprio convinto che sia Amato il male minore?Tralasciando l'azione "schifosa che più sc......non può esserci delle mani nelle tasche di "indimenticabile" memoria",come ci combinerà il già scombinato bilancio del Quirinale?Alla fine non potremo non essere costretti a dargli ancora un'altra pensione.E poi uno che ,fin dai tempi della scrittura della Costituzione Europea'è andato d'amore e d'accordo con Fini,per Me,e sicuramente anche per Lei,non può essere degno di arrivare a quella carica.Così come è meglio non parlarne per non farlo sentire così importante...voglio arrivare anche all'eccesso:meglio la Bindi.Anche stavolta o soprattutto stavolta basterà,purtroppo la maggioranza dei vincenti delle elezioni:pd.E ci sono tanti altri pretendenti...si dice o no che i primi considerati sono bruciati?L'unica cosa certa è che non sarà uno di cdx.
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