Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ndagini, misure cautelari, rinvio a giudizio», sono questi gli elementi che secondo Ingroia, questa mattina a La7, dovrebbero suggerire la non candidabilità.
In un paese normale, si potrebbe anche essere d'accordo, ma questo non è un paese normale, questo è un paese nel quale chi ha dato il suggerimento in questione è stato fino a ieri un magistrato, che ha raggiunto la notorietà cercando di incriminare il Capo dello Stato, che ha agitato le acque della giustizia contro Berlusconi, e oggi è candidato in una lista tutta sua che però dichiara (sempre a La7 stamane a Coffe Break) di essere più vicina alla sinistra che a tutte le altre formazioni politiche.
Se qualcuno ancora avesse dei dubbi sulla legittimità dei magistrati in politica, dopo aver visto Ingroia in Tv si sarà convinto della nefandezza di tale possibilità. Immaginate di dare ANCHE il potere politico ai magistrati e ai Pm (che da noi è come se fossero la stessa cosa, aberrazione giuridica che fa tremare chiunque colpevole, ma soprattutto innocente, si trovi sottoposto a giudizio), secondo quanto affermato da Ingroia -che peraltro dice esattamente quello che pensano e di fatto cercano di applicare tutti i magistrati- chi sia sottoposto a indagine, a misure cautelari e rinvio a giudizio è COLPEVOLE.
Per i magistrati lo sappiamo, ma stamane Ingroia lo ha certificato senza ombra di dubbio, la presunzione di innocenza non esiste, per loro vale la presunzione di colpevolezza, e infatti, appena indagano su qualcuno, lo sbattono in galera almeno per qualche giorno, anche solo due o tre per fargli sentire chi comanda, quindi lo rinviano a giudizio. Eh già, dopo aver fatto fare il gabbio ad un poveretto, mica si possono auto-sputtanare archiviando il tutto!
D'altra parte, lo abbiamo scritto altre volte, nel nostro sistema giuridico gli avvocati difensori quando sono molto bravi e hanno un cliente danaroso hanno la possibilità di tirare per le lunghe la faccenda fino ad arrivare magari alla prescrizione, altrimenti, avendo accettato il sistema al momento di indossare la toga, hanno soprattutto il compito di convincere il cliente che la legge funziona così, non secondo giustizia, ma secondo altri parametri.
Va anche detto che per i veri criminali (omicidi e stupratori soprattutto) sono state approntate garanzie tali da evitare che scontino pene troppo lunghe o che, se presi in fragranza di reato, vadano subito in carcere (pensate allo stupratore messo ai domiciliari mentre magari per un millantato credito si va subito in carcere).
La lezione che Ingroia stamane ci ha dato dagli studi televisivi de La7 andrebbe diffusa oltre lo share della emittente, bisognerebbe guardarla e riguardarla, farla vedere a tutti i cittadini che si apprestano al voto, non per sconsigliarli dal votare la lista del magistrato, ma per suggerire loro che è necessario votare chi ci garantirà di cambiare il sistema giudiziario italiano.
Abbiamo visto il candidato Ingroia applicare in tv l'atteggiamento tipico del magistrato che non deve rispondere di nulla, che ha un potere assoluto, che può giocare con la vita degli indagati fregandosene se poi si suicidano essendo vittime dell'ingiustizia che lui sta amministrando.
Gli hanno chiesto chi aveva fatto uscire i contenuti dell'interrogatorio a Berlusconi, pubblicati due giorni dopo sul «Fatto» del suo amico Travaglio, non ha risposto, poi ha suggerito che potrebbe essere stato Berlusconi stesso, quindi ha sostenuto che sul quotidiano erano uscite solo le battute scambiate fra i magistrati inquirenti e l'ex premier alle quali erano presenti anche altre persone. Ovviamente durante una trasmissione televisiva nessuno va a rivedere l'articolo in questione, certo non lo fanno i telespettatori che così possono essere ingannati. E a poco vale l'intervento via Tweet di Capezzone che cerca di ristabilire la verità di quell'articolo.
Gli hanno chiesto del suo incarico, prontamente lasciato, in Guatemala per candidarsi, poco dopo averlo assunto e in ritardo per seguire la famosa faccenda giudiziaria che doveva riguardare anche il Presidente della Repubblica, e lui semplicemette ha fatto spallucce, non sentendosi nemmeno in dovere di argomentare un po', d'altra parte da magistrato è abituato a non dover rispondere di giudizi errati o comportamenti incongrui.
Gli hanno chiesto della legittimità dell'impegno in politica di un magistrato. Anche in quel caso ha fatto spallucce ridacchiando compiaciuto, prendendo in giro la conduttrice (i magistrati non sono tenuti a portare rispetto ai loro interlocutori, gli indagati per loro non sono cittadini, ma già criminali prima del giudizio e come tali devono essere trattati) ironizzando sul paradosso che un magistrato dopo aver fatto il politico può tornare a fare il suo mestiere occupandosi magari di divorzi o liti di condominio!
Non sappiamo se Ingroia sia esattamente quello che abbiamo visto stamane a La7, sappiamo però che ha interpretato magnificamente la parte dei magistrati italiani con i quali ogni cittadino (e non Berlusconi che ha fior di avvocati che lo tengono almeno fuori dalla galera) ha a che fare, se sciaguratamente finisce da innocente nelle maglie della INgiustizia italiana.
Inserito da Loredana il 15/01/2013 12:24:45
Purtroppo non ho visto Ingroia, ma da quel che leggo qui, corro a fare le valigie. Se ora il magistrato gioca a fare Dio non sentendosi obbligato a mostrare anche solo un po' di buona educazione di base, o a rispondere a tutte le domande, anche a quelle che non gradisce, cosa farà, se sarà eletto? Dobbiamo controllare i risparmi esigui che abbiamo, dopo il passaggio del Professor Vetriolo, per vedere se riusciamo a pagarci un avvocato, perché prima o poi cadremo vittime dell'INgiustizia italiana, anche se perfettamente innocenti? Con il redditometro che ci sta sondando praticamente nella biancheria intima, non eravamo già abbastanza in uno Stato di Polizia? Evidentemente, non ci basta.
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