Conflitto d'interessi e magistrati in politica

Speranze ridotte al lumicino con i candidati presentati, dai partiti, come nuovi e di rottura. Di rottura, di sicuro!

Chi non fa parte del giochino politico, è tremendamente preoccupato dell’escalation di queste nuove prese di posizioni scaturite dalle grandi menti dei nostri politici

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Speranze ridotte al lumicino con i candidati presentati, dai partiti, come nuovi e di rottura. Di rottura, di sicuro!

Nulla spes est propter nostram male constitutis Italia.

C’è cortesemente qualcuno che può spiegarmi la ragione delle nefandezze che ancora una volta chi governa, o dovrebbe in seguito farlo, sta perpetrando ai nostri danni con totale noncuranza e distacco?

Ci stiamo avvicinando alle prossime elezioni che decideranno il futuro del nostro Paese e, chi non fa parte del giochino politico, è tremendamente preoccupato dell’escalation di queste nuove prese di posizioni scaturite dalle grandi menti dei nostri politici.

Conflitto d’interessi.

Abbiamo, per anni, attaccato, e il sottoscritto in primis, per i vari conflitti d’interesse attribuitigli, Silvio Berlusconi; la sinistra vi ha creato delle vere e proprie campagne elettorali; Confindustria ha tentato più volte di disarcionare il Cavaliere con attacchi giustificati per le tante mansioni svolte quand’era premier. E potrei andare avanti all’infinito.

Oggi, si parla di Luca Cordero di Montezemolo come volto nuovo, ma non attivo in teoria, della politica italiana, come risolutore dei problemi creati dall’uomo di Arcore, dimenticandoci il recente danno accumulato in poco tempo da Monti, senza però chiederci come potrebbe mai costui rappresentarci dal momento che ha rapporti strettissimi con la famiglia Agnelli-Elkann, essendo presidente di Ferrari, appunto una controllata della ditta torinese; la sua attuale vicepresidenza dell’Unicredit in quota dei fondi arabi, il suo personale investimento nel business ferroviario, con il Nuovo Trasporto Viaggiatori di cui, guarda un po’, da breve tempo ha abbandonato la presidenza.  

Dopo quanto sopra, definire inopportuna una sua presenza, seppure di consulente, nella pratica governativa è sin troppo scontato.

Ma, sicuramente, oltre a quanto puntualizzato c’è ben altro che dovrebbe far passare la voglia di presentare simile personaggio quale volto rassicurante della politica: l’affaire Octo Telematics e le scatole nere da inserire nelle auto in caso di incidenti per sventare le tante frodi assicurative.

Il capo di Italia Futura, diventerà la base portante su cui si reggerà la lista Monti, sebbene l’ex della Fenech, si sia furbescamente ritirato da ogni possibile candidatura.

E il decreto delle liberalizzazioni, in merito alle scatole nere, indovinate un po’ -tempo addietro- da chi è stato emesso? A voi la semplice risposta.

Quindi, sebbene il ciuffutomanager dica di non voler far parte di partiti o “partitelli”, qualora il premier eletto fosse Monti, o chi per lui, un posto da ministro, magari delle infrastrutture a chi toccherebbe?    

Magistrati al Governo.

Perché creare ostacoli alle candidature di Ingroia e Grasso? Non sono forse ex magistrati Di Pietro, Papa e Violante? Perché, dunque, non simpatizzare per tali candidature?

A parte il fatto che ognuno può proporre il concorrente che vuole, la storia della politica nostrana è piena di nomi da barzelletta in fatto di candidature, resta il fatto che Grasso e Ingroia sono, in questo loro ostentarsi politicamente, uno smarrimento di garanzia per la giustizia del nostro Paese e un ancor più un livellamento in basso della politica. L’accoppiata Bersani-Grasso, presentata alcuni giorni fa con tutti gli onori dai media, è stata senza alcun dubbio quasi un’azione propagandistica, una specie di do ut des; un appoggio ad un importante giudice candidato, quale capo-lista, in una circoscrizione elettorale che gli assicurerà, senza perdite di tempo, la sicura elezione al Senato, proprio nel bel mezzo del processo sulla trattativa Stato-mafia, all’interno del quale esistono ben definite implicazioni penali nei riguardi di Nicola Mancino, “coincidentemente” ex vicepresidente del CSM ed ex ministro.

A Pierluigi Bersani questo volto nuovo della politica fa veramente comodo, in quanto avvolge di un’aura legalitaria e molto garantista il suo partito.

Ma, allora perché non riproporsi con Di Pietro? Facilis responsum; perché l’ex magistrato di  Montenero di Bisaccia, è mal visto dai rutelliani, dai lettiani, dai dalemiani, dalle bindiane, ecc. che ancora deambulano all’interno del Partito Democratico.

Perciò, una scelta solo a puro titolo propagandistico.

Terrificante, definirei la possibile scelta di Ingroia.

Un giudice che, spiazzando tutti, ha abbandonato dall’oggi al domani il processo Stato-mafia per trasferirsi in Guatemala, non a Riccione, con la trovata di lavorare per l’ONU e, per poi, subito tornarsene alle amate sponde italiche quale candidato della lista Arancione, che fra l’altro non asseggiolerà nessuno in Parlamento perché sotto la soglia minima del 4%.

Ecco, or-dunque,  la fine anticipata di un magistrato che volente o nolente rimarrà all’asciutto di potere politico e, obbligato dagli eventi quando ritornerà a Riccione, no, no in Guatemala, non potrà più affermare di essere il giudice indipendente e senza paura che avevamo imparato a conoscere come PM inquirente a Palermo.

Queste, care lettrici e lettori, sono le motivazioni della dissennatezza di questa maltrattata Italia.

Giudici, definiti fino a ieri indipendenti e ardimentosi come Grasso e Ingroia, abbassano le armi per essere riadoperati in politica, dimostrando così che la nostra è una nazione sottomessa.

Sottomessa dal potere imperante, il quale non permetterà mai all’Italia di mostrarsi, veramente, una vera e compiuta democrazia.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da pietro46 il 05/01/2013 20:12:45

    sondaggino fai da te:1,5% rifondazione,1%comunisti italiani,1,5%lista di pietro-leoluca orlando,anzi leoluca orlando -di pietro...più qualcun altro che,non trovando posto nel Pd o in sel,si trova sempre per essere 'aggregato.Poi,ancora,altri che da sparpagliati vorranno diventare vincoli(i de magistrianis)...e aggiungendo i suoi supporters(travaglini che abbandoneranno grillo)ecco il superamento del 4% almeno alla camera.Il problema però non è Ingroia.Il problema è Berlusconi che oggi 5/01 sta riproponendo la grande ammucchiata senza Monti.E' da pre-legge Basaglia:da internare.

  • Inserito da Loredana il 05/01/2013 13:20:47

    Memoria corta e avidità infinita potrebbero essere le risposte alla domanda di apertura dell'articolo. La politica in Italia è vista come il mezzo sicuro per pagare il mutuo (cito un parlamentare leghista di qualche mese fa), per sbarcare comodamente il lunario, e magari partecipare a qualche festino con porcelli e ancelle compiacenti. Della cosa pubblica, del benessere di tutti, del progresso di tutti, mi pare chiaro che non importi a nessuno, neppure a questi cosiddetti nuovi. Ovvio, il conflitto d'interessi valeva solo per Berlusconi. Per Montezemolo, ma perché mai dovremmo prenderlo in considerazione? Per quanto riguarda i magistrati: siamo o non siamo in uno Stato di Polizia? E mi riferisco al redditometro d'imminente applicazione, che ci verrà a squadrare persino nella biancheria intima, alla ricerca di incongruenze ed evasori...come se, naturalmente, non si sapesse CHI veramente evade alla grande e alla grandissima. Di questi giorni, sta tenendo banco la notizia che Dépardieu sta diventando russo, perché disgustato dalla sua patria francese di attitudini montiane. Pagherà il 13% di tasse nella Grande Madre Russia, dove viene atteso con impazienza e braccia aperte. Pare che anche la Bardot voglia fare la stessa cosa. Dovremo fare così anche noi? Visto il Museo degli Orrori che la nostra amata ed efficiente classe politica ci sta amorevolmente allestendo...

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