Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
span style="font-family:Calibri;color:#222222">A leggere i nomi che pian piano conquistano la fioca luce invernale delle liste elettorali dei partiti, c’è da farsi un’idea piuttosto chiara di come non ci sia davvero proprio nulla di nuovo sotto il sole della politica italiana.
Se uno scorre quelle del Pd e del Sel, innanzi tutto, c’è a chiedersi a cosa siano servite le primarie, visto che alcuni vincitori sono scivolati in posti di secondo piano e poi, quel metodo berlusconiano tanto vituperato della cosiddetta cooptazione, ne vogliamo parlare?
Il vice segretario generale della Cisl Santini soffiato da Bersani all’ultimo minuto a Monti, affiancato ai quattro cattolici e democristianissimi Emma Fattorini, Edo Patriarca, Ernesto Preziosi e Flavia Nardelli, che altro è? Il loro inserimento in lista dovrà ovviamente servire a pescare voti guardando al centro, in un gioco di specchietti per allodole, ossia per elettori senza più indirizzo certo, ma di solidissima fede cattolica.
Bersani ogni giorno che passa è sempre più in affanno: inchiodato ai numeri di trent’anni fa, il suo Pd prova a sembrare il partito che avrebbe voluto Renzi, ma è la solita vecchia patacca con la medesima dirigenza famelica e (in questo ha ragione Berlusconi) metodologicamente comunista.
E liste Monti? A parte la fiorettista, la cantante, l’imprenditore omosessuale e il giornalista che non t’aspetti (ma quando finirà ‘sto gioco ad acchiappare uno di tutto?), la cosa che appare evidente è che il presidente del Consiglio s’è trovato ad affrontare la composizione delle liste a giochi già conclusi o quasi.
Sotto l’egida di Sant’Egidio con tanto di preti di provincia in veste di talent scout, e sull’ossatura già messa in piedi dai finti sprovveduti di Italia futura (tra cui militano ex ognicosa), il premier, già esautorato dal paraculissimo duo Fini-Casini per il listone al Senato (altro che Bondi, sono loro due quelli che hanno deciso chi doveva entrare e chi no, soprattutto per il reclutamento degli ex Pdl e Pd), anche in quella che doveva essere la sua lista alla Camera, ha faticato (e sta faticando) non poco ad inserire in posizioni utili, personale a lui gradito.
Con l’effetto che la lista degli esclusi e degli illusi si allunga giorno dopo giorno e gente che ci ha messo la faccia come Alfredo Mantovano o Mario Adinolfi (i quali hanno senz’altro più rapporti con il loro territorio dei perfetti Carneade messi in lista) è stata lasciata fuori per i soliti veti incrociati (magari anche degli stessi partiti da cui sono usciti).
La convivenza tra anime distanti e opposte (di qui il passo indietro della Chiesa solo poche settimane fa schierata senza indugi nell’appoggio a Monti), sta creando un disarmonico effetto macedonia, e ora il grande paradosso Monti mostra - anche a chi come me, tempo addietro, aveva vagamente sperato in una sua forza davvero rinnovativa e liberista capace di federare il centro destra - i suoi effetti molto prosaici, addirittura marchiani: salvare ciò che è rimasto dell’Udc e del Fli, ridargli rappresentanza e linfa fino, magari, a permettere a Casini di concorrere alla presidenza del Senato e a Fini chissà cosa altro.
Tanto le liste per la Camera, che per le regioni, contemplano scelte assai politiche ed affatto nuove, come Giulia Bongiorno in corsa per la presidenza del Lazio o il prode futurista Filippo Rossi candidato a sindaco di Viterbo, tanto per fare qualche esempio. E che dire di Linda Lanzillotta e Adriana Galgano schierate da Monti in Umbria? Un furto dei montiani nel cortile di Renzi, per battere o preparare l’alleanza con il Pd? Insomma, alla faccia della società civile come palingenesi della politica!
Possibile mai che qui da noi la politica naufraghi sempre nell’ovvio? Possibile mai che Monti si sia fatto mettere nel sacco come il più ingenuo dei dilettanti? Per un momento, in verità assai breve, avevo creduto che il Novecento fosse terminato e che, morte le ideologie, si potesse tornare alle idee. Con una nuova e più credibile classe dirigente, ho pensato, si potranno attuale quelle riforme urgentissime (quella della giustizia per esempio) che solo un parlamento di persone integerrime può portare al temine. Ho sognato una legislatura costituente capace di rispettare e nel contempo rinnovare una Costituzione vetusta e inadeguata ai tempi.
Ma qui di nuovo, c’è solo, ancora una volta, il vecchio leone Berlusconi con le sue miserie e le sue grandezze incommensurabili. Il genio dadaista, con le sue promesse, prima dolci come lusinghe, poi amare come i sogni che mai si realizzano fin in fondo. Mentre gli ultimi sondaggi danno una ripresa del Pdl tale da aver accorciato la distanza dal Pd tra i quattro e gli otto punti (fonti dei due partiti), le liste del Popolo della Libertà ancora sono in cantiere. I nomi faranno la differenza, vediamo se a via dell’Umiltà avranno la forza di regalarci l’unico sogno di cui sentiamo davvero l’urgenza: un centro destra composto da persone credibili e oneste.
Inserito da reds il 12/01/2013 19:23:33
Questi ometti che vivono di politica e di cio' che riescono ad arrafare, tra un'assenza e l'altra dall'aula, ( dall'altro millennio..) magari questa volta potrebbero essere puniti, bacchettati sulla mani. E mandati a lavorare nelle aziende delle rispettive signore... come portinai!
Inserito da Franco Rossi il 12/01/2013 15:01:21
Temo che Monti sia tutt'altro che sprovveduto e le sue "capacità e potenzialità" sono tali e tante che prevedo (se non verrà sonoramente battuto al Senato) un "futuro nero" nel quale tornerà in sella e non verrà più disarcionato. Non rappresenta il futuro d'Italia ma solo garanzia dei ed ai poteri che rappresenta. WARNING - DEMOCRAZIA IN PERICOLO
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