Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Christian Dior
Christian Dior nasce nel 1905, il 21 gennaio, nella piccola città costiera francese di Granville, da una famiglia che produce fertilizzanti, e che ripone grandi speranze sul giovane, a tal punto da farlo studiare per diventare un celebre diplomatico.
Ma, immediatamente, lo spirito artistico dell’ adolescente Dior ha il netto sopravvento così da lasciare, nel 1928, gli studi, e aprire una galleria d’arte grazie ai soldi del padre.
La sua galleria d'arte esporrà grandi artisti del calibro di Pablo Picasso, ma dopo un crollo finanziario dell’azienda del genitore, sarà costretto a chiudere la galleria.
Dal 1930 al 1940 lavora con lo stilista Robert Piguet, fino a che non viene arruolato nell'esercito. Dopo aver lasciato le armi, nel 1942, entra a far parte della sartoria Lucien Lelong, dove lui e Pierre Balmain diverranno i principali stilisti.
Per tutta la durata della Seconda guerra mondiale Lelong vestirà le mogli degli ufficiali nazisti e collaboratori francesi.
Mentre suo fratello Christian veste le consorti dei nazisti, la sorella Catherine presta la sua opera nella resistenza francese. Dopo la cattura da parte della Gestapo, è inviata al campo di concentramento di Ravensbrück.
Riuscirà a sopravviverne e sarà liberata nel 1945.
Il primo profumo Dior sarà a lei dedicato.
Dior fonda il suo impero haute couture nel 1946, al 30 di Avenue Montaigne a Parigi, aiutato da un ricco uomo d'affari francese, Marcel Boussac.
Insieme costituiscono una società con un capitale di 6 milioni di FFr.
Christian Dior è, in sostanza, solo un progetto vanitoso per Monsieur Boussac e Dior lo ammetterà sempre, tanto che lo stilista controllerà quasi del tutto la sua omonima etichetta. Nella sua prima esposizione di modelli presenterà la neonata collezione a nome New Look.
Essa disegna, sin dal 1910, una silhouette con vita di vespa ed un corpetto attillato che valorizza il petto e i fianchi, mentre l’orlo della gonna si amplia e abbassa, tutto questo con l’ausilio di tagli ingegnosi del tessuto, imbottiture e steccature.
Nel complesso questo stile è l'esatto opposto delle forme squadrate del tessuto degli anni della guerra da cui si vuole discostare.
Per ovvi motivi al lancio del New look non seguirà immediatamente un cambiamento di tendenza, le donne occidentali faticano, infatti, a riprendersi dalla guerra e solo le appartenenti ad una classe privilegiata colgono al volo il fascino della nuova moda.
Durante un servizio di moda in un mercato di Parigi, i modelli sono aspramente criticati dalla concorrenza, ma, cosa bizzarra, anche palesemente copiati da altri designers.
Dior è sovente citato come il creatore unico di questa silhouette, ma un certo numero di stilisti contemporanei avevano creato una simile forma già prima della guerra, ma con la chiusura della macchina della moda, a causa della Seconda guerra mondiale, i loro disegni rimasero in posizione d’attesa.
Insieme a Dior, Balenciaga ,Jacques Fath, e Charles James introducono otto sagome simili per abiti da sera, ma Dior è l'unico a fare la mossa radicale di avviare un look forte e di tendenza per il giorno. Il New Look continuerà a influenzare fortemente la moda fino ai favolosi anni '60, e gli echi della silhouette Dior continueranno a risuonare per decenni a venire.
Nel 1949 la linea New Look da sola rende all'azienda un utile di FFr 12,7 milioni.
La notorietà di Christian Dior, raggiunta con la produzione di un tale spostamento polare di moda, lo porta a una vera e propria dittatura nel settore specifico del High Fashion oltre gli anni ’70.
Sarà in grado di introdurre una nuova sagoma di abito due volte l'anno e, drammaticamente, accelererà il tasso di metamorfosi nella moda e nel cucito, seminando per la creazione di un'industria dal rapido movimento come vediamo oggi.
La sua costante re-invenzione, costringe le donne ad aggiornare frequentemente l’armadio ad una velocità molto maggiore di quanto si notava in precedenza, spronando sulla nozione di 'tendenza' della moda.
Ogni collezione comprende un cappotto chiamato 'Granville', dal nome del suo luogo di nascita e almeno un modello riporta un mazzo del suo fiore preferito, il giglio della valle.
Dior capirà, in primis, l'importanza di un look completo.
Senza le scarpe abbinabili, i guanti e il cappello, l'aspetto autentico del New Look non sarebbe mai potuto esistere.
Con questa idea in mente Dior, insieme al suo partner Jacques Rouet, concede in licenza il suo nome a una serie di lussuosi accessori , una mossa che verrà fortemente criticata dai membri della Camera Francese del Couture, che denunciano il gesto come inasprimento del settore dell’ alta moda.
Nonostante questo, la licenza diverrà un evento redditizio per Dior e la lezione dell'atelier verrà subito seguita da quasi tutte le case di moda.
Dior disegna le linee di maggior successo nel corso del 1950, ma nessuna di esse si avvicinerà al successo raggiunto con il New Look.
Con il 10 ° anniversario l'atelier, nel 1957, raggiunge la cifra di 100.000 capi di abbigliamento venduti, e appare sulla copertina della rivista Time il 4 marzo dello stesso anno.
Il 23 Ottobre 1957 Christian Dior ha un terzo attacco di cuore e muore mentre è in vacanza in Italia.
La Parigi mondana e la conoscenza di Dior con Alexis von Rosenberg, il barone de Rede, che esprimerà nelle sue memorie, intorno alla morte dello stilista, varie illazioni come quella che “ Dior ha ceduto a un attacco di cuore a seguito di un incontro sessuale molto faticoso”; altre teorie includono che “Dior sia soffocato per una lisca di pesce” o di aver subito un attacco cardiaco dopo aver giocato una partita a carte.
Nessuna di tali deduzioni può essere fatta con certezza a proposito della morte del grande designer, e tutt’oggi la cosa continua a suscitare discussione feroce.
L’unica cosa certa è che al momento della morte prematura di Dior il suo nome è sinonimo di lusso e stile.
La dipartita del suo leader ha lasciato l'atelier in disordine.
Rouet considererà anche di chiudere parte dell’attività, ma questa idea non sarà ben accolta dai numerosi licenziatari Dior e dall'industria della moda francese; la Maison Dior è troppo importante per la stabilità finanziaria francese.
Nel tentativo, allora, di stabilizzare l’ etichetta, Rouet nomina, il 21 anni Yves Saint-Laurent, direttore artistico. La sua prima collezione viene salutata con un trionfo e, Yves, viene acclamato quale eroe salvatore della prestigiosissima casa di moda.
Saint Laurent ottiene la fiducia solo dal suo successo iniziale, ma poi presenterà una serie di collezioni sempre meno ben accolte.
La sua collaborazione con Dior dura solo quattro stagioni.
Marc Bohan si rivelerà molto efficace quale sostituto di Saint Laurent, che re-definirà una nuova era e la neonata silhouette per Dior, il Look Slim, una versione più moderna e slanciata della forma iconica di Dior. Nel 1978 il Gruppo Boussac, presenta istanza di fallimento e le sue attività, tra cui Dior, sono vendute al gruppo Willot.
Quando quest’ultima andrà in amministrazione controllata, Bernard Arnault e il suo gruppo di investimento acquistano le partecipazioni del Gruppo Willot per un simbolico franconel 1994. Nel 1955 Arnault diventa presidente, CEO e amministratore delegato di Christian Dior SA
Con l’assunzione di tale potere Arnault altera drasticamente lo stile Dior.
La sua decisione di nominare l’inglese John Galliano come capo designer nel 1997, causa grande scalpore nei circoli della moda di Parigi, con Arnault stesso che afferma che avrebbe preferito trovare un designer d'origine, ma che "il talento non ha nazionalità".
In una dimostrazione di sostegno al nuovo stilista Arnault pubblicamente lo avvicina all’ illustre maestro: "Galliano ha un talento creativo molto vicino a quello di Christian Dior. Ha la stessa miscela straordinaria di romanticismo, femminismo e modernità che simboleggiava Monsieur Dior. In tutte le sue creazioni si trovano analogie con lo stile Dior ".
Quando Galliano ottiene il controllo della pubblicità Dior a cavallo del nuovo millennio, scatena un vero putiferio.
Alla fine del 1990 Dior, insieme con altri produttori del lusso come Gucci inizia a utilizzare il "porno chic" per attirare l'attenzione dei loro marchi.
Si ritiene, da alcuni, che Galliano abbia rivoluzionato
Dior più attraverso le sue strategie pubblicitarie intelligenti che attraverso
i suoi disegni.
Inserito da Loredana il 21/01/2013 17:37:28
Di sicuro Dior era un rivoluzionario, come Chanel, poiché non avevano paura di proporre qualcosa di nuovo, credendoci fortemente e trascinando i clienti a indossare le loro creazioni e a seguirli. Anche Galliano è un rivoluzionario...anche se qualche sua creazione sarebbe stata più adatta ad un film fantasy, piuttosto che ad un "set" reale di attività umana...:-D
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